1.17.2013

Indagine CPI sul Mali necessaria, anche se tardiva. Attacchi internazionali non prescindano da rispetto diritto internazionale

La notizie che la Corte Penale Internazionale abbia finalmente reso noto di aver avviato delle indagini su quanto accaduto in Mali l'anno scorso è uno sviluppo necessario, anche se tardivo, che corrisponde alle richieste che anche il Segretario del Partito Radicale Nonviolento, l'avvocato maliano Demba Traoré, aveva condiviso colle istituzioni italiane ed europee nel luglio dell'anno scorso. Dato che il Mali è stato uno dei primi paese a riconoscere la giurisdizione della Corte occorreva, fin da suibito, che questa fosse attivata nella ricerca delle responsabilità delle violazioni del diritto umanitario internazionale avvenute durante gli attacchi dei gruppi cosiddette "terroristi" o "secessionisti". 
 
Proprio perché tanto il Mali, teatro delle operazioni di queste ore, quanto tutti i paesi europei che si candidano a fornire assistenza all'esercivo maliano o sostegno logistico all'avventata iniziativa francese hanno ratificato lo Statuto di Roma occorre che vengano rispettati, se non altro, le norme contenute nelle convenzioni di Ginevra e quindi nello statuto di Roma. Poi ci sarebbero molte considerazioni politiche da fare ma ormai la politica, anche a livello internazionale, è cancellata dalla necessità di far presto per garantire il risultato, che in questo caso, ci si dice, sarebbe quello di evitare che Bamako venga invasa e che un paese grando più di Francia e Italia messe insieme cada nella mani di qualche migliaio di "terroristi"...

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