4.14.2014

Ci siamo dimenticati della Siria e dei siriani e dei Radicali

Non passa giorno che in Siria non si spari. Non passa giorno che in Siria non ci sia qualcuno obbligato a lasciare la propria casa, la propria città o il proprio paese. Non passa giorno che nel mondo si facciano avanti alla guerra in Siria altre urgenze. 
 
Tra le decine di attività Radicai silenziate dai media, ne voglio ricordare almeno due:
 
1 nel gennaio del 2010 la Repubblica italiana aveva conferito a Bashar Al Assad l'onorificenza di Cavaliere della Gran Croce per i suoi successi nel campo della lacità dello stato. Si avete letto bene una decorazione molto importante per un motivo molto importante.

Quella Croce fu tolta perché riuscii a mettere insieme oltre 50 senatori di tutti gli schieramenti, Lega esclusa, perché il governo revocasse per indegnità l'onorificenza. Solo il Giornale e Libero seguirono con attenzione la faccenda. 

Nel mio intervento in aula fui anche ripreso perché citai il Presidente della Repubblica con toni non lusinghieri in questo intervento del giugno 2012


 
A fine marzo 2011 invece, avevo chiesto alla Farnesina di mantenere gli impegni assunti durante il dibattito su la possibile cooperazione accademica tra l'Italia e la Siria e cioè di esser pronta a congelare gli scambi qualora fossero state rilevate violazioni dei diritti umani.

A chi si interessa di politica internazionale erano chiare le caratteristiche criminali del regime siriano, a chi invece fa altri tipi di ragionamenti, seppure con competenze di relazioni internazionali, alcune evidenze appaiono tali solo quando è solitamente troppo tardi.

A seguito di uno scambio avuto in aula coi rappresentanti del Governo italiano che auspicava che si potessero "disinnescare le tensioni degli ultimi giorni", eravamo agli inizi delle manifestazioni ad Homs, e che il "governo di Damasco potesse dare seguito alle annunciate riforme che sono fondamentali per quella stabilità che l'Italia si augura". 

Quale avrebbe potuto mai essere la stabilità promossa da un regime come quello di Assad? chiesi retoricamente, aggiungendo che "in attesa di tutto ciò" [...] anche se non mi pareva che ce ne fossero gli estremi, invitai "l'Italia a sospendere il trattato di cooperazione culturale recentemente ratificato colla Siria" e a dar "seguito all'ordine del giorno presentato colla senatrice Poretti che prevedeva il sostegno, e non l'auspicio, a:
- ogni accenno di annunciato impegno in riforme politiche ed economiche, e a favorire l'affermarsi di tale posizione anche a livello europeo, al fine di migliorare la propria credibilità verso l'integrazione regionale e internazionale, con particolare attenzione anche alle voci di chi, istituzionalmente, non partecipa al processo decisionale preclusogli da un regime non democratico; 
- promuovere e favorire ogni azione, a livello europeo ed internazionale, tesa ad assicurare che la Siria disponga una moratoria delle esecuzioni capitali e avvii una profonda revisione del codice penale, rendendo più accessibile, oltre che da entità ufficiali delle Nazioni unite anche da parte di soggetti indipendenti, il sistema di amministrazione della giustizia; 
nonché a "monitorare i ricorrenti episodi di discriminazioni subite dalle minoranze etniche e religiose sia autoctone sia che risultino presenti, per ragioni diverse, in Siria, e conseguentemente ad attivarsi al fine di favorire il rispetto delle prerogative tradizionali e culturali di tali minoranze oltre ai diritti fondamentali universalmente riconosciuti, nonché i casi di denegata giustizia raccolti da numerose organizzazioni internazionali sui diritti umani". 

Molto di più che star fermi ad aspettare che si disinneschino le tensioni. 

Alle volte anche ascoltare chi è all'opposizione di maggioranza e opposizione può esser cosa saggia...

No comments: