Secondo quando dichiarato ieri dalla portavoce del Presidente
Monti Elisabetta Olivi a Fausto Biloslavo de il Giornale - che ringrazio
per l'attenzione e la perseveranza - la presidenza del Consiglio avrebbe "già
avviato la procedura per la revoca
dell'onorificenza al presidente siriano Bashar al Assad". Sarebe la
prima volta che l'Italia toglie il più alto
riconoscimento della Repubblica ad un capo di stato ancora in carica.
Anche a nome degli oltre 50 firmatari dell'interpellanza presentata la
settimana scorsa, auspico che ciò corrisponda al vero e che già nelle
prossime ore si possa finalmente, e formalmente, tagliare qualsiasi
legame leghi la Repubblica italiana al regime di Assad.
Anche grazie al veto di Russia e Cina siamo giunti a una vera e propria guerra civile; il sesto giorno di combattimenti per il controllo di Damasco ha fatto centinaia di morti tra militari e civili, occorre fare pressione su Mosca e Pechino per far capire loro che il tempo di Assad è finito e che occorre andare oltre. Il piccolo, ma simbolico, atto di revocargli le massime onorificenze della Repubblica va in questa direzione ma adesso occorre una forte azione politica transatlantica per scongiurare una guerra come quelle nella ex-Yugoslavia avvenuta sotto gli occhi degli osservatori Onu.
Anche grazie al veto di Russia e Cina siamo giunti a una vera e propria guerra civile; il sesto giorno di combattimenti per il controllo di Damasco ha fatto centinaia di morti tra militari e civili, occorre fare pressione su Mosca e Pechino per far capire loro che il tempo di Assad è finito e che occorre andare oltre. Il piccolo, ma simbolico, atto di revocargli le massime onorificenze della Repubblica va in questa direzione ma adesso occorre una forte azione politica transatlantica per scongiurare una guerra come quelle nella ex-Yugoslavia avvenuta sotto gli occhi degli osservatori Onu.
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