3.11.2009

Free Tibet for Free China


PERDUCA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Sottolineo che sono consentiti questi interventi su argomenti diversi solo perché fino alle ore 18,30 non possiamo iniziare la discussione dell'argomento all'ordine del giorno; ma ciò non costituisce precedente, né un cambiamento della regola che abbiamo stabilito, ossia che tali interventi si svolgano a fine seduta.
PERDUCA (PD). Mai dire mai, signor Presidente. Oggi, 10 marzo, ricorre il cinquantesimo anniversario della rivolta dei tibetani contro l'invasione maoista del Tibet, che provocò la fuga del Dalai Lama verso l'India.
In questo istante, la Camera dei deputati sta discutendo, con la grande maggioranza dei suoi membri, che fa parte tra l'altro del più vasto intergruppo parlamentare a sostegno del Tibet, una mozione con cui si chiede al Governo italiano di farsi portatore di alcune richieste del Dalai Lama e del Governo tibetano in esilio in seno alle Nazioni Unite: in primis, l'accesso a osservatori internazionali indipendenti per verificare ciò che accade e, in secondo luogo, rendere noto al mondo cosa in effetti il Dalai Lama chiede a Pechino, cioè non l'indipendenza, ma un'ampia autonomia politica.
In Senato non siamo riusciti a portare avanti la stessa iniziativa, a causa di altri tipi di urgenze ed emergenze che hanno caratterizzato i nostri lavori. Tuttavia, dato che quest'anno ricorre anche il ventesimo anniversario di un'altra massiva violazione dei diritti umani in Cina, cioè il massacro di piazza Tienanmen, auspico che almeno in quell'occasione si riesca a svolgere un dibattito non solo sulla Cina, ma anche su ciò che lega l'Italia e l'Unione europea alla Cina e sul ruolo sempre maggiore, in un mondo globalizzato, che la Cina sta giocando nel suo continente e in quello africano.
Stiamo già lavorando con senatori di tutti i Gruppi per riuscire a svolgere, il 4 giugno prossimo, un dibattito nell'Aula del Senato su queste tematiche. (Applausi dal Gruppo LNP).

[...]
PRESIDENTE. Rispetto all'intervento del senatore Perduca, devo dire che il tema sollevato, quello del Tibet, ha un rilievo tale da meritare, in ogni caso, di essere trattato ad inizio seduta, al di là dell'orario in cui dobbiamo cominciare l'esame dei punti all'ordine del giorno.
Oggi è giusto ricordare, anche come Senato, le questioni riguardanti il diritto fondamentale del popolo del Tibet di vedere rispettata la propria cultura, le proprie tradizioni, le proprie forme di vita e di sviluppo. È giusto altresì sottolineare che quanti si battono a questo fine richiedono, a partire dal Dalai Lama, l'autonomia del Tibet e non l'indipendenza. Si tratta di una questione discriminante, anche nei rapporti con la Repubblica popolare cinese.
Il Senato, proprio per la sensibilità che vuole avere rispetto a tali temi, ha istituito una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, alla quale credo dovremmo chiedere, anche sulla base di codesta riflessione, un approfondimento di questi e di altri temi. Come è noto, i diritti umani ed i diritti fondamentali del popolo del Tibet all'interno della Repubblica popolare cinese non nascevano e non si esaurivano con le Olimpiadi, né nasconoo si esauriscono con questa giornata che pure ha un significato particolare. Mi auguro che vi sia la possibilità per l'Assemblea del Senato di discutere e di pronunciarsi, in modo fortemente condiviso e magari anche unanime, sul tema e che, quindi, possa essere presentata e discussa prossimamente una mozione al riguardo.

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