1.25.2013

anche se i #10punti di @amnestyitalia non centrano l'obiettivo li sottoscrivo tutti

In questi giorni di avvio di campagna elettorale Amnesty International Italia ha lanciato un'iniziativa intitolata #10punti per i diritti umani colla quale chiede ai candidati alle prossime elezioni di sostenere 10 temi ritenuti mancanti o fondamentali nella piattaforma delle varie liste e quindi per la prossima legislatura.

Siccome avevo tuittato che mi parevano "poca cosa", salvo poi annunciare che avrei approfondito con un testo che andasse oltre i 140 caratteri di twitter eccomi qua a offrire alcune considerazioni preliminari, ma forse pregiudiziali, a mo' di spiegazione del mio scetticismo. So che anche Rita Bernardini, colla quale non mi son coordinato, aveva espresso altrettanti dubbi, mentre Marco Pannella ha poco fa invitato Amnesty a dialogare per condividere, possibilmente, anche momenti di azioni comuni.

Non credo sfugga a nessuno, tranne forse agli amici di Amnesty ;-), che una lista che si chiama Amnistia, Giustizia e Libertà ha come scopo principale l'attuazione di un programma che, almeno sulla carta, dovrebbe esser comune...

Ma veniamo a noi. Come premessa alla premessa ci tengo a sottolineare, ma non per sterile polemica, che non credo di esser mai stato iscritto ad Amnesty; sicuramente ho partecipato a qualche riunione della loro sezione di Firenze 30 anni fa e a qualche scambio a casa di questo o quel punto di riferimenti di AI a New York, ma il tutto s'è sempre limitato a questa "collateralità". Probabilmente c'era un un perché allora (data la giovane età probabilmente epidermico?) sicuramente c'è stato un perché di merito da quando 20 anni fa mi son iscritto al Partito Radicale. Un esempio su tutti: nel 1998 quando il PR e Non c'è Pace Senza Giustizia stavano lavorando perché Slobodan Milosevic venisse incriminato dal Tribunale ad hoc per la ex Yugoslavia, Amnesty International, come del resto Human Rights Watch e tutte le altre piu grandi ONG continuavano a produrre documenti sulle violazioni dei diritti umani nei Balcani appellandosi alla Serbia perché la smettesse...

Là dove ci sono violazioni dei diritti vi sono sempre dei problemi relativi al rispetto dello Stato di Diritto. Anche nel peggiore regime antidemocratico esiste l'equivalente di una Costituzione e, con qualche rara eccezione dove ancora si arrivano a codificare possibili punizioni estreme fino all'imposizione della pena di morte, questi documenti nonché i codici penali che ne derivano, non si discostano troppo dalla stragrande maggioranza degli strumenti dei diritti umani che la comunità internazionale ha codificato negli ultimi 50 anni. Se quindi anche la Cina o la Corea del Nord, e magari pure l'Iran, hanno possibili appigli di inconstituzionalita' quando i diritti umani, da intendersi come civili, politici, economici, sociali e culturali, figuriamoci quale dovrebbe esser la situazione nelle cosiddette democrazie. Se nelle non o anti democrazia  vi sono leggi e politiche che, magari in virtu della necessita' di garantire la sicurezza nazionale, sospendono o negano la Costituzione e/o eventuali obblighi internazionali, nei paesi democratici la negligenza alla fin fine crea situazioni simili di antidemocraticità.

Ed e' proprio qui che si presenta il bivio tra una lettura liberale del "mondo", quale è quella del Partito Radicale e quella di tutti gli altri: capire che la presunta perfezione di u testo nella migliore delle ipotesi non contribuisce strutturalmente alla modifica del contesto, nella peggiore fornisce alibi a tutti coloro i quali se ne "interessano" sostenendo lodevoli proposte teoriche che rischiano di divenire proposizioni astratte che, se ripetute acriticamente, divengono pura astrazione.

Qualsiasi legge adottata in un paese dove le istituzioni sono le prime a violare la propria legalità costituzionale contribuisce esclusivamente al consumo di danaro pubblico sprecato nel lavoro legislativo, nella creazione di istituzioni "indipendenti", in campagne di sensibilizzazione o in progetti di coinvolgimento della societa civile e in ultimo a suscitare false speranze.

