PERDUCA (PD). Signor Presidente, più volte durante il dibattito odierno è stato ricordato che l'emergenza dei rifiuti in Campania si protrae da 14 anni, tempo in cui dovrebbe essere diventata ormai, più o meno, una vera e propria catastrofe se, in effetti, quotidianamente si andasse aggravando. Sono trascorsi 14 anni durante i quali, a fase alterne, questa emergenza è anche entrata nelle nostre case grazie a giornali e telegiornali. Recentemente, probabilmente perché ci sono altre situazioni emergenziali, questa dei rifiuti, invece, è scomparsa dalle televisioni, almeno per quanto riguarda le cronache nazionali mentre, se andiamo a vedere quelle locali delle varie province della Campania, resta tutta presente.
A volte, però, quando tali emergenze scompaiono dai mezzi di comunicazione di massa, due possono essere i motivi: il primo è che in effetti si sta cominciando a ridurre lo stato emergenziale e, quindi, in qualche modo ci si avvia ad un governo del fenomeno, oppure si vuole silenziare ciò che in qualche modo non funziona. Mi viene il dubbio che si tratti più del secondo caso che del primo: si vuole cioè silenziare ciò che questo dirigismo centralista, che fa da principio ispiratore del decreto in esame, non vuole far funzionare. E, gratta gratta su questa superficie di silenziamento, non vorrei che ancora una volta venisse fuori qualcos'altro, cioè si voglia silenziare non il problema dei rifiuti in Campania ma tutta una serie di manovre volte a bloccare alcune delibere delle amministrazioni locali che molto spesso provengono da una parte politica perché dal centro, invece, è arrivato l'ordine che ad un'altra parte politica devono essere affidate concessioni e fatte vincere gare d'appalto.
Il relatore Fluttero ha dichiarato che questa emergenza ha presentato l'Italia nel resto del mondo in maniera drammatica; credo che egli abbia utilizzato l'aggettivo "umiliante". Il relatore ha affermato che siamo umiliati da questo stato di cose. Secondo me, visto e considerato che in questa sede si è sempre parlato di rifiuti, di ecoballe e di termovalorizzatori, forse i veri umiliati sono i cittadini campani che continuano a essere tenuti totalmente fuori da questo processo decisionale.
Tutte le deroghe che sono state incluse in questo decreto-legge, che - ahinoi! - non hanno a che fare soltanto con le prescrizioni ambientali, come è stato ricordato, ma addirittura si arriva a creare una superprocura, parlano di cose e non di cittadini o di diritti di cittadinanza. I cittadini si stanno organizzando e il Governo dovrebbe iniziare a tenerne conto. Tutti gli emendamenti che l'opposizione ha preparato e presentato vanno in questa direzione.
I cittadini si stanno organizzando, a volte anche indipendentemente dagli ordini che vengono da Roma, per mettere in moto dei meccanismi virtuosi di riciclo dei rifiuti in maniera spontanea, con la partecipazione attiva della cittadinanza ed anche con la richiesta pressante di vere e proprie bonifiche, che non mi pare siano state al centro della relazione con cui è stato presentato il decreto in esame. Credo che sarebbe utile recuperare la possibilità per i cittadini campani di partecipare, anche dicendo no all'apertura di alcune discariche di termovalorizzatori vicini a centri abitati.
Entrando maggiormente nel problema strutturale della questione, perché - lo ripeto - siamo di fronte a quattordici anni di emergenza che si aggrava annualmente (e probabilmente vi è anche un problema nel tipo di risposte che sono state date), bisognerebbe iniziare a includere - i nostri emendamenti questo propongono - tutta una serie di misure che non soltanto tengano conto delle decisioni dei cittadini che subiscono questo tipo di politiche, ma anche di nuovi ritrovati della scienza e della tecnica, che vanno ben oltre il termovalorizzatore. Già esistono e sono ampiamente a disposizione, ad esempio, tecnologie che iniziano a promuovere la dissociazione molecolare perché si possano utilizzare - allora sì - i rifiuti per produrre energia, come si sta facendo in Islanda, negli Stati Uniti e in Giappone.
Occorre gettare le basi, nella necessità e nell'urgenza di gestire il fenomeno odierno, perché un domani, o il 1° gennaio 2010 (quando scadrà questo decreto-legge), non ci si trovi un'altra volta a ripartire da capo ad affrontare con un Sottosegretario una questione emergenziale. La tendenza dovrebbe essere quella di arrivare ad avere un contesto in cui ci siano rifiuti diminuiti all'origine. Certamente si può, con un centralismo dirigista che però abbia un minimo di buon senso e di visione per il futuro, imporre delle norme in Campania, ma anche in tutte le altre Regioni italiane in cui si bloccano gli imballaggi alla fonte, che costituiscono quasi il 40 per cento del rifiuto. Secondo noi, questa sarebbe una norma che, adottata quando finalmente voteremo il decreto-legge in esame, potrebbe metterci nelle condizioni, nei prossimi 16-17 mesi, di arrivare al 2010 in un contesto in cui sicuramente, se non altro, si è diminuito il numero dei rifiuti da smaltire.
Siamo stati tutti richiamati a un senso di responsabilità. Mi pare che tanto negli emendamenti che sono stati presentati, quanto negli ordini del giorno, nonché nella qualità del dibattito che ha caratterizzato questa mattinata, di senso della responsabilità ce ne siano molto.
Colgo inoltre l'occasione per invitare a un ulteriore senso di responsabilità relativo a un altro tipo di rifiuti: quelli che sono stati il prodotto dell'attacco e dalla guerra in Iraq. Nessuno lo sa, perché è sommerso ancora una volta dal silenziamento, ma in questi giorni è iniziato il processo per il vice di Saddam Hussein, Tareq Aziz, l'unico rappresentante iracheno di religione cristiana, per il quale gira voce (perché non esiste un collegio difensivo a cui sia stato affidato) sia stata già prevista la pena di morte e l'esecuzione immediata.
Stamane avrete trovato in casella una richiesta da parte dell'onorevole Pannella di adesione a un appello che chiede il no alla pena di morte per Tareq Aziz, il no all'esecuzione di questo rappresentante dell'amministrazione di Saddam Hussein, che tutti in quest'Aula abbiamo condannato come genocidaria.
Voglio invitare tutti i senatori a sottoscrivere questo appello e, se possono, anche a partecipare alla conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 16 alla Camera dei deputati dove tornerò a parlare, quando si affronterà la questione, dei dieci emendamenti che la delegazione radicale del PD ha presentato. (Applausi dal Gruppo PD).
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