Interrogazione a
risposta scritta al Ministro della Giustizia
dei Senatori Perduca
e Poretti
Premesso che:
Giovedì 7 marzo
2013, si è tenuta una visita ispettiva senza preavviso presso la
Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli (NA):
la struttura
detentiva è ricavata da un ex convento del ‘700 in una zona
centrale, quindi logisticamente inadeguata per ospitare un istituto
che dovrebbe avrebbe caratteristiche molto diverse per poter ospitare
a norma di legge, oltre che degnamente, le decine di recluse;
considerato che:
il 7 marzo, il
giorno della visita effettuata dal Senatore Perduca, la casa
Circondariale di Pozzuoli ospitava 224 detenute (di cui 27 non
italiane) mentre la capienza regolamentare è di 82, registrando un
sovraffollamento tale da confermare quanto recentemente reso noto
dall’associazione Antigone, e cioe' che si tratta del quarto
carcere più sovraffollato d’Italia!
nell’ultimo anno i
dati mostrano un incremento della popolazione carceraria, tanto che
la sala della socialità al primo piano è stata convertita in cella
che il giorno della visita ospitava 19 detenute, tra l'altro in
regime di
alta sicurezza, mentre il loro circuito è a media sicurezza;
l’inadeguatezza
strutturale è l’aspetto più problematico del penitenziario, al
suo interno l’edificio presenta cameroni che ospitano in media una
dozzina di detenute, crepe e infiltrazioni d’acqua. Calcinacci si
staccano continuamente dal soffitto rappresentando un rischio per la
salute delle detenute;
la delegazione e'
stata informata che recentemente era avvenuta un’imbiancatura del
soffitto per far cessare, almeno temporaneamente, la caduta di
calcinacci, ma che, trovandosi nell’impossibilità economica di far
eseguire una corretta impermeabilizzazione dell’istituto. Detti
interventi sono presto vanificati dalla vetustà dell’edificio; in
alcune stanze infatti è già possibile scorgere macchie d’umidità
e crepe;
delle 224 detenute
nove sono semilibere, 95 in attesa del primo giudizio, 24 appellanti,
10 ricorrenti, mentre le definitive sono soltanto 94 – meno della
metà;
il reato commesso
dalla maggioranza delle detenute, per l’esattezza 133 di esse (di
cui 14 straniere e 33 definitive), è la violazione dell’art. 73
NUM./ANNO 309/1990 “Produzione e traffico illecito di sostanze
stupefacenti e psicotrope”; mentre 39 (4 straniere, 9 definitive)
sono le detenute ristrette per la violazione dell’art. 74 NUM./ANNO
309/1990 “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze
stupefacenti o psicotrope”; sono invece 27 (4 straniere, 12
definitive) le detenute ristrette per la violazione dell’art.628
“Rapina” e 8 (2 straniere, 3 definitive) per l’art.575
“Omicidio”, ovvero 172 (18 straniere, 42 definitive) detenute su
224 sono ristrette per reati legati alla legge sulle droghe.
Considerato altresì
che:
nell’istituto
si registra una grave carenza di agenti di polizia penitenziaria: la
pianta organica prevede 132 unità, di cui effettivamente presenti
106
a fronte di un numero di recluse che negli ultimi tempi non e' mai
sceso sotto le 190 unita'.
Gli educatori
presenti in istituto sono quattro, un solo psicologo per sole 15 ore
mensili, mentre uno psichiatra è presente tutti i giorni per circa 6
ore al giorno presso l’ala ristrutturata al primo piano, che ospita
7 detenute in osservazione, di cui una in isolamento;
scarse sono le
attività trattamentali atte a preparare il futuro reinserimento
sociale delle detenute. Si nota un buon rapporto tra il personale e
le detenute che rende il clima più sereno, segnale positivo è anche
la percentuale, più alta rispetto alla media italiana, delle
detenute votanti rispetto alle recenti elezioni politiche.
Tali piccoli segnali
positivi non possono supplire a un percorso stabile verso il recupero
alla collettività delle detenute, reso impossibile dal
sovraffollamento e dalla struttura.
Rispetto a quanto
osservato un un'altra visita ispettiva tenuta nel mese di agosto
2012, si evidenzia che la torrefazione del caffè Lazzarelle ha
ripreso la sua attività, anche se, nonostante la buona attrezzatura
e gli ampi spazi, si riesce a coinvolgere nelle sue attività
soltanto tre detenute. Sono presenti altri progetti, come quello
volto all’integrazione e mediazione culturale, ma che per quantità
di detenute coinvolte e per continuità progettuale mirata al
reinserimento non possono considerarsi sufficienti per la Casa
Circondariale Femminile di Pozzuoli;
Considerato che:
nelle circa due ore
di visita, la delegazione si è sofferma a colloquiare con quasi
tutte le detenute, registrando lamentele circa il sovraffollamento,
le celle fatiscenti, l’ingiustizia del sistema giudiziario italiano
e la scarsa presenza attiva del magistrato di sorveglianza dott.ssa
Beneduce che, a detta delle ospiti, visita l’istituto raramente.
Si chiede di sapere:
Se e quando il Ministro in indirizzo intenda provvedere a stanziare fondi per la manutenzione strutturale dell’edificio al fine di fronteggiare i problemi più urgenti;
se e quando si
intenda ripristinare i fondi per la manutenzione ordinaria della
struttura;
se e quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti e agli operatori del carcere della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli;
quali iniziative
amministrative, ovvero proposte legislative a livello nazionale, si
intendano promuovere per garantire ai detenuti le attività
trattamentali atte a preparare il futuro reinserimento sociale
previsto dall’articolo 27 della Costituzione., e in particolare se
si voglia promuovere il rilancio della Cooperativa Lazzarelle che
sembrava ben avviata, registrando una distribuzione quanto più ampia
possibile del caffè prodotto colà;
come si intenda
risolvere la grave e perturbante carenza di personale di polizia
penitenziaria assegnata presso il carcere di Pozzuoli;
se
il Ministro confermi la necessita' di sacrificare tre celle
dell'istituto per la creazione di un’area di osservazione
psichiatrica, anche in vista della chiusura degli OPG prevista per il
31 del marzo 2013, e che, inevitabilmente influirà negativamente
sulla già drammatico sovraffollamento dell'istituto;
se il Ministro in
indirizzo sia a conoscenza di eventuali comunicazioni da parte del
magistrato di sorveglianza competente circa le disposizioni
necessarie per il rispetto della normativa riguardante le condizioni
di detenzione e, in caso affermativo, quali siano le ragioni per le
quali tale disposizioni stesse siano state disattese;
se il Ministro in
indirizzo sia a conoscenza di quale sia il carico di lavoro del
magistrato di sorveglianza di Pozzuoli che non ne consentono una
maggiore presenza nell’istituto e se siano note le ragioni di
quella che agli interroganti risulta essere un’inadeguata e carente
risposta alle istanze avanzate alla stessa da parte dei detenuti;
se si intenda, in
qualche modo, intervenire per quanto di competenza affinché sia
effettivamente assicurata l’assistenza legale ai detenuti,
soprattutto stranieri, sprovvisti di avvocati di fiducia.
No comments:
Post a Comment