Per tutti questi motivi la stragrande maggioranza degli iscritti al Partito Radicale si presentano in una lista di scopo che vuole proporre come prima necessaria e urgente riforma una cancellazione delle violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Repubblica italiana ai anni di chi ha la ventura di trovarsi sul suolo e acque di quello stato membro dell'Unione europea. Senza un'amnistia che liberi le istituzioni da questo fardello, oltre che dalle sentenze della Corte europea dei diritti umani, tutto il resto è velleitario.

Con queste premesse quindi il capitolo, almeno per quanto mi riguarda potrebbe esser chiuso, ma siccome, a insaputa di molti, ma non credo di Amnesty, nella legislatura che si sta per chiudere ho presentato disegni di legge attinenti a buona parte dei 10 punti, e ho avuto anche l'onore e l'onere di operare come segretario della Commissione speciale sui diritti umani del Senato, di seguito voglio condividere ulteriori dubbi relativi alle proposte di Amnesty - alle quali non si può non dir di no - aggiungendo anche qualcos'altro altrettanto degna di esser, finalmente, considerata a pieno titolo relativa a questi benedetti "diritti umani".

Le richieste di Amnesty dell’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia sono:


1 garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura 

Ho presentato disegni di legge, e sottoscritto anche quelli di altri, su entrambi le materie. Per ben due volte l'aula del Senato ha dibattuto del reato di tortura. La commissione giustizia, di cui ho fatto parte per la seconda meta' della legislatura, aveva quasi trovato un compromesso, molto al ribasso devo dire, che alla fine e' stato rotto in aula dai rappresentanti del PDL.

2 fermare il femminicidio e la violenza contro le donne 

Ritengo che per un fenomeno di questo tipo, purtroppo presente, secondo alcuni addirittura in controtendenza rispetto al resto d'Europa, una legge ad hoc oppure compagne di sensibilizzazione non siano lo strumento più efficace. Che la donna in Italia sia sempre e comunque maltrattata non credo si possa metter in dubbio, ma aggravare le pene pel femminicidio quante ne potrà salvare o emancipare? Ho comunque votato a favore delle risoluzioni, molto vaghe a dire il vero (anche perché' non poteva esser altrimenti) che son state presentate al Senato.

3 proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione 

Fin dall'estate del 2009, solo i parlamentari Radicali hanno messo in guarda l'Italia su cosa il Governo Berlusconi col partecipe accordo del PD e di buona parte del resto del parlamento, ravvedutosi in minima parte solo quando alla Camera i Radicali attuarono uno strenuo ostruzionismo, stesse per concedere al regime di Tripoli. Nessuno di coloro che si recava regolarmente alla corte di Gheddafi si e' ricordato delle proprie malefatte nell'estate del 2011 quando e' stato dato il via libera non solo all'intervento in Libia ma all'omicidio del rais. Da allora, tornando ad agire in solitudine, solo i parlamentari Radicali hanno insistito perché ogni atto firmato colle nuove autorità libiche, e non necessariamente in materia di immigrazione, venisse reso pubblico (stesso dicasi per simili patti colla Tunisia e l'Egitto). Innumerevoli poi le visite fatte nei Centri di identificazione ed espulsione in giro per l'Italia anche prima, durante e dopo la campagna FateCIEntrare (nell'assoluto disinteresse di quella stampa che le riteneva assolutamente necessarie). Molte le interrogazioni che ne son seguite (tutte senza risposta) e diversi i casi singoli seguiti. Numerose le manifestazioni pubbliche organizzate poi a Roma o nel casertano a sostegno delle comunità di immigrati che reclamavano un permesso di soggiorno e quindi la possibilità' di poter lavorare regolarmente. Emma Bonino, che nel 2009 aveva raccolto oltre 60 firme di tutti i gruppi, esclusa la Lega, suun progetto di regolarizzazione dei lavoratori stranieri senza documenti (platea stimata intorno a mezzo milione di persone) nell'ottobre del 2012 ha convocato una sorta di stati generali della regolarizzazione dell'immigrazione elaborando 11 proposte per azione parlamentare.

4 assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri
AMNISTIA!

