6.05.2007

Bono sempre troppo buono, coi soldi degli altri

Bono Vox, che ormai non infila più una canzone manco a piangere in cinese, si prepara a incontrare i leader del G7-8 per tornare a perorare la causa degli aiuti al continente africano. In effetti non c'è un paese che abbia mantenuto una delle promesse fatte negli ultimi anni all'Africa, né tantomeno c'è chi si adoperi affinché, per esempio, la ricerca scientifica possa trovare in poco tempo un potente antidoto alla malaria che continua a falcidiare migliaia di persone dappertutto nel continente nero, però i predicozzi di una (ex) pop star diventa venture capitalist che si compra il 25% della Palm fanno sempre un certo effetto - e non necessariamente positivo.

Che fare allora? invece di continuare a sfrangiarci i santissimi con le sue campagne autopromozionali all'insegna del "I Still Haven't Found What I'm Looking for", tanto per dimostrare la propria serietà, e pure un minimo di coerenza, bisognerebbe trovare lo spirito adatto per rispondere al compagno Bono di far qualcosa lui, chessò trasferirsi armi e bagagli in Africa, aprire un centro di ricerca dedicato esclusivamente alle malattie tropicali, finanziare la promozione di semplici, ma efficaci, pannelli solari per il funzionamento di fornelli e pompe per l'acqua o magari di avviare un processo di interconnettività non proprietaria per consentire un minimo di sviluppo autoctono.

Altrimenti primo o poi, dalla sua Africa, si solleverà un bel coro "With or Without You"

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