PERDUCA (PD). Signor Presidente, mi verrebbe da dire: «Mettetevi comodi», perché ci sarebbe di che discutere. Gli emendamenti che la delegazione radicale nel Gruppo del PD ha presentato all'articolo 3 del disegno di legge, che poc'anzi il rappresentante del Governo senatore Mantica ha dichiarato essere una parte anomala rispetto alla ratifica di un trattato internazionale, vanno nella direzione testé riargomentata dal senatore Barbolini.
Tutte le critiche al documento, al Governo di Gheddafi e alla qualità del Trattato, che è stato stilato e frettolosamente portato alla firma dei due Governi alla fine del mese di agosto, non solo rimangono intatte, ma addirittura si aggravano se prendiamo in considerazione il fatto che con questa decisione salomonica invece di «dividere il bambino in due» lo si è dato tutto a Gheddafi. Ci si preoccupa del modo in cui sono tenuti i cimiteri civili in Libia, ma non dei diritti vantati da italiani espulsi quaranta anni fa e da decine e decine di imprese, che hanno visto sequestrati le proprie attività e i propri beni e che sono anch'esse state espulse da quel Paese.
Se proprio ci si è posti il problema della necessità di fare un grande gesto, esso avrebbe potuto essere ulteriormente ampliato, a 360 gradi, in favore dei cittadini italiani che hanno subìto, da parte del Governo libico, tanto quanto hanno subìto i cittadini libici dai nostri Governo regi e fascisti, di cui non dovremmo comunque portare questo tipo di responsabilità. I cittadini italiani, dunque, hanno subìto una serie di torti.
Ebbene, grazie all'ostruzionismo che i deputati radicali hanno portato avanti alla Camera, un minimo di buonsenso ha iniziato ad emergere e sono quindi state aggiunte nel disegno di legge di ratifica di questo Trattato alcune norme che recuperano dei soldi, per la precisione 150 milioni di euro in tre rate.
Il Governo è riuscito a trovare un meccanismo, per certi versi veramente geniale, di finanziamento delle strutture e infrastrutture che sono al centro di questo accordo che, più che Trattato di amicizia, si potrebbe definire un documento di intermediazione finanziaria ed economica del Governo nei confronti di due o tre grandi imprese italiane. Tale meccanismo prevede una addizionale IRES su delle imprese che hanno caratteristiche particolari - ce ne saranno giusto due o tre, l'ENI per prima, che rispondono alle caratteristiche elencate all'articolo 3 - e non si capisce perché lo stesso meccanismo non possa essere utilizzato per recuperare i 250 milioni che il ministro Frattini, in Commissione finanze, ci disse essere ancora in qualche modo al centro di un dibattito tra le parti.
Alcuni degli ordini del giorno presentati hanno voluto sollevare questo tipo di anomalia, se così la vogliamo chiamare, e il fatto che sia stato accolto l'ordine del giorno G106, di cui sono firmatario insieme al senatore Barbolini, credo che possa lasciare ben sperare sulla possibilità di riuscire a trovare una corsia preferenziale relativamente al reperimento delle risorse economiche e finanziarie per dare seguito fattivo alle richieste al centro di quelle tre proposte di legge. È stata lasciata nelle mani del Governo libico la possibilità di ricattare quotidianamente gli italiani - intesi come esuli e come imprese e quindi, in buona sostanza, il popolo italiano attraverso il suo Governo - perché con la tecnica del negoziato sistematico e quotidiano non si arriva mai alla fine del processo e quindi non si arriva mai a dare finalmente i soldi.
Tra l'altro, se potessimo usare un'espressione abbastanza diffusa nel Maghreb, il Governo italiano ha pagato prima di vedere il cammello. Questo è stato stamani da più parti evidenziato. Abbiamo deciso di dare dei soldi ad un Governo che non ha mantenuto una sola promessa, che non ha dato seguito alla firma di un solo patto internazionale, di una convenzione internazionale, di uno di quelli che nel gergo vengono chiamati strumenti dei diritti umani internazionali e continuiamo a dare fiducia ad un simile Governo. Gli emendamenti all'articolo 3, quei pochi che sono rimasti, vogliono recuperare tutto questo, chiedendo di aumentare l'addizionale IRES per recuperare, se non altro, un minimo dei danni che vengono causati da questo Trattato in generale e ridistribuire il danaro italiano a degli italiani.
