Ricordate la cosiddetta Rivoluzione delle Rose in Georgia? bene, fu salutata, da moltissimi, anche tra amici cari e acuti, come il nuovo che avanzava in rottura con le pastoie del regime di Shevarnaze e i possibili rigurgiti di post-sovietismo. Poco importava fargli notare che se un'opposizione alberga su CNN o la BBC ci deve essere sotto qualcosa d'altro che la promozione della libertà e delle democrazia.
Bene, tra i maggiori cantori delle magnifiche sorti e progressive del giovane Presidente Michail Saakashvili, bne addestrato in un qualche università di Washington e studio legale di New York alla leadership democratica, c'era chi in Italia pensava di poter, un giorno, arrivare a fare le stesse cose, seguendo gli stessi percorsi.
Bene, tanto quello, il caucasico, quanto questo, il romano, stanno dimostrando quanto sia rischioso fidarsi di chi vien bene in tivvù tutte le volte che ce lo fanno andare. Da chi spaccia il verosimile per la versione digeribile per il grande pubblico di cose complesse, che spesso sono agli antipodi della loro rappresentazione, non ci si poteva aspettare che il ritorno alla necessità di stabilire un "po' d'ordine" (pubblico o intellettuale non importa) dopo la "rivoluzione".
La parabola, o come si dice in politichese "traiettoria", del caucasico, che fa bella mostra e uso di truppe antisommossa attrezzate per le guerre stellari, quanto quella del romano, che mistifica a ogni piè sospinto la sua storia nonché quella di chi gli ha consentito di essere quel che è, dovrebbero ricordare che "esser giovani" in politica, purtroppo, è una aggravante che spesso viene elevata a contenuto e messaggio.
Qui si sostiene il Partito Repubblicano georgiano.
11 comments:
non sarà elegante, ma oh ca##o se lo avevo detto, e spesso, che il Georgiano era di questa pasta...
che brutto spettacolo: il pupillo della "democrazia" e dell'Occidente che si dimostra il solito satrapo golpista.
E che bella figura per "noi" che lo abbiamo aiutato...
Premesso che Saakashvili è un nazionalista, non è il migliore esempio di statista democratico, e forse sta pure esagerando questi giorni.
Però la Rivoluzione delle Rose ha aperto un processo storico importante in Georgia, nel Caucaso e in tutto il mondo ex-sovietico. Come tutte le transizioni verso la democrazia non sarà un processo indolore, né lineare .
Gli avvenimenti di questi giorni non sono nè segno del ritorno al passato ma un manifestarsi della normale dialettica politica in un paese post-sovietico.
Lukashenko che uccide e imprigiona oppositori e giornalisti è tutt'altra cosa..
paolo, senza offesa, non fare il capezzone adesso!!! non si tratta di guardare a chi sta peggio per trarre comunque motivo di soddisfazione per quel minimo che è successo. saakashvili, secondo me fin dall'inizio, aveva un piano: sostituirsi al vecchio, un po' come gli amichetti in ukraina, una oligarchia che andava a sostituirsi all'altra. certo c'è maggior benessere e le case sono state pittate, ma non credo che si debba mandare la polizia antisommossa in piazza (avete visto che razza di attrezzatura hanno?!?!?) a sedare delle proteste pacifiche!!!
il buon saakashvili, come l'ultimo chavez di turno, decide anche di spostare le date delle elezioni per sfruttare l'accoppiata parlamentar-presidenziale, sposta sposta alla fine sposterà anche i termini di mandato e la sua possibilità di essere rieletto. già me lo vedo
Marco, non darmi del Capezzone che su questo blog non c'è peggior insulto :)
La tua analisi non fa una piega ma le oligarchie corrotte e pure le forze antisommossa sono una cosa normale e quasi fisiologica in una (giovane) democrazia caucasica (soprattutto considerando che la nostra polizia in certi casi fa molto peggio).
Che poi le proteste siano state totalmente pacifiche questo non pare.
E' molto meno accettabile invece che un Presidente rinvii le elezioni di un anno per paura di perderle.
Stiamo a vedere, quello che non cambierò, comunque vadano le cose, è il giudizio sulle rivoluzioni colorate che lungi dall'aver ottenuto svolte democratiche stabili hanno rappresentato il miglior esempio di lotta nonviolenta e popolare in questo inizio secolo.
Saakashvili said in his televised address to the nation: "I have a proposal to hold presidential elections on January 5, 2008."
buon elezioni.
le elezioni dovevano essere ora. le rivoluzioni colorate hanno, per l'appunto, coloricchiato qua e là questo o quel regime, ma poco più. secondo me perché c'è dietro una regia poco democratica e sicuramente illiberale, ma si sa noi fondamentalisti della libertà siamo a disagio oggi sotto certe stelle (e strisce).
fondamentalista de che? ma fammi il piacere, va... giulietto chiesa de voialtri radicali che non sei altro. se quello, che non è puro come te, avesse convocato elezioni "ora", lo avresti accusato di non aver concesso tempo per la campagna elettorale. certo che il capezzonismo e l'anticapezzonismo vi sta accecando tutti, pur di lavare l'onta del peccato. ma, aldilà di questo, mi pare che tu soffra del solito complesso di inferiorità nei confronti degli illiberali e poco democratici, che però sono gli unici che fanno qualcosa, seppur male, per democrazia e libertà. e non da Bush. ma probabilmente ti avremmo trovato a manifestare per la pace, anziché la seconda guerra mondiale imperialista contro i compagni lavoratori tedeschi. e naturalmente Roosvelt si è attaccato da solo per imporre il piano Marshall all'Europa.
concedimi di decidere cosa avrei detto se qualcuno avesse rispettato la propria costituzione. cosa che tra l'altro auspico anche a casa mia. per il resto non è necessariamente meglio fare male certe cose che aspettare il momento più propizio per farle bene. iraq docet. no?
giusto sul rispetto della costituzione...
la Costituzione della Georgia prevede le elezioni presidenziali ogni 5 anni: 4 gennaio 2009.
le legislative sono ogni 4 anni: 28 marzo 2008.
I tuoi amici georgiani vogliono fare quel che tu in Italia intendi evitare a tutti i costi. magari con uno stato d'emergenza individuale.
era un'ora di mesi, of course.
http://eng.primenewsonline.com/?c=121&a=10409
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