Procediamo all'esame degli articoli, nel testo unificato proposto dalla Commissione.
Passiamo all'esame degli emendamenti tendenti a premettere articoli all'articolo 1, che invito i presentatori ad illustrare.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare gli oltre 120 cittadini italiani che hanno partecipato ad una campagna che abbiamo voluto chiamare «Senatore per 2 ore», che intendeva aprire alla conoscenza degli italiani il cosiddetto disegno di legge Calabrò, che avrà delle nefaste ripercussioni se non verrà modificato nel passaggio alla Camera dei deputati, perché mi sembra di capire che in questo ramo del Parlamento la maggioranza sia particolarmente compatta.
Sono oltre 120 - ripeto - i cittadini che hanno partecipato a questa iniziativa. Alcuni dei loro emendamenti sono stati presentati come ricevuti, altri hanno necessitato di un lavoro di raffinamento. Questo è il primo ringraziamento.
Le nostre proposte premissive, presentate in numero superiore agli emendamenti che abbiamo presentato relativamente all'articolato, vogliono in qualche modo riassumere quello che, secondo la delegazione radicale nel Gruppo del PD, dovrebbe essere al centro di un testo che ha l'ambizione di voler diventare un testamento biologico.
In sostanza, che si riconoscano come vincolanti le volontà e non gli orientamenti del paziente, che si risponda, quindi, agli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione italiana, cioè si adotti un testo che obbedisca alla nostra Carta, ma soprattutto che si codifichi un testo che non sia antiscientifico, per cui il sostegno vitale - questa nuova formula che è stata utilizzata per mantenere in vita perennemente anche chi è in fase di malattia irreversibile - venga trattato come tale, cioè come una formulazione antiscientifica, e che si includa nella possibilità di espressione della volontà anche quanto riconosce l'articolo 32 della nostra Costituzione, cioè la possibilità di sospendere dei trattamenti.
Questo vale per il merito degli emendamenti.
Per quanto riguarda, invece, il merito del dibattito politico, riteniamo - la senatrice Bonino, anche stamani, ha tentato ancora una volta di porlo all'attenzione della maggioranza, oltre che naturalmente della minoranza - che vi sia la necessità di approfondire ulteriormente il nostro dibattito. Peraltro, nel congresso di Alleanza Nazionale, tenutosi lo scorso fine settimana, è parso finalmente di capire che esiste un altro tipo di interpretazione del termine libertà che voi della maggioranza avete voluto mettere nel nome del vostro partito.
Mi riferisco, in particolare, a quanto affermato dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha centrato tutto il suo intervento sull'individuo, sull'autodeterminazione e sul fatto che il cosiddetto bene pubblico venga prima della libertà individuale. Ebbene, dispiace sapere che i senatori del Gruppo PdL non praticheranno la loro affermazione di coscienza perché è stato suggerito loro di ricordare che in futuro potrebbero avere problemi ad essere inclusi in lista da parte del Presidente del Consiglio dei ministri; speriamo che, nel tempo che avremo a disposizione per l'esame del provvedimento al Senato, accada qualcosa in vista del passaggio alla Camera.
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