Ero in giro per il mondo e quindi mi son perso l'avvio del dibattito sul "partito senza tessere" innescato da Ferrara sul Foglio. Il tema è interessante, e magari anche di fondamentale importanza per una politica dei e pei partiti come quella italiana; oggi vedo che Ferrara approfondisce un aspetto della faccenda dal quale non credo si possa prescindere perché in effetti si possano creare le condizioni necessarie per avere dei "partiti senza tessere". Lo fa rispondendo a una lettera.
Al direttore - Non le pare che un “partito americano” in un paese che lo è poco, o per niente, possa aggravare i problemi di sessant’anni di partitocrazia consociativistica piuttosto che garantire la governabilità? Senza una vera riforma federalista, maggioritaria a un turno, e presidenzialista che sganci la vita politica dal finanziamento pubblico c’è il forte rischio di un orizzonte gattopardesco più che da ricerca della felicità. No? Cordially
Rino Golinelli, via Web
Risposta del Direttore
Certo, se il Partito democratico rivoluzionerà il modo di essere di un partito italiano moderno, che ha scelto a quanto pare un modello non tradizionale e non europeo di organizzazione e identità pubblica per rappresentare il centrosinistra con una vocazione maggioritaria, si porrà naturalmente e obbligatoriamente il problema di mutamenti istituzionali e di cultura corrispondenti. Una riforma “privata” potrebbe di nuovo condurre alla realizzazione di una novità istituzionale “pubblica”. Non è già successo con il fenomeno Berlusconi, quando quel partito nuovo e le forme politiche inedite della sua leadership personale condussero alla realizzazione del maggioritario e del bipolarismo? Anzi, una delle caratteristiche della vita politica italiana dopo la fine della Prima Repubblica è proprio questa: le riforme istituzionali o i mutamenti di sistema e di linguaggio e comportamento politico nascono da una nuova Costituzione materiale, che si afferma negli incerti passaggi di svolte politiche determinate dalla necessità e dal realismo. Berlusconi voleva salvare la sua libertà di imprenditore e, spinto da questa necessità, ha dato origine a un partito e a coalizioni delle libertà imperniate sulla sua leadership trainante. Postcomunisti e postdemocristiani, confluendo per necessità in un partito che non è né socialista né democristiano, creano un fenomeno che potenzialmente scavalca la tradizionale linea divisoria tra partiti ideologici vigente in Europa.
4 comments:
i radicali sono un partito senza tessere, ma non per scelta vostra
per scelta tua anche, mi sa, no?
no, io sono iscritto
bravo. anche per l'anno prossimo?
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