La Casa Bianca ieri ha iniziato a far circolare l'idea che occorra
prendere in considerazione una no fly zone per difendere i civili dai
radi aerei dell'esercito di Assad. In effetti assumersi la
responsabilità di un'ulteriore paralisi nei confronti del conflitto
siriano inizia a essere pesante per tutti coloro che in pochi giorni
decisero di cacciare l'ex alleato Gheddafi senza troppo consultarlo.
Già
ai tempi dell'intervento in Libia i Radicali alla Camera e al Senato
chiesero con mozioni e interrogazioni che da remoto si annientassero le
armi di propaganda del regime oltre che provocare dei radar jamming per
minare la capacità operativa delle forze lealiste. Qualche mese fa gli
hacktivisti di anonymous "spensero" il sito web del ministero della
difesa siriano, mentre Avaaz per settimane ha garantito la possibilità
di comunicare dentro e fuori la Siria alla resistenza. Sempre ieri,
l'Osservatore Romano raccontava di manifestazioni pacifiche anche ad
Aleppo, ecco per esser vicini alla resistenza democratica e nonviolenta
in un momento in cui Assad fa bombardare i siriani, occorre attivare
armi di contropropaganda ma anche qualche azione più invasiva e incisiva
per via cibernetica. Se qualche decina di attivisti della Rete riesce a
mandare in tilt per ore un regime autoritario come quello di Assad, è
propabile la NATO possa esser più incisiva senza far vittime...
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