1.26.2016

mia lettera su @ilfoglio_it su il figlio di Saul

Al direttore - Anche se a Mariarosa Mancuso è parsa più espressiva la nuca che non il volto di Géza Ròhrig, l'attore che impersona il personaggio principale de "Il figlio di Saul", quella pellicola è l'ennesima riprova che di film sulla Shoah non ce ne saranno mai abbastanza. In "Saul fia" si narrano le ore finali della "vita" di un Sonderkommando - un internato costretto a gestire efficientemente lo sterminio di migliaia di persone per poi subire la stessa orribile sorte. Con un milione di euro e 28 giorni di riprese intense e drammatici effetti sonori, l'esordiente Laszló Nemes racconta orrori, alienazione, speranze, odii, amori, religiosità, ribellione, vergogna, viltà e ungheresità con un lirismo sommesso di raro coinvolgimento. Il figlio di Saul è il film da vedere in questa settimana della memoria anche se gli altri li abbiamo già visti e rivisti tutti. Magari indossando proprio la vostra kippah.

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