6.05.2007

LibMagazine, nessuno si fa meglio

"A maggior ragione, è sempre più necessario immaginare un 'fatto politico' nuovo, che ridia speranza e concrete ragioni di impegno a quanti rischiano di vedere attorno a sé solo macerie, e dentro di sé un forte disprezzo per quel che la 'politica' mostra e propone ogni giorno".

Belle parole no? simili a quelle che, mutatis mutandis, potrebbe utilizzare un parroco di una parrocchia qualsiasi in un'omelia di un giorno qualsiasi a seguito di uno scandalo qualsiasi delle solite notizie qualsiasi che ci bombardano quotidianamente. E invice si tratta della chiusa del primo editoriale di Daniele Capezzone in quanto Direttore politico di (nientepopodimenoché) LibMagazine. Da notare, tra le tante altre cose, che Capezzone, quando era direttore politico di un movimento liberale, liberista e libertario non s'era mai sognato di dedicare cinque minuti del suo prezioso tempo a scrivere pezzi originali per la newsletter Notizie Radicali da lui tanto voluta.

Capezzone spesso ci viene descritto come un politico giovane - o un giovane politico - che riesce a captare i segnali dei suoi simili, quegli stessi simili che, è da presumere, stiano consolidando il proprio disprezzo per la politica e siano pronti o ad andare per la loro strada, magari all'estero, oppure a sporcarsi le mani in prima persona come il Conte di MonteZemolo.

Capezzone ci viene spesso anche descritto, da quelli più "attenti" o "addentro" alla sua vicenda politica degli ultimi tempi, come l'ultimo di una lunga serie di errori politici di Marco Pannella anzi, sempre per alcuni, l'errore più grave tra i più gravi mai computi dal leader radicali negli ultimi tempi perché, ci si dice, da quando sono entrati nell'unione, questi radicali hanno perso buona parte dei propri connotati storici a partire del "parlar chiaro" (tanto caro invece al nostro super giovane).

Capezzone è sicuramente uno che s'è fatto da solo, ha preso un po' di creta radicale e l'ha modellata a sua immagine e somiglianza. In questa sua opera cosmetica, negli ultimi tre o quattro anni, ha fatto dell'analisi della situazione politica il proprio fare politica e così facendo ha contribuito a coltivare in molti dei suoi accoliti la convinzione che anche questo fosse fare politica radicale. Col passare degli anni Radicali italiani è divenuto sempre di più un movimento di opinionisti, qualsiasi, da movimento di opinione che era.

Oggi, lasciate le risponsabilità "formali" in Radicali italiani, Capezzone e i suoi si danno al retroscenismo dove non esistono più neanche le opinioni ma spadroneggia la condivisione delle voci di palazzo alla ricerca dello scoop o dello scandalo che possa fornire ulteriori argomenti alle grida popolari del "tutti a casa!" più vicine a populismi come quello leghista o dipietrista nel tentativo di nobilitarne in un "fatto nuovo" colorato di sfumture riformatrici e radicali.

Ecco un fulgido esempio di chiarezza e proposta politica tratto dal primo editoriale di Capezzone per LibMagazine:

"Ma, non vi è alcun dubbio, la situazione più critica, e forse non più correggibile, è quella della maggioranza. Ricapitoliamo. Un paio di settimane fa, il Presidente di Confindustria Montezemolo ha stilato un’agenda politica (di segno largamente riformatore) indirizzata al Governo: e il Governo, presente con una dozzina di Ministri, ha subìto il colpo, ha acutamente sofferto, e lo ha pure detto. Alcuni giorni dopo, un’agenda politica (convergente e anch’essa largamente riformatrice), è stata stesa dal Governatore di Bankitalia Draghi: e il Governo, quasi completamente assente, ha ancora una volta subìto e sofferto, anche se stavolta non lo ha detto. Fuor di scherzo, sofferenze o no, e silenzi o no, resta la sostanza. Ovunque nel paese cresce la consapevolezza di riforme tanto più necessarie quanto più rinchiuse dall’Esecutivo nell’ultimo dei cassetti (penso ai quattro punti del Dpef dell’anno scorso: pensioni, sanità, pubblico impiego e finanza locale): e, di ora in ora, il Governo appare sempre più paralizzato, al punto da vivere passivamente e starei per dire “inevitabilmente” la disfatta elettorale amministrativa del 27 maggio scorso."

Roba forte nevvero? Alzi la mano chi s'è appassionato tanto da auspicare un "fatto nuovo"... Un fatto nuovo in realtà ci potrebbe essere presto, anzi tanti fatterelli o ideuzze, come le chiama lui, che alla fine a forza di essere rammentati diventeranno "realtà": la rivista LibMag diviene settimanale e sarà registrata, proprio come s'addice a un qualsiasi libello sinceramente rivoluzionario - stai a vedere che magari diviene pure finanziata da qualche deputato.

Il motto di LibMag è "la politica non ha viscere, eppure ce le rivolta", bè, auguroni!

2 comments:

Mauro Suttora said...

tu sei assolto perche' hai contestato la linea politica di Capezzone anche prima che lui rompesse con Pannella. Bandinelli pure. Gli altri no

perdukistan said...

non m'ero accorto che ci fosse un processo...p