Si è detto, all'inizio della replica del Governo, che si tenta di chiudere un contenzioso avviato nel 1911. Ripeto, siccome non depone a favore della controparte il mantenimento della parola data, se non altro si potrebbe - e abbiamo ancora minuti preziosi da utilizzare in questo senso - chiudere il contenzioso dando garanzia sovrana del Paese di cittadinanza a queste persone titolari di imprese creditrici della Libia. Si tratta di decine di migliaia di italiani che non so se hanno ancora un'impresa economica: credo infatti che sia difficile tenere in piedi quanto creato 25-30 anni fa dopo che è stato portato via tutto. Queste persone hanno un problema economico da affrontare, ormai hanno maturato probabilmente anche degli interessi e spero che anche questo venga preso in considerazione; per non parlare degli esuli, cioè delle persone scacciate all'indomani della rivoluzione da parte di quello che oggi è diventato, con una grande campagna acquisti, il presidente dell'Unione Africana. Speriamo che per questo non sia stato utilizzato neanche un centesimo dei soldi che l'Italia ha dato alla Libia grazie al decreto di finanziamento delle missioni internazionali relativamente al pattugliamento dei 3.000 chilometri di coste libiche. L'Italia dà alla Libia 4.200.000 euro a semestre per portare avanti questi tipo di iniziative: speriamo che quei soldi non siano stati utilizzati da Gheddafi per comprarsi la Presidenza dell'Unione Africana.
Quindi noi riteniamo che il danno sia già stato fatto e che esistano, purtroppo, non soltanto i numeri della maggioranza ma autorevoli esponenti dell'opposizione principale del Partito Democratico che si sono espressi a favore della ratifica di questo documento, per cui penso che sia pressoché impossibile non arrivare alla ratifica oggi.
Abbiamo ritenuto, comunque, di sollevare tutta una serie di questioni per tentare di ridurre questo danno, e l'unico che si poteva ridurre non era certo quello nei confronti dei cittadini libici.
A chi parla delle malefatte del regime italiano negli anni '10 e del regime fascista negli anni '20 e '30 in Libia, ricordo che sarebbe interessante sapere cosa faccia oggi il Governo di Gheddafi nei confronti dei suoi cittadini: la Libia ha ratificato tutte le convenzioni internazionali in materia di diritti umani e non ha rispettato una singola virgola di questi documenti.
Grazie al fatto di aver sollevato tutte queste questioni alla Camera si è compiuto un passo avanti; chiediamo di farne un altro, recuperando il denaro necessario attraverso questi emendamenti, per poter restituire il mal tolto - credo sia proprio l'espressione adatta a questo tipo di contesto - nei confronti degli esuli e delle imprese italiane scacciati da Gheddafi. (Applausi della senatrice Poretti).
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.
MANTICA, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, potrei anche limitarmi ad esprimere una contrarietà e chiudere la questione, però voglio rispondere al senatore Perduca che molte volte gli amori senili fanno venire passioni particolari. I crediti per 620 milioni di euro che lei vuole inserire non hanno niente a che fare con i rifugiati politici, non si tratta inoltre di migliaia di cittadini, ma di 400 imprese.
E per spiegare ancora di più, vorrei ricordare che il problema è molto semplice, e questo è uno dei motivi per cui abbiamo accolto l'ordine del giorno G106 perché ne abbiamo colto lo spirito e la ratio, ma non possiamo cogliere l'emendamento. La garanzia sovrana viene data nella certezza che i crediti siano tutti veri ed esigibili, certezza che non abbiamo. È una vicenda che va avanti da tempo; abbiamo diviso i crediti in tre parti: ve ne sono alcuni su cui sono state emanate sentenze della magistratura internazionale, che sono riconosciuti da parte sia libica sia italiana; vi è una seconda parte che riguarda crediti che sono stati documentati su richiesta della Libia e ve n'è una terza nella quale la documentazione è insufficiente. È ovvio che la terza parte del complesso dei 620 milioni, che è un po' meno della metà del tutto, non vuole disgiungersi dalle prime due parti, per ovvii ed evidenti motivi, poiché ne uscirebbe una sua intrinseca debolezza, cosa che per altro più volte è stata proposta al Governo italiano.
