3.28.2008

Il Presidente del Parlamento tibetano in esilio a Roma

Il presidente del Parlamento Tibetano in esilio Karma Chopel, in questi giorni a Roma, incontra i cittadini romani domenica 30 marzo alle ore 10,30 nel salone del Partito radicale nonviolento, a via di Torre Argentina 76.

In Europa su invito del Partito radicale, nei giorni scorsi a Strasburgo ha presentato alla stampa e consegnato al presidente della Commissione esteri
del Parlamento europeo un dossier fotografico sulle violenze perpetrate contro i tibetani dalle autorità cinesi. Le immagini possono essere visionate qui.

1 comment:

Kamadoska said...

"Il santone.
E in tutta questa storia campeggia una figura spirituale amata da tutti gli occidentali in cerca di una identità “alternativa”: il Dalai Lama, che vive di un vitalizio finanziario gentilmente concessogli dal governo di Washington. Il suo metodo viene definito gandhiano, nonviolento e pacifista. Strani aggettivi per uno che sosteneva i bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia! Ma al di là di ciò, questo signore è ben strano, è contro l’aborto e denuncia i gay, è nostalgico di un sistema dove vigeva la schiavitù, dove non si consideravano le donne quali esseri umani ma le si facevano dormire con gli animali, dove si gestiva una società autoritaria e teocratica basata sulle caste, dove le scuole non esistevano così come gli ospedali, e dove i figli dei contadini erano registrati come oggetti appartenenti al monaco di turno. Non è neppure necessario definirsi maoisiti per capire che i contadini tibetani hanno sostenuto l’Armata Rossa nel 1950, accogliendo con soddisfazione la ridistribuzione delle terre e l’abolizione della società feudale, piuttosto che il Dalai Lama che vive(va) a spese degli altri. Le riforme di Mao hanno portato all’innalzamento dell’età media della popolazione, alla costruzione di una rete viaria e di una rete educativa primaria e professionale in cui la lingua d’insegamento è il tibetano. Perché non si dice cosa era il Tibet prima della Rivoluzione? Perché non si dice che il Dalai Lama fu costretto ad andarsene anche a seguito di una rivolta popolare contro la schiavitù?"

Mi dispiace, ma non mi commuovo per il Dalai Lama!

di Massimiliano Ay