10.29.2007

Far dell'Afghanistan una libera farmacia

Settimana scorsa il Parlamento europeo ha adottato a stragrande maggioranza una raccomandazione presentata da Marco Cappato, che ha occupato parte della mia estate, che si conclude con questo paragrafo che potrebbe far la differenza in Afghanistan:

"elaborare e sottoporre al governo afgano, nel quadro di programmi di riduzione dell'offerta illecita patrocinati dall'Unione europea, un piano e una strategia globali intesi a: controllare la produzione di stupefacenti in Afghanistan, migliorando la governance e lottando contro la corruzione ai livelli più alti dell'amministrazione afgana (in particolare al ministero degli Interni) avvalendosi degli strumenti giuridici internazionali esistenti; dirigere l'azione contro i principali trafficanti sul posto; migliorare lo sviluppo rurale nel suo insieme, soprattutto nelle regioni più povere e in quelle non ancora dedite alla produzione di oppio su ampia scala; impegnarsi, in modo attento e selettivo, nell'estirpazione manuale e avviare un progetto pilota per la conversione, su piccola scala, di una parte delle attuali colture illegali di papavero in campi per la produzione legale di analgesici a base di oppio; sottoporre la relativa produzione a una rigorosa vigilanza, in loco, che a sua volta dovrebbe essere accompagnata dalla vigilanza di un organismo internazionale, per esempio l'UNDCP, al quale va affidata la supervisione e l'intervento per evitare che la produzione sia dirottata in altri mercati illegali come quello dell'eroina;"

E' un po' lungo e omnibus ma ci sono tutti gli elementi per spostare dal militare al civile lo sforzo principale in Afghanistan.

2 comments:

NicPic said...

Ottimo lavoro...e pensare che qui vogliono far obiettare i farmacisti

perdukistan said...

paese che vai mullah che trovi ;)