Comprendiamo la ratio di questi creditori, che abbiamo più volte invitato a dare anche un termine di fornitura della documentazione. Non credo e non voglio dire qui che il Governo libico si attenga alle regole dell'etica internazionale nella documentazione, questo no; però, sono anni che questa vicenda va avanti.
Allora, daremo la garanzia sovrana una volta che saranno accertate le documentazioni e quindi daremo una garanzia di fronte alla certezza che i crediti in discussione sono nel loro complesso tutti esigibili; oppure, si presenta allo Stato italiano, cosa che finora quest'ultimo non ha voluto fare.
Se, invece del cento per cento dei crediti, si giungesse - come ha proposto correttamente il ministro Frattini - alla soluzione di 350 milioni di euro, che è il forfait che offrono i libici, e i 250, che sono quelli che dovrebbe dare l'Italia, sarebbe come dire che la Libia paga i dediti o i crediti certi e l'Italia dà la garanzia sovrana su un pacco di incerti. Anche per questo, se è consentito, siccome si tratta di denaro pubblico, credo sia corretto dire che accettiamo lo spirito dell'ordine del giorno: il Governo è orientato a dare una garanzia, quindi metteteci in condizioni di essere certi (non lo dico al Parlamento, ma ai creditori).
E poi ci fermiamo qui, perché è meglio per il Parlamento, per il Governo, per il popolo italiano e per il creditori che esigono questi crediti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.6400.
PERDUCA (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Perduca, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.(La richiesta risulta appoggiata).
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1333
PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 3.6308 e gli emendamenti dal 3.6307 al 3.6238.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo, che ha votato contro i miei emendamenti.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, voterò, naturalmente, contro questo articolo. Credo che in parte le questioni che abbiamo cercato di sollevare siano rientrate in maniera molto diplomatica in quella che potrebbe essere stata una sorta di ulteriore replica che il sottosegretario Mantica ha fornito alle argomentazioni che ci hanno portato a presentare emendamenti di natura ostruzionistica, anche se ostruzionismo è già stato fatto alla Camera.
Dicevo solo in parte, perché il sottosegretario Mantica ha ammesso che questo tipo di negoziato va avanti da trent'anni senza che si sia arrivati a nulla. (Commenti del senatore Asciutti). Proprio perché è suonata una campana, speriamo che inizi uno scampanio e che da ora a quando entrerà in vigore questo Trattato finalmente il Governo si faccia carico di mettere intorno ad un tavolo tutti i creditori (le imprese saranno circa 400, ma credo che l'indotto e comunque le persone che sono state interessate da questa iniziativa siano migliaia) con documentazione certa o incerta e la controparte e che la barra non sia tenuta ancora una volta dritta esclusivamente verso gli interessi di Tripoli, ma se possibile sia portata indietro.
Con queste argomentazioni, dichiaro il mio voto contrario all'articolo3.
[...]
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, è stato respinto l'emendamento 3.0.1, identico all'emendamento 3.0.3, con il quale si voleva creare una sorta di commissione paritetica che monitorasse in generale l'andamento del Trattato.
L'emendamento 3.0.2, presentato dal Gruppo l'Italia dei Valori, che anch'io ho sottoscritto, pone un altro tipo di problema. Mettiamo che un domani si dovessero esaurire le fonti di gettito per quelle due o tre imprese che sono state classificate come quelle dalle quali vanno prelevati i quattrini con questa addizionale IRES. Cosa succede? Da dove si prendono i soldi per finanziare le grandi opere infrastrutturali? Non si sa. Si è riusciti ancora una volta a dare un lascito; questa è una donazione a fondo perduto da una parte, ma dall'altra non si conosce neanche il fondo da cui si andavano a prendere dei soldi.
Quindi, rigettando l'emendamento i esame, il Governo probabilmente ci spiegherà cosa intende invece mettere in atto per porsi prima di tutto (e poi porre anche a noi che un domani - speriamo tra sei mesi - potremmo riprendere in considerazione la questione) il problema sollevato con tale emendamento.
