10.03.2013

Contro lo sterminio per migrazione più Europa e più Stato di Diritto internazionale

L'ennesima tragedia davanti alle coste di Lampedusa impone una reazione istituzionale all'altezza degli obblighi internazionali della Repubblica italiana e degli annunci più volte fatti di coinvolgimento delle istituzioni europee. Ieri nel suo discorso per la fiducia il Presidente Letta ha invocato gli Stati uniti d'Europa come obiettivo politico da perseguire; dalle parole adesso occorre passare ai fatti e, se non si vuole iniziare dal recupero delle idee forza del Manifesto di Ventotene che imputavano alla sovranità nazionale la causa delle violazioni dei diritti individuali, almeno si parta dalla necessità "umanitaria" di scongiurare che il Mediterraneo divenga la più grande fossa comune della storia dell'umanità con un impegno trans-nazionale.

Occorre quindi coinvolgere con straordinaria urgenza tutti gli stati membri dell'Ue per affrontare colle necessarie modifiche legislative - partendo dall'armonizzazione delle leggi e politiche sull'asilo - la questione migrazioni e dotare i paesi di "frontiera" delle necessarie risorse umane e finanziarie per rispettare i propri obblighi internazionali che derivano dall'aver riconociuto i diritti umani a chiunque - indipendentemente dalla cittadinanza - e per fornire, almeno, un primo soccorso degno a decine di migliaia di persone che cercano rifugio piuttosto che rafforzare la "lotta all'immigrazione clandestina".

Allo stesso tempo, oltre che affrontare la cause del permanere di questa "fuga di massa", occorre coinvolgere i paesi da cui i migranti si imbarcano verso l'Europa e quindi agire quanto prima almeno su Libia e Tunisia NON per imporre il pugno di ferro contro i chi scappa e armare la loro guardia costiera ma per creare un quadro normativo-istituzionale condiviso capace di assistere chi ha bisogno e aiutarlo nella ricerca di una vita migliore. Tanto in Libia quanto in Tunisia l'Italia può avere voce in capitolo e pretendere che le legislazioni e politiche di quei paesi si aggiornino al diritto internazionale.

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