dichiarazione di Marco Perduca (senatore radicale) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Il
vulcanico Serpelloni ha sfornato l’ennesimo (ne abbiamo contati venti)
sito antidroga, dal titolo sbrigativo “Droga in breve”. Si tratta, in
realtà, della traduzione e dell’adattamento di un sito del NIDA
(National Institute on Drug Abuse), il bastione scientifico del
proibizionismo USA. Serpelloni, per non sbagliare, si appoggia ai padri
fondatori.
Nella sezione “Droghe d’abuso” sono elencate le “7
droghe più utilizzate”: nell’elenco compaiono “alcol” e “tabacco”. Forse
eravamo distratti ma ci pare la prima volta in cui il governo italiano,
ufficialmente, definisce “droga” l’alcol. Una droga che, apprendiamo
dal sito del Dipartimento, è fra le cause: del 60% di ustioni mortali,
annegamenti, e omicidi; del 50% degli infortuni gravi e delle
aggressioni sessuali; del 40% degli incidenti mortali di guida, cadute e
suicidi. Una pericolosità sociale, un costo sociale, ben maggiori,
imparagonabili, a quelli, per esempio, derivanti dall’uso di cannabis,
la “bestia nera” di Serpelloni e company.
Se Serpelloni fosse
conseguente con i dati che si è premurato di comunicarci, dovrebbe
battersi per la proibizione della coltivazione, vendita e consumo di
alcol e tabacco. Oppure ammettere che le proibizioni aumentano a
dismisura il danno delle sostanze e proporre la legalizzazione e la
regolamentazione di coltivazione, vendita e consumo di tutte le droghe.
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