Pertanto, preannuncio il voto favorevole sull'emendamento 3.0.2.
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1333
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, sul quale sono stati presentati emendamenti e un ordine del giorno che invito i presentatori ad illustrare.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, ancora una volta si affrontano alcuni piccoli dettagli riferiti al Trattato in esame che, avendo abbastanza approfondito la natura della controparte, possono ad un certo punto dare luogo a qualche problema.
Come delegazione dei radicali abbiamo proposto due emendamenti. Il primo è volto a sostituire al comma 2 le parole «centottanta giorni» con le parole «un anno».. Si vorrebbe che le domande già presentate, se confermate da parte degli aventi diritto, possano essere ripresentate nell'arco di un anno e non di sei mesi, proprio in considerazione delle particolarità di questa disputa riferita al riconoscimento di ulteriori indennizzi in favore di soggetti titolari di beni, diritti ed interessi sottoposti a misure limitative in Libia.
Quindi, proprio allo scopo di tentare di garantire alla controparte italiana un minimo di ristoro rispetto al danno causato dal regime libico di Gheddafi ai nostri concittadini, sia semplici cittadini che imprenditori, si è ritenuto di inserire una previsione normativa secondo cui si garantisce almeno la possibilità di ripresentare la domanda entro un termine di un anno e non di sei mesi.
Allo stesso tempo, proprio perché dal nostro punto di vista occorre insistere sulla questione relativa al denaro necessario per dare una risposta concreta capace di venire incontro ai diritti dei nostri concittadini, si ritiene che, considerato che l'attuale Governo si è espresso in senso assolutamente contrario con riferimento ad un precedente emendamento relativo alla possibilità di imporre l'IRES ad alcune imprese, descritte in maniera molto generica ma facilmente riscontrabili per chi è addentro alla materia negli articoli già approvati di questo disegno di legge, se si aumentasse l'IRES dal 4 al 5, 2 per cento, si potrebbero sostituire le parole «50 milioni» con le altre «4100 milioni».
Ho anche firmato un altro emendamento insieme al Gruppo Italia dei Valori che prevede un altro genere di copertura, anche se a nostro avviso è stato creato in maniera molto diabolica, considerato che si ha a che fare con il diavolo nella controparte, un certo meccanismo grazie al quale viene prelevato il denaro necessario a finanziare tali iniziative.
Pertanto, credo che entrambi gli emendamenti possano aiutare il Governo a riparare il torto fatto in primis da Gheddafi ai nostri concittadini e in seconda battuta fatto con la firma di questo Trattato che è riuscito a codificare qualcosa che non era mai stato esplicitato in un documento di diritto internazionale. Mi riferisco al concetto della legalità internazionale. Chiunque abbia un minimo praticato i banchi universitari non sa in effetti a cosa si stia facendo riferimento.
Pertanto, intendo preannunciare un voto favorevole su entrambi gli emendamenti nella consapevolezza che possono dare luogo ad una riduzione di questo enorme danno.
[...]
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, non riesco a capire come si possa dire di no all'emendamento 4.1 dopo che è stato accolto un ordine del giorno con cui il Governo si impegna nei confronti di milioni e milioni di persone.
Non comprendo la ratio, con rispetto parlando, del tipo di risposta data adesso ad un ordine del giorno che è in contrasto con il parere negativo espresso su questo emendamento che chiede soltanto di raddoppiare l'arco temporale entro il quale si possono presentare le legittime richieste di risarcimento. Veramente non si riesce a capire.
Mi sembrava di aver colto un moto verso il microfono del sottosegretario Mantica in riferimento a quanto detto prima relativamente ad altri emendamenti. Noto purtroppo che, invece, é stato bloccato. Mi dispiace perché in effetti sarebbe interessante sapere sia per i cittadini italiani che per quelli di altri Paesi ex-colonizzati quali sono le argomentazioni che cercano di tener insieme questo tipo di comportamento che è diametralmente opposto.
Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Perduca, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
[...]
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, insisto per la votazione dell'emendamento 4.3.
