3.08.2013

interrogazione sul carcere femminile di Pozzuoli

 Interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia

dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

Giovedì 7 marzo 2013, si è tenuta una visita ispettiva senza preavviso presso la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (NA):

la struttura detentiva è ricavata da un ex convento del ‘700 in una zona centrale, quindi logisticamente inadeguata per ospitare un istituto che dovrebbe avrebbe caratteristiche molto diverse per poter ospitare a norma di legge, oltre che degnamente, le decine di recluse;

considerato che:

il 7 marzo, il giorno della visita effettuata dal Senatore Perduca, la casa Circondariale di Pozzuoli ospitava 224 detenute (di cui 27 non italiane) mentre la capienza regolamentare è di 82, registrando un sovraffollamento tale da confermare quanto recentemente reso noto dall’associazione Antigone, e cioe' che si tratta del quarto carcere più sovraffollato d’Italia!

nell’ultimo anno i dati mostrano un incremento della popolazione carceraria, tanto che la sala della socialità al primo piano è stata convertita in cella che il giorno della visita ospitava 19 detenute, tra l'altro in regime di alta sicurezza, mentre il loro circuito è a media sicurezza;

l’inadeguatezza strutturale è l’aspetto più problematico del penitenziario, al suo interno l’edificio presenta cameroni che ospitano in media una dozzina di detenute, crepe e infiltrazioni d’acqua. Calcinacci si staccano continuamente dal soffitto rappresentando un rischio per la salute delle detenute;

la delegazione e' stata informata che recentemente era avvenuta un’imbiancatura del soffitto per far cessare, almeno temporaneamente, la caduta di calcinacci, ma che, trovandosi nell’impossibilità economica di far eseguire una corretta impermeabilizzazione dell’istituto. Detti interventi sono presto vanificati dalla vetustà dell’edificio; in alcune stanze infatti è già possibile scorgere macchie d’umidità e crepe;

delle 224 detenute nove sono semilibere, 95 in attesa del primo giudizio, 24 appellanti, 10 ricorrenti, mentre le definitive sono soltanto 94 – meno della metà;


il reato commesso dalla maggioranza delle detenute, per l’esattezza 133 di esse (di cui 14 straniere e 33 definitive), è la violazione dell’art. 73 NUM./ANNO 309/1990 “Produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope”; mentre 39 (4 straniere, 9 definitive) sono le detenute ristrette per la violazione dell’art. 74 NUM./ANNO 309/1990 “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”; sono invece 27 (4 straniere, 12 definitive) le detenute ristrette per la violazione dell’art.628 “Rapina” e 8 (2 straniere, 3 definitive) per l’art.575 “Omicidio”, ovvero 172 (18 straniere, 42 definitive) detenute su 224 sono ristrette per reati legati alla legge sulle droghe.


Considerato altresì che:
nell’istituto si registra una grave carenza di agenti di polizia penitenziaria: la pianta organica prevede 132 unità, di cui effettivamente presenti 106 a fronte di un numero di recluse che negli ultimi tempi non e' mai sceso sotto le 190 unita'.


Gli educatori presenti in istituto sono quattro, un solo psicologo per sole 15 ore mensili, mentre uno psichiatra è presente tutti i giorni per circa 6 ore al giorno presso l’ala ristrutturata al primo piano, che ospita 7 detenute in osservazione, di cui una in isolamento;

scarse sono le attività trattamentali atte a preparare il futuro reinserimento sociale delle detenute. Si nota un buon rapporto tra il personale e le detenute che rende il clima più sereno, segnale positivo è anche la percentuale, più alta rispetto alla media italiana, delle detenute votanti rispetto alle recenti elezioni politiche.

Tali piccoli segnali positivi non possono supplire a un percorso stabile verso il recupero alla collettività delle detenute, reso impossibile dal sovraffollamento e dalla struttura.

Rispetto a quanto osservato un un'altra visita ispettiva tenuta nel mese di agosto 2012, si evidenzia che la torrefazione del caffè Lazzarelle ha ripreso la sua attività, anche se, nonostante la buona attrezzatura e gli ampi spazi, si riesce a coinvolgere nelle sue attività soltanto tre detenute. Sono presenti altri progetti, come quello volto all’integrazione e mediazione culturale, ma che per quantità di detenute coinvolte e per continuità progettuale mirata al reinserimento non possono considerarsi sufficienti per la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli;


Considerato che:

nelle circa due ore di visita, la delegazione si è sofferma a colloquiare con quasi tutte le detenute, registrando lamentele circa il sovraffollamento, le celle fatiscenti, l’ingiustizia del sistema giudiziario italiano e la scarsa presenza attiva del magistrato di sorveglianza dott.ssa Beneduce che, a detta delle ospiti, visita l’istituto raramente.

Si chiede di sapere:

Se e quando il Ministro in indirizzo intenda provvedere a stanziare fondi per la manutenzione strutturale dell’edificio al fine di fronteggiare i problemi più urgenti;

se e quando si intenda ripristinare i fondi per la manutenzione ordinaria della struttura;

se e quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti e agli operatori del carcere della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli;

quali iniziative amministrative, ovvero proposte legislative a livello nazionale, si intendano promuovere per garantire ai detenuti le attività trattamentali atte a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall’articolo 27 della Costituzione., e in particolare se si voglia promuovere il rilancio della Cooperativa Lazzarelle che sembrava ben avviata, registrando una distribuzione quanto più ampia possibile del caffè prodotto colà;
come si intenda risolvere la grave e perturbante carenza di personale di polizia penitenziaria assegnata presso il carcere di Pozzuoli;

se il Ministro confermi la necessita' di sacrificare tre celle dell'istituto per la creazione di un’area di osservazione psichiatrica, anche in vista della chiusura degli OPG prevista per il 31 del marzo 2013, e che, inevitabilmente influirà negativamente sulla già drammatico sovraffollamento dell'istituto;

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di eventuali comunicazioni da parte del magistrato di sorveglianza competente circa le disposizioni necessarie per il rispetto della normativa riguardante le condizioni di detenzione e, in caso affermativo, quali siano le ragioni per le quali tale disposizioni stesse siano state disattese;

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quale sia il carico di lavoro del magistrato di sorveglianza di Pozzuoli che non ne consentono una maggiore presenza nell’istituto e se siano note le ragioni di quella che agli interroganti risulta essere un’inadeguata e carente risposta alle istanze avanzate alla stessa da parte dei detenuti;

se si intenda, in qualche modo, intervenire per quanto di competenza affinché sia effettivamente assicurata l’assistenza legale ai detenuti, soprattutto stranieri, sprovvisti di avvocati di fiducia.

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