Da una nota di agenzia stampa letta a Radio Radicale
Roma, 26 lug -
La Juventus ha costruito lo stesso un nuovo stadio, che bisogno c'è di
una legge sugli impianti? Lo ha detto in commissione Istruzione al
Senato il RADICALE Marco PERDUCA (eletto nelle fila del Pd). "Meglio non
far nulla che una cattiva legge", ha poi aggiunto.
In commissione
è infatti ricominciato il dibattito, in sede deliberante, sulla
cosiddetta riforma degli stadi (o degli impianti sportivi), già
approvata una prima volta dal Senato, poi dalla Camera con modifiche, e
nuovamente di passaggio da Palazzo Madama.
LE CRITICHE DI PERDUCA
"Innanzitutto - ha