Considerato che è stato respinto l'emendamento precedente teso a rendere ancora più diabolico il meccanismo diabolico escogitato dal Governo per finanziare le infrastrutture tutte da portarsi avanti da imprese italiane in Libia, riteniamo che quanto testé descritto dal senatore Pedica possa invece essere una sorta di ciambella di salvataggio per recuperare dei soldi. Non c'è nessun tipo di incremento. Si vanno a decrementare alcune dotazioni ad altri tipi di iniziative.
Quindi il nostro voto sarà favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Perduca, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo(art. 102-bis Reg.)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.3, presentato dal senatore Belisario e da altri senatori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1333
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.100 non verrà posto in votazione.
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, il mio sarà un voto contrario a quest'ultimo articolo che forse - affronteremo poi l'argomento, quando passeremo all'esame dell'emendamento 4.0.100 - potrebbe essere in qualche modo recuperato.
È stato detto di no alla possibilità di aumentare la dotazione economica per fare fronte alle richieste legittime di decine di migliaia di italiani, sia che fossero esuli sia che fossero imprenditori, ed è stato detto di no a tre proposte distinte di possibilità di recupero del denaro necessario - altri 150 milioni di euro - per fare fronte a tutte queste richieste. Mi pare il minimo che si debba rigettare quanto contenuto nell'articolo 4 proprio perché, se è vero che tutto ciò è stato incluso - e so per certo, perché abbiamo avuto più volte la possibilità di scambiarci opinioni a questo proposito, che il sottosegretario Mantica ritiene che tutte le volte che un trattato internazionale viene portato all'attenzione del Parlamento questo dovrebbe ratificare oggi e farlo entrare in vigore da domani - e quindi qui è stato fatto un qualcosa di anomalo, nell'anomalia si poteva in qualche modo tentare di mandare un messaggio chiaro ai cittadini italiani e non esclusivamente ad un despota quale Gheddafi è.
A proposito di anomalie, e con ciò concludo, ricordo che quando abbiamo ratificato l'altro giorno la Convenzione sui disabili è stata realizzata un'altra anomalia. Non vorrei, allora, che due anomalie facessero in qualche modo una convenzione parlamentare per cui, ad esempio, di fronte al prossimo trattato con la Bielorussia o ad accordi bilaterali con la Russia, visto che di là passa gas piuttosto che petrolio, si inventassero altri tipi di meccanismi per trovare il modo di finanziare infrastrutture là dove non esiste libertà, democrazia e sicuramente Stato di diritto.
In conclusione, ribadisco il mio voto contrario e chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1333
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.0.100.
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Leggo il contenuto dell'emendamento, perché forse non tutti hanno avuto tempo e modo di approfondire la questione: «Le imprese che secondo l'articolo 8 e 9 del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, realizzeranno i progetti infrastrutturali di base ovvero importanti opere infrastrutturali, progetti industriali ed investimenti, dovranno essere individuate in ossequio alla normativa comunitaria vigente in Italia in materia di scelta dei contraenti».
Mi pare il minimo che si possa includere tale previsione all'interno di un testo che ha escluso qualsiasi tipo di buon senso codificato in diritto nazionale ed internazionale, tolta quella frase ad effetto della legalità internazionale. In sostanza, bisognerà che le imprese italiane che andranno a costruire infrastrutture in Libia siano selezionate attraverso una gara di appalto. Mi pare il minimo, visto che poi i terreni dove andranno a edificare potranno essere in qualche modo espropriati con modi e utilizzo, forse, chissà, di denaro anche italiano da parte del regime libico che a noi non sarà possibile controllare perché abbiamo deciso che il Parlamento e comunque anche l'opinione pubblica, visto il silenzio mediatico che è stato dedicato a questo tipo di ratifica, siano esclusi.
Quindi, non solo verranno cacciati dai terreni dei poveri contadini o pescatori, ma addirittura si costruirà sopra di essi senza aver fatto delle gare di appalto. Ancora non abbiamo saputo quale sia l'orientamento del Governo sulla questione; speriamo che anche in questa fase possa avere un sussulto di attenzione alla legalità nazionale piuttosto che a quella internazionale, visto e considerato come l'hanno codificato all'interno del Trattato.