5 combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate)
Tra i primi disegni di legge da me presentati nel 2008 ce n'e' uno pel matrimonio egualitario. I Radicali avevano anche messo mano a una riforma complessiva del diritto di famiglia che rendesse tutti gli individui in Italia uguali davanti alla legge. Non si tratta tanto di creare o garantire diritti speciali, ma di cancellare le discriminazioni create per legge e/o con politiche sociali ed economiche. Grazie ai Radicali son stati fatti piccoli passi avanti anche da parte del Ministero degli interni relativamente a circolari sulle convivenze degli agenti di polizia. Allo stesso tempo non credo che creare un nuovo reato di omofobia o delle aggravanti ad hoc, oltre che ampliare la legge Mancino, possano arginare i pur frequenti episodi di violenza contro gay e trans.

6 fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom

vedi sopra alla voce immigrazione.

7 creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani
Le violazioni dei diritti umani sono il frutto della violazione di leggi o dell'esistenza di leggi contrarie a quanto codificato dalla comunità' internazionale in oltre mezzo secolo. Un'istituzione creata da chi non rispetta la legalità costituzionale, come accadrebbe in Italia, quale valore aggiunto potrebbe portare al paese in cui verrebbe chiamata a operare? Sulla scorta di quanto denunciato in merito ai criteri di selezione dei componenti delle esistenti autorita' garanti, in Italia meno nomine si hanno e meno inutili burocrazie inutili o inefficaci si creano. La legge adottata al Senato sull'istituzione indipendente sui dirittiumani, che pure ha visto il mio voto favorevole, mancava di chiari criteri di selezione dei componenti, rimaneva totalmente dipendente della politica e non aveva potere ispettivo indipendente…

8 imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani 

Le multinazionali italiane non esisterebbero senza sussidi, intermediazioni o ammortizzatori sociali del governo. Quando lo Stato rispetterà la costituzione ci sarà la possibilità di imporre ai cattivi tante belle cose. Dove fanno affari Finmeccanica ed ENI? Nel novembre del 2011, ho visitato i pozzi petroliferi del Kazakistan dove erano state soppresse nel sangue una serie di scioperi partiti proprio da una consociata dell'ENI. Amnesty fece giusto un comunicato in occasione dell'arresto di Vladimir Kozlov, uno dei leader politici locali, poi, malgrado mie insistenze, niente più…

9 lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati 

Ci mancherebbe! Non credo che dimenticherò mai il terzo grado a cui, colla tesoriera di Nessuno Tocchi Caino Elisabetta Zamparutti, fummo sottoposti nell'autunno 2007 nella sede di Amnesty International a Roma da parte di Irene Khan, allora segretario generale di AI e un gruppo di rappresentanti italiani (alcuni dei quali perplessi da questo modo di operare devo dire). Da sempre Amnesty e' stata contraria all'idea che la moratoria delle esecuzioni capitali fosse un passo nella direzione dell'abolizione della pena di morte nel mondo e fino al 2007 ha fatto attivamente campagna contro quello che poi s'e' rivelato, come ampiamente e abbondantemente previsto dal Partito Radicale e Nessuno Tocchi Caino, essere non solo un successo ma anche una pietra miliare dell'abolizionismo nel mondo!

10 garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale. 

Sicuramente, ma vanno coinvolte decine di imprese italiane del nord che di questo vivono da anni. Dal 2008 faccio anche parte di una rete di parlamentari all'interno della ONG Parliamentarians for Global Action.

Ecco, ammesso, e comunque non concesso, che quanto sopra possa esser considerato un decalogo pei diritti umani in Italia, mancano tutte le violazioni relative al proibizionismo sulle sostanze stupefacenti e al protezionismo economico. Speriamo che qualcuno se ne accorga da qui alle prossime elezioni (che non e' detto siano nel 2018). Buona campagna elettorale a tutti!

8 comments:

melalessa, più o meno said...

Mi perdoni, alla risposta 6: leggo giusto il rimando all'"immigrazione"? Perché io possa capire, i cittadini italiani, apolidi e rifugiati di etnia rom lei pensa siano da considerare alla stregua degli "immigrati"?

Gib said...

Se Amnesty International avesse voluto sapere come siete belli e bravi, vi avrebbe chiesto un argomento a piacere, non le 10 domande. Che comunque poteva leggere un pò meglio, viste alcune risposte molto "fuori focus" che ha dato.

