10.30.2008

Sulle persecuzioni dei cristiani

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, lamento, e mi scuso di dover iniziare tutte le volte l'intervento con una polemica, il fatto che una questione così grave come le persecuzioni religiose appaia all'ordine del giorno dalla sera alla mattina. Questo credo che sia ulteriormente testimoniato dall'atteggiamento di chi ha sottoposto questo punto all'ordine del giorno durante l'illustrazione delle mozioni stesse. Il che la dice lunga sulle reali intenzioni di voler proteggere i cristiani (cristiani intesi come cattolici, come evangelici, come presbiteriani, come tutte le denominazioni della Riforma) che, è vero, restano una comunità religiosa perseguitata in buona parte del mondo.

Se poi si prendono in considerazione, non soltanto gli argomenti, ma anche le conclusioni e le raccomandazioni che si intendono fare al Governo, si certifica il totale disinteresse di quella parte politica che invece ci ha proposto e imposto oggi questo argomento relativamente alla questione, donde la persecuzione dei cristiani. Io ringrazio in modo particolare il senatore Bettamio per aver ricordato che, contrariamente a quanto si legge nella mozione del PdL, dalla quale si evincerebbe che i cristiani siano perseguitati esclusivamente nel mondo musulmano, in Laos la professione di quella fede è un crimine che porta al carcere a vita. Ringrazio anche il senatore Ceruti che ha voluto ricordare come in Cina i cristiani vengano perseguitati quotidianamente.

Il Partito Radicale transnazionale, che dal 1995 è affiliato all'ONU, nel 2002 ed ancora nel 2004 ha messo a rischio la propria affiliazione con l'organizzazione di tutte le nazioni del mondo per difendere i cristiani di origine etnica anche diversa dal gruppo principale in Vietnam: sto parlando dei cosiddetti montagnard che vivono nelle colline centrali del Vietnam, che dalla fine della guerra in Vietnam sono al centro di una persecuzione quotidiana che impedisce loro di celebrare il Natale, che comunque sarebbe una festa minore, ma sicuramente impedisce loro di celebrare anche la Pasqua.

A tutto questo, però, come si risponde, a parte questo tipo di atteggiamento politico che abbiamo visto ieri sera con l'inclusione lampo di questo punto all'ordine del giorno senza che se ne potesse discutere? Chiaramente, all'interno dell'Aula ci troviamo tutti fermamente d'accordo nel denunciare questo tipo di persecuzione e quindi si poteva arrivare, magari ad un testo più articolato e complesso, che avrebbe potuto raccogliere un sostegno unanime; qualcosa di straordinario: 322 senatori che sottoscrivono una forte denuncia delle persecuzioni dei cristiani che deve essere presa in considerazione dal nostro Governo.

Cosa, oltre che a questo tipo di atteggiamento, stiamo vedendo accadere da parte della Chiesa cattolica in modo particolare? La stipula di contratti con i Governi vietnamita, laotiano e cinese, che in qualche modo fanno sottostare a questi sistemi legali di Paesi antidemocratici la possibilità di esercitare la propria fede. Non credo che questo possa essere lasciato fuori dal nostro dibattito, perché non solo è un comportamento che va nella direzione auspicata del godimento dell'inalienabile diritto della libertà religiosa, ma è anche in controtendenza rispetto a tutti i concordati che la Chiesa cattolica impone ai Paesi europei o democratici, dove si chiedono dei privilegi che garantiscano la possibilità di poter praticare la propria fede, magari anche con un'attenzione economica particolare.

Quindi, ritengo anche che alcune delle raccomandazioni fatte, salvo quella relativa alla mozione preparata dalla senatrice Soliani - e la ringrazio per questo - purtroppo anche lei nottetempo, si debba coinvolgere più che il nostro Governo in quanto tale, l'Unione europea che - non solo forte di una coalizione di Paesi ma anche di presenza diplomatica in tutto il mondo - crei un organismo che possa, come già avviene negli Stati Uniti, monitorare la libertà di religione di tutte le religioni nel mondo e comportarsi di conseguenza, come è anche auspicato nella mozione, tutte le volte che si stipulano accordi bilaterali con questi Paesi. Esisteva una volta, mai stata applicata - ahinoi - una clausola relativamente al rispetto dei diritti umani; ebbene, la libertà religiosa è un diritto umano, sancito non esclusivamente dalla Dichiarazione universale dei diritti umani come dice la Lega, che sappiamo tutti essere un documento non vincolante, ma anche nei patti internazionali di diritti civili e politici ed in tutta una serie di altri strumenti internazionali dei diritti umani che sono stati firmati e ratificati da oltre 150 Paesi al mondo. In fase di dichiarazione di voto probabilmente riprenderò la parola, ma queste sono considerazioni che devono rimanere agli atti.

Per stigmatizzare anche il comportamento relativo ai privilegi di alcune confessioni religiose, il caso o chi altro per lui ha fatto bene le cose: a pagina 12 dell'ordine del giorno di stamani troverete un'interrogazione della senatrice Poretti e mia sulla devoluzione dell'8 per mille dell'IRPEF alla Chiesa cattolica; questo tanto per inquadrare la questione a trecentosessanta gradi. (Applausi della senatrice Granaiola).

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