La proposta dell'Onorevole Fassino ha il merito di porre il problema del Caucaso in una prospettiva regionale in una zona d'Europa altamente volatile e potenzialmente esplosiva. Data la complessità della regione nonché le stratificazione degli interessi umanitari e geopolitici, oltre alle tre ex repubbliche sovietiche però vanno incluse tutte quelle comunità che ad oggi hanno scelto, o sono state costrette, a manifestare le proprie richieste di "autodeterminazione', sempre solo e comunque con l'uso della armi.
Come ho prospettato al Ministro Frattini in sede di audizione delle Commissioni Esteri del Parlamento oltre un mese fa, il Partito Radicale Nonviolento, che è affiliato all'Onu e l'UNPO (Unrepresented Nations and Peoples Organization) stanno lavorando a un dossier riassuntivo della storia e le rivendicazioni delle popolazioni della regione caucasica e del Mar Nero che da due decenni hanno subito ogni tipo di sopruso e violazioni dei fondamentali diritti umani a seguito dell'implosione dell'Unione sovietica.
Se conferenza deve essere, si tratti di un forum aperto anche al contributo non governativo che potrebbe contribuire alla ricerca di soluzioni politiche strutturali e non al mero ristabilimento dello status quo ante.
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