1.15.2009

Su "Israele"

Sull'ordine dei lavori

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, ringrazio innanzitutto il senatore Fleres per l'attenzione e per la sensibilità con cui ha seguito il mio intervento e quello della senatrice Poretti.

Purtroppo non siamo arrivati ad esaminare l'articolo 34 del disegno di legge n. 733 perché anche in quella occasione, se non altro con riferimento agli emendamenti volti ad inasprire le disposizioni contenute nell'articolo 41-bis e ad altri che introducono il reato di tortura, sicuramente avremmo potuto non rendere clandestino un dibattito, come - ahimè! - purtroppo ora avviene. Probabilmente solo gli ascoltatori di Radio radicale, se e quando andrà in onda la seduta odierna, potranno seguire la discussione e rendersi conto che in Aula sono presenti venti senatori scarsi. E a tal proposito faccio mia ancora una volta anche la raccomandazione del senatore Gramazio perché la decisione di concentrare alla fine della seduta gli interventi sull'ordine dei lavori possa essere riesaminata.

Mi sono iscritto a parlare quando il senatore Maritati ha chiesto all'Aula di rivolgere un appello unanime per richiedere il cessate il fuoco a Gaza. Sicuramente ad un cessate il fuoco ci si deve appellare ma non deve essere questo l'esercizio conclusivo, perché altrimenti, questo sì, sarebbe un mero esercizio retorico. Il cessate il fuoco, infatti, è la precondizione per la ricerca di una soluzione politica per un conflitto che va avanti in maniera sempre più violenta almeno dall'inizio degli anni '80, da quando cioè è stata rilanciata la prima Intifada, nel 1982, in un momento in cui l'Unione europea avrebbe potuto includere Israele tra i candidati alla sua primissima espansione.

In quegli anni l'attenzione della politica e dei politici italiani, ahimè, di tutti gli schieramenti, salvo quello dei radicali, era molto più dedicata alle iniziative di Yasser Arafat, che alcuni definivano e continuano a definire diplomatiche, piuttosto che alla ricerca di una possibilità della pratica di un sionismo non violento che oggi potrebbe quasi sembrare essere una sorta di contraddizione in termini ma che invece si può manifestare con la promozione della legalità, della democrazia e dello Stato di diritto, tanto per gli israeliani quanto per i palestinesi, palestinesi che oggi in Israele godono di diritti civili e politici, con tutte le limitazioni che anche Israele, in quanto democrazia, inizia a porre relativamente al loro godimento, mentre invece dubito che possano continuare a godere di quel minimo di finestra di pratica di politica militante non violenta, che è stata concessa loro ad un certo punto negli anni '90, che li ha portati finalmente ad eleggere alcune delle loro cariche, dal punto di vista parlamentare e dal punto di vista esecutivo.

Quindi, se posso emendare l'appello al cessate il fuoco, direi che non soltanto lo lanciamo tutti insieme, organi dello Stato, ma che ci rivolgiamo alle due parti in guerra, ritenendo che quello sia il primo passo per una ricerca di una soluzione e non l'unico obiettivo politico che la Comunità internazionale in queste ore si propone relativamente ad Israele. (Applausi della senatrice Poretti).

PRESIDENTE. Mi auguro che nella Conferenza dei Capigruppo si decida di assumere qualche deliberazione su questo tema.

Volevo però dire ai colleghi, in particolare al senatore Gramazio, che non vedo, e al senatore Perduca, che hanno richiamato nel dettaglio il fatto che in Aula si fosse in pochi, che in questo caso si tratta di sollecitare l'intervento dell'Aula e del Governo. In ogni caso la democrazia è fatta di procedure - come nel caso dei solleciti e delle interrogazioni, che sono comunque un rapporto a due tra l'interrogante e l'interrogato, con gli altri che non possono partecipare -, di ascolto e di parola. Se si vuole la presenza degli altri colleghi, che si presenti una mozione o un altro strumento parlamentare, per cui chi è presente ed ascolta ha anche il diritto di intervenire. In caso diverso, chi non ha diritto di intervenire, può rendersi conto di quello che è stato fatto, o attraverso i Resoconti o con radio radicale o con altri strumenti informatici che sono disposizione di tutti. Il fatto che non ci sia nessuno significa che chiunque è presente in questo momento in quest'Aula.

5 comments:

Anonymous said...

Geniale chiedere ai palestinesi di smettere di bombardare...
geniale.
Ma vi mandano a scuola per farvi diventari così geniali?

Anonymous said...

e ricordiamoci tutti che questo fiancheggiatore lo paghiamo noi...
oppure non solo noi?

perdukistan said...

io ho conti a tel aviv e new york, fai te

Anonymous said...

ora non puoi più piagnucolare smentite

perdukistan said...

mai smentito niente, ma sopratutto mai piagnucolato, tu piuttosto che squittisci anonimamente. fatti vivo se hai coraggio