Spero comunque che tutto questo "noi abbiamo già fatto questo" si traduca in qualcosa di concreto nella prossima legislatura. In bocca al lupo.

perdukistan said...

assolutamente non considero i rom alla stregua degli immigrati. il vedi alla voce immigrazione era riferito alla cose fatte. http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2013/01/25/news/zingari_zingari_a_roma_indistricabili_nodi_gordiani-51294350/

perdukistan said...

quindi amnesty non vuol saper quello che altri fanno ma insiste perche' chi si candida si esprima sul suo decalogo buonista? su dai, a parte firmare quando scrivi, prima leggi con calma e poi riposta. non credo che nella prossima legislatura ci saranno molte opportunita' per fare quel che e' gia' stato fatto perche', almeno io, no ci saro'

Gib said...

Ribadisco che sbaglia l'uso dei tempi: "quello che gli altri fanno" non è quello che ha detto lei. Lei ha farcito la sua risposta di spiegazioni delle sue personali iniziative passate. Se avesse aggiunto ipotesi e prospettive su come intervenire per rendere concreti i 10 punti, avrebbe anche avuto senso. Ma lei fa il nonno che si ricorda della guerra quando gli si chiede come sta. Forse essere costruttivo non le interessa, perchè tanto non ci sarà lei a governare? Mi vuole dire che non ha preferito lanciarsi in una dissertazione autoreferenziale invece di proporre qualcosa? Perchè l'impressione è questa.

perdukistan said...

vede Gib da un normale cittadino non mi aspetto attenzione a certe tematiche perche' in effetti un po' son poco popolari un po' vengono sistameticamente silenziate dalla stmapa, ma da amnesty mi sarei aspettato delle richieste non solo poste meglio ma anche una sorta di incontro preventivo con chi si batte da anni pei diritti umani e ha esperienza sia sulle tematiche urgenti e necessarie che sui modi di poter arrivare a un risultato anche nelle peggiori circostanze politiche generali (donde gli esempi di quanto fatto in una legislatura in cui la maggioranza era conservatrice se non reazionaria). dalle cose che scrive deduco che sia anche piuttosto giovane (o piuttosto nuovo della politica) io non ho fatto una dissertazione da nonno, ma ritengo che i radicali non abbiano da dover riaffermare tutte le volte quello che faranno perche' fanno sempre le stesse cose da 60 anni. e comunque se proprio non le dispiace rileggere i pezzo fino in fondo, si accorgera' che lamento anche l'assenza di questioni legate alla proibizione delle 'droghe' che in quanto a violazioni di diritti umani non e' seconda a nessuno. non si faccia impressionare dalle sue impressioni ;-)

Gib said...

Se si aspettava un incontro preventivo per concordare i punti con i Radicali da parte di un'associazione apartitica come Amnesty, aveva riposto male le sue aspettative. In ogni caso, Amnesty si è assunta la responsabilità di proporre autonomamente dei punti coerenti con i contenuti che promuove, e quindi anche di "subire" critiche come "i punti sono malposti", "manca questo aspetto" che arrivano e arriveranno. Se lei ritiene che i Radicali non debbano riaffermare un bel niente perchè quello che dovevano fare lo hanno già fatto e detto, che bisogno c'era di usare i 10 punti per citare anno per anno proposte di legge, manifestazioni, traguardi del partito Radicale, etc?
A me i punti sembrano posti ottimamente, perchè danno modo a chiunque si impegni in politica di dire parole chiare su quei temi (alcuni dei quali praticamente assenti dal dibattito internazionale, vedi diritti dei rom).
Non si aspetta che il "normale cittadino" (?) presti attenzione a "certe tematiche": ma cavillare su quelle tematiche e sollevare obiezioni SENZA dire parole chiare sul bisogno di provvedimenti da intraprendere il prima possibile per incentivare il rispetto dei diritti espressi nelle domande, significa aumentare la confusione prima di tutto al "normale cittadino". E questa mi sembra è una responsabilità gravissima di chi si "vanta" del proprio impegno per i diritti. Ma cercherò di non farmi impressionare dalle mie impressioni, seguendo il suo consiglio.

perdukistan said...

non mi aspettavo un incontro preventivo ma consultare qualcuno che fa, anche se a ben vedere non e' proprio cosi', quelle cose non sarebbe stato male. comunque nessuna legge potra' mai servire se adottata in un paese dove non esiste la certezza del diritto