12.09.2005

"un problema di approccio, di mentalità, di analisi, una premessa valida per qualsiasi discorso"j

M'ero perso, ma solo perché in tutt'altre faccende affaccendato - e ringrazio un amichetto che me l'ha segnalata - una lettera di Federico Punzi al direttore di Notizie Radicali in cui si riprendono alcune mie considerazione sulla gestione di Internet. Dice Punzi, che al contempo promette di documentarsi meglio (speriamo per tempo, però) che in " un articolo di ben 13.884 battute sul tema della libertà di Internet [di Marco Perduca] - si sollevano anche questioni urgenti e soluzioni in gran parte condivisibili - senza nemmeno citare quei regimi totalitari che negano il libero accesso dei propri cittadini alla Rete, e anzi si individuano come problema gli americani. Ché non sono più quelli di una volta, ma che «in ossequio al presunto libero mercato e alla guerra al terrore stanno seriamente minando la possibilità tecnica di un utilizzo politico della Rete stessa». Utilizzo politico? Deciso da chi? Non c'è niente da fare, è uno stato d'animo. Nel merito più in là m'informerò meglio, ma accedendo a una pagina alla quale rimandava un link nel suddetto editoriale ho trovato conferme della mia impressione da queste parole dell'autore: «... il mio problema non è che gli americani hanno le chiavi della Rete, anzi, è che quel lucchetto lo aprono a chi vogliono loro e basta e, recentemente, lo hanno aperto a google e yahoo acconsentendo che questi 2 motori di ricerca censurassero certe parole chiave su siti in cinese e/o cinesi. Domanda: come si risponde a questo tipo di comportamento? Ce la si prende con la Cina (contro la quale non si può nulla), oppure con chi consente che gli algoritmi blocchino la ricerca?».

Ora, a me pare che più chiari di così nel Perdukistan non si potrebbe essere, comunque visto che son faccende importanti, se non fondamentali per la libertà di milioni di persone, ci riprovo. Quel che si tentava di dire era che, se è vero come è vero che l'ICANN e il Dipartimento di Commercio USA sono i gestori della rete (conferma recentemente avvenuta al WSIS di Tunisi e per cui ci siamo tutti ritrovati sotto lo stesso altare ad accendere un cero alla Madonna della Rete), e se è vero come è vero che in Cina, Iran, Arabia saudita e Vietnam, ma anche Tunisia, Birmania e Laos si assiste a una vera e propria persecuzione di naviganti e alla censura preventiva nei confronti di termini come "libertà", "democrazia" e "partito radicale", allora come non si può non affrontare la questione che se gli algoritmi della Rete sono maneggiati in modo tale da consentire questo tipo di annientamenti essi lo sono grazie a un assenzo del detentore delle chiavi?

Gli amici - e beniamini - di Punzi dei think tank americani di area repubblicana non perdono occasione per ripeterci che la priorità dell'Amministrazione Bush è la promozione della libertà e della democrazia anche come antidoto al terrorismo. Dai loro blog essi spendono anche diverso tempo a promuovere, con una grancassa più deboluccia di quella utilizzata per i B52 ahimé, il cosiddetto soft power della public diplomacy auspicando che si possa presto passare (o magari lo si possa fare a complemento di interventi militari) al bombardamento di informazione in quei paesi dove vige la censura e son negate le libertà di parola e assemblea: nel Perdukistan questo si chiama preconizzare un uso politico della Rete...

Visto e considerato tutto quanto esposto di nuovo qui sopra, ne seguiva la domanda non retorica del perché non ci si sia opposti (laddove si poteva, e secondo i think tank citati si doveva) a Google e Yahoo! impedendo loro di non accondiscendere ai desiderata dei cinesi, nel momento in cui si vogliono raggiungere i cuori e le menti delle vittime dei peggiori regimi del pianeta? Oppure perché si è acconsentito a che la Microsoft fornisse il supporto di software necessario per la creazione del "Great fireWall of China", quando si proibisce la vendita di tecnologia militare a Pechino?

In attesa di un'ulteriore documentazione tecnica, ci potrebbe essere almeno qualche considerazione politica; a meno che non ci si voglia allineare, come spesso accade, col Senatore McCain che auspica il populista sviluppo di un megasoftware che aggiri le censure... ma non sarebbe più efficace, nonché politico, per una volta, andare alla radice del problema?

4 comments:

JimMomo said...

"e se è vero come è vero che in Cina, Iran, Arabia saudita e Vietnam, ma anche Tunisia, Birmania e Laos si assiste a una vera e propria persecuzione"

Ahhh, c'è voluto qualche post, qualche comunicato e un paio di lunghi articoli, ma finalmente fanno comparsa loro, le vere protagoniste, le dittature.

Lasciando stare che non si scrive "assenzo" ma "assenSo", non sono un tecnico ma non credo che ICANN c'entri qualcosa con i filtri e le censure preventive. Cioè credo proprio che non possa far nulla la ICANN. Spero di sbagliarmi.

Per quello che ne so io ecco cosa fa l'ICANN: Ogni indirizzo internet, ogni nome di dominio (ad es. www.radioradicale.it) ha un indirizzo IP, che corrisponde a un numero (ad es. http://81.115.165.171), attraverso il quale ogni computer è in grado di trovare quel sito e visualizzare i suoi contenuti. Dal 1982 esiste uno standard per la definizione dei nomi di dominio (DNS) grazie al quale è possibile associare nomi facili da ricordare agli indirizzi IP. La prima operazione che viene eseguita dai computer per trovare il sito al quale vogliamo collegarci è la ricerca dell'elenco di domini cui appartiene, il "Top Level Domain" (.com .it .net .org). Dove si trovano i siti che terminano con .it? In Italia. Bisogna rivolgersi ai server del Cnr di Pisa. La risposta a questa prima basilare ricerca è fornita da soli 13 server, chiamati root-server (10 negli Stati Uniti, 2 in Europa e 1 a Tokio). Al fine di evadere tutte le richieste giornaliere sono settati per rispondere ad una sola richiesta per server nell'arco di 24 ore, tempo dopo il quale si azzerano. La gestione e la sicurezza dei root-server, e la responsabilità di autorizzare operatori terzi (per .it il Cnr di Pisa) a rilasciare domini "Top Level Domain", sono affidate all'ICANN.

Focalizzarsi sul problema di togliere a questa benedetta maledetta amerikana ICANN un lavoro che svolge benissimo mi pare proprio sbagliare bersaglio. Come sbagliare bersaglio mi pare prendersela con yahoo e google e non 1) fare pressioni sulle dittature che esercitano la censura; 2) fornire strumenti tecnici ai movimenti di opposizione e ai navigatori per aggirare la censura.

Tra l'altro, il problema che certe parole come chiavi di ricerca non sono ammesse è il minore perché si possono trovare le stesse cose con un'infinità di combinazioni di ricerca che aggirino l'ostacolo. E non permettere ai maggiori e migliori motori di ricerca del pianeta di sbarcare in Cina per questo mi pare poco lungimirante.

perdukistan said...

a pù o li leggi o non li leggi tutti 'sti pezzi perché della premiata ditta dell'asse del male s'era parlato fin dal primo testo. per il resto se ne riparla quando capirai di non esserti sbagliato. anche perché non si può certo ipotezzare che gli americani si tengano giusto il ruolo di "portieri" della rete... che son scemi?

JimMomo said...

"se ne riparla quando capirai di non esserti sbagliato"

Guarda che già ho capito di non essermi sbagliato :-)))

Ti lascio al dopocena va' :-))

perdukistan said...

nono, se ne riparla allora ;)