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 13333
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, intervengo per effettuare la dichiarare il voto e per richiedere la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico dell'articolo 5.
Torniamo ancora una volta a parlare di copertura finanziaria: ne abbiamo parlato a lungo in questo pomeriggio, senza però avere la dimostrazione che da parte del Governo ci sia la flessibilità necessaria, già dimostrata alla Camera dei deputati, di prendere in considerazione ulteriori richieste in corso d'opera.
Presidenza della vice presidente BONINO (ore 18,13)
(Segue PERDUCA). Sarebbe stato diverso se quest'opera fosse stata portata all'attenzione del Parlamento questa estate, per un minimo di dibattito e di istruzione del documento stesso. Non si capisce perché, tra tutte le date possibili, sia stato scelto il 30 agosto per firmare questo documento. Il Parlamento non era in sessione, quindi anche volendo non ci sarebbe stata la possibilità di affrontare la questione. Se avessimo potuto avere sotto gli occhi la bozza di ciò che si stava per portare alla firma di Gheddafi, probabilmente si sarebbe riusciti a limitare ulteriormente i danni.
Voglio anche far notare che l'ultimo articolo del trattato istituisce il 30 agosto come Giornata dell'Amicizia tra l'Italia e la Libia, ma non mi pare di aver trovato nel documento la cancellazione del cosiddetto giorno della vendetta. Si festeggia a fine di agosto l'amicizia ma, dopo circa due settimane, viene festeggiata la vendetta, ovvero la cacciata degli italiani dalla Libia, per riprendersi quanto aveva tolto alla Libia il colonialismo regio e fascista. Spero che venga chiarito questo arcano, perché non ho trovato quale sia l'articolo che prevede tale cancellazione. Vedo che il relatore sta consultando il rappresentante del Governo: magari è soltanto nella versione italiana che manca questa specificazione. Per tutti questi motivi, anche a nome della senatrice Poretti, voterò contro l'articolo 5, in dissenso dal Gruppo che purtroppo, e sottolineo «purtroppo», voterà a favore.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Perduca, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
[...]
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1333
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, anche sull'articolo 6, purtroppo, devo esprimere un voto in dissenso dal Gruppo del Partito Democratico. L'articolo 6 è quello che stabilisce che la presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Avendo presentato in fase di dibattito in Commissione oltre 6.000 emendamenti ed essendo riuscito a portarne almeno una trentina in dibattito in Aula, è chiaro che il mio voto è contrario anche su quest'ultimo articolo. (Commenti dai banchi della maggioranza).
Starà al buon cuore di tutti i presenti in Aula, oltre che commentare a microfoni spenti ciò che si dice, anche passarsi una mano non dico sulla coscienza - che è una questione che con al politica viene spesso tirata in ballo a sproposito - ma sul proprio manuale di diritto internazionale, se lo hanno, perché con la ratifica di questo documento si è strappata una buona metà di quello che era conosciuto come diritto internazionale, per non parlare del torto che si fa ai cittadini libici andando a finanziare le infrastrutture di un Governo che di tutto si interessa tranne che delle loro libertà e diritti.
[...]
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
PERDUCA (PD). Vi chiedo un momento di pazienza ed uno sforzo di immaginazione. Immaginate di essere un libero pensatore, una donna, un cristiano, un ebreo e di trovarvi in Libia. Immaginate un Governo che ritiene di dover dare dei soldi a quello che non vi fa essere quello che voi volete essere e lo ammanta con l'onore, come è stato detto nella dichiarazione di voto favorevole del Gruppo Democratico, e gli da cinque miliardi di dollari in vent'anni. Immaginate tutto questo e adesso, se vi riesce, premete il tasto verde a favore di questo Trattato. Gheddafi non ha mai mantenuto una sola volta la parola data nei confronti dei suoi partner internazionali e voi non soltanto gli date dei quattrini, ma glieli date per sopprimere la libertà, i diritti umani e lo Stato di diritto in quel Paese. Quando premerete il tasto verde, ricordatevi di tutto questo.
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
1 comment:
Pure la giornata dell'Amicizia mi pare davvero una esagerazione!!
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