8.09.2017

lettera al @ilfoglio_it su dati e droga

Al direttore - Immagino che l’intervista di Marianna Rizzini ad Andrea Zapparoli dei Nas sulle “canne” sia stata fatta prima che questi potesse leggere la Relazione al Parlamento 2017 sullo stato degli stupefacenti in Italia del Dipartimento politiche antidroga. Molti dei timori infatti paiono del tutto infondati. Vediamone almeno sei: 

1) in un paese dove sei milioni di persone incontrano (abitualmente o saltuariamente) gli stupefacenti i ricoveri siano stati 6083 – lo 0.1 per cento di chi ne fa uso; 

2) il rapporto con le sostanze non è un problema prevalentemente giovanile, le statistiche analizzano la popolazione fra i 15 e i 64 anni e ci dicono che il 33 per cento della popolazione totale (!) che nel corso della propria vita ha provato almeno una sostanza psicoattiva illegale è spalmato uniformemente tra gruppi d’età; 

3) i luoghi di approvvigionamento più frequentemente utilizzati sono la discoteca (39 per cento), i concerti o rave (31 per cento), la strada (30 per cento) e la casa dello spacciatore (30 per cento), non il deep web; 

4) l’mdma diventata protagonista per “il triste caso di Chiavari” non è una “droga leggera”, è un cosiddetto stimolante noto ai più, tanto è vero che solo il 2 per cento di chi ne fa uso non sa cosa ingerisce; 

5) per quanto ogni morte sia tragica, non ci sono statistiche che confermino, neanche a livello europeo, la estrema pericolosità in sé dell’mdma; 

6) ultimo ma non ultimo, se la prevenzione dell’uso fosse così importante per le istituzioni non si capisce come mai, come segnalato da Radicali Italiani, nel 2016 son stati stanziati 1.632.176,17 euro per il Sistema nazionale di allerta precoce ma impiegati solamente 30.283,17 euro (1,86 per cento del totale) e le segnalazioni pervenute sono state solo 15.
  
Insomma, posto che il fenomeno è di dimensioni sicuramente importanti e che se ne dovrebbe poter parlare in modo istituzionale in occasione della Conferenza nazionale sulle droghe, come chiesto tramite diffida al governo dall’Associazione Luca Coscioni, Antigone, Forum droghe, Lila e la Società della Ragione, evento che non viene convocato dal 2009, va ricordato, una volta di più, che le droghe fanno male come qualsiasi altra sostanza – intossicante o meno. Paracelso ci insegna che è la quantità che fa il veleno, il buon senso che i carabinieri non possono gestire un problema strutturale come questo.
Marco Perduca

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