8.10.2012

In Siria se no fly zone deve essere sia cibernetica. La NATO ci pensi

La Casa Bianca ieri ha iniziato a far circolare l'idea che occorra prendere in considerazione una no fly zone per difendere i civili dai radi aerei dell'esercito di Assad. In effetti assumersi la responsabilità di un'ulteriore paralisi nei confronti del conflitto siriano inizia a essere pesante per tutti coloro che in pochi giorni decisero di cacciare l'ex alleato Gheddafi senza troppo consultarlo.

Già ai tempi dell'intervento in Libia i Radicali alla Camera e al Senato chiesero con mozioni e interrogazioni che da remoto si annientassero le armi di propaganda del regime oltre che provocare dei radar jamming per minare la capacità operativa delle forze lealiste. Qualche mese fa gli hacktivisti di anonymous "spensero" il sito web del ministero della difesa siriano, mentre Avaaz per settimane ha garantito la possibilità di comunicare dentro e fuori la Siria alla resistenza. Sempre ieri, l'Osservatore Romano raccontava di manifestazioni pacifiche anche ad Aleppo, ecco per esser vicini alla resistenza democratica e nonviolenta in un momento in cui Assad fa bombardare i siriani, occorre attivare armi di contropropaganda ma anche qualche azione più invasiva e incisiva per via cibernetica. Se qualche decina di attivisti della Rete riesce a mandare in tilt per ore un regime autoritario come quello di Assad, è propabile la NATO possa esser più incisiva senza far vittime...

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