7.26.2012

Legge sugli stadi, il Ddl torna in Commissione al Senato. Perduca: la Juventus ha costruito anche senza riforma

Da una nota di agenzia stampa letta a Radio Radicale

Roma, 26 lug - La Juventus ha costruito lo stesso un nuovo stadio, che bisogno c'è di una legge sugli impianti? Lo ha detto in commissione Istruzione al Senato il RADICALE Marco PERDUCA (eletto nelle fila del Pd). "Meglio non far nulla che una cattiva legge", ha poi aggiunto.
In commissione è infatti ricominciato il dibattito, in sede deliberante, sulla cosiddetta riforma degli stadi (o degli impianti sportivi), già approvata una prima volta dal Senato, poi dalla Camera con modifiche, e nuovamente di passaggio da Palazzo Madama.
LE CRITICHE DI PERDUCA "Innanzitutto - ha esordito PERDUCA - il provvedimento in prima lettura fu approvato in sede deliberante per l'urgenza di presentare la candidatura dell'Italia a Euro 2016 (che si svolgerà in Francia; ndr). Tale urgenza è dunque venuta meno, anzi: accelerare i tempi non consente di dare la risposta migliore alle numerose esigenze in campo.
Piuttosto, consentiamo la costruzione o ristrutturazione di impianti sportivi solo a quelle società che presentino bilanci in pareggio".
Inoltre, ha aggiunto il senatore RADICALE, sono stati tolti "troppi vincoli per la costruzione dei complessi sportivi, tanto più che il testo riguarda ora anche impianti di dimensioni medio-piccole, senza porre la dovuta attenzione a tematiche di rilievo come la capacità di sopportare un regolare aumento delle presenze".
LA RISPOSTA DI RUSCONI (PD) Per il Pd, invece, "è importantissimo concludere al più presto l'esame del provvedimento". "La mancanza di una legislazione di settore sugli impianti sportivi - ha detto in commissione Antonio Rusconi - contraddice infatti l'enorme interesse che il calcio riscuote nel Paese".
"Le modifiche apportate da Montecitorio - ha ricordato il senatore del Pd - consistono nell'aver fatto ricorso alla conferenza dei servizi anziché all'accordo di programma con una procedura più lunga ma senz'altro più garantista, nell'aver soppresso l'articolo sui diritti televisivi e nell'aver imposto vincoli più restrittivi sul piano ambientale, come giustamente richiesto dal ministero per i Beni e le attività culturali".
"Qualunque modifica - ha avvertito - avrebbe però la conseguenza di affossare la legge, visto lo scarso tempo a disposizione prima della conclusione della legislatura.
Dunque meglio il testo attuale che l'assenza di qualsiasi normativa: si tratta di una legge in fin dei conti abbastanza buona perché obbliga comunque i vari soggetti istituzionali a un confronto produttivo dal quale devono uscire adeguate risposte agli operatori di settore".
"Al tempo stesso - ha concluso - le società di calcio non potranno più addurre la mancanza di strumenti normativi a giustificazione della loro inerzia".

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