6.24.2009

Sulla ratifica del trattato di Pruem

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signora Presidente, la delegazione radicale nel Gruppo del PD al Senato condivide molte delle preoccupazioni che i nostri colleghi alla Camera dei deputati hanno voluto esprimere relativamente a quanto secondo noi non è così chiaro all'interno di questo provvedimento e cioè la garanzia dei diritti dell'imputato sia in fase di indagine, che eventualmente a conclusione di processo, quando il fatto non sussiste o questi viene trovato non colpevole oppure assolto per altre ragioni. La creazione di una banca dati di DNA crea, lo diceva poco fa il senatore Li Gotti, tutta una serie di profili che non necessariamente vanno ad aiutare l'amministrazione della giustizia e le operazioni di Polizia e soprattutto non può contribuire allo scopo per cui in effetti questo trattato (che ricordiamo è stato sicuramente negoziato da Stati membri dell'Unione Europea ma non fa parte dell'architettura dell'Unione stessa, essendo stato portato avanti da cinque o sei Stati membri) è stato sottoscritto, in uno Stato come l'Italia dove la certezza del diritto e lo Stato di diritto ad oggi continuano a rimanere il più grosso buco nero della nostra Repubblica.
Dico questo perché (e, per esempio, ieri ed è stata fatta una minima modifica all'articolo 16, ricordata poco fa, della legge di ratifica) tutte le volte che l'Italia fa proprie le norme codificate in un trattato internazionale, dal momento della ratifica al momento dell'adeguamento dell'ordinamento nazionale passano anni e talmente tanti che in qualche modo la ratifica diviene una mera dichiarazione politica e non in effetti un dotarsi di ulteriori strumenti per perseguire i fini previsti da tale documento.
Sono proprio curioso di vedere se in effetti, come aggiunto alla Camera, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge, verranno adottati dei Regolamenti, che sono strumenti molto importanti - che, ahi noi, non si è voluto includere nella legge di ratifica - perché regolamentano tanto l'entrata quanto il mantenimento e l'uscita dei dati che si vogliono raccogliere con la creazione di una banca‑dati del DNA. Il tutto, tra l'altro, affidando questo tipo di operazione alla direzione degli affari penitenziari del Ministero della giustizia piuttosto che ad altri uffici già dotati o magari con maggiore possibilità di portare avanti questo tipo di operazione. Quindi, a nostro avviso mancano una serie di garanzie ulteriori rispetto a quelle che comunque, nel processo che ha visto interessate le nostre Commissioni al Senato, sono state portate avanti, in particolare dal Gruppo del Partito Democratico. Proprio per significare questa nostra preoccupazione io e la senatrice Poretti abbiamo presentato un emendamento e colgo l'occasione di questo mio intervento in discussione generale per leggerlo ed illustrarlo adesso piuttosto che dopo.
Chiediamo all'articolo 13 di sostituire il comma 1 con il seguente: «A seguito di sentenza passata in giudicato di proscioglimento, pronunciata ai sensi degli articoli 529, 530 o 531 del codice di procedura penale, oppure di sentenza passata in giudicato di non doversi procedere, pronunciata ai sensi dell'articolo 469 del codice di procedura penale, oppure di sentenza di non luogo a procedere, pronunciata ai sensi dell'articolo 425 del codice di procedura penale, oppure di archiviazione del procedimento, è disposta d'ufficio o su istanza della parte interessata la cancellazione dei profili del DNA acquisiti ai sensi dell'articolo 9 e la distruzione dei relativi campioni biologici». Si aggiunge poi un comma 1-bis: «Non si procede a cancellazione nei casi in cui il reato sia stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione».
Ebbene, secondo noi occorrerebbe includere tale modifica - le altre proposte emendative presentate alla Camera sono state tutte rigettate attraverso un voto - come ulteriore preoccupazione che si aggiunge alla nostra denuncia di mancanza di stato di diritto, all'interno di questa legge di ratifica. Chiederemo un voto elettronico su questo emendamento annunciando però sin d'ora che la delegazione radicale si asterrà non partecipando al voto finale a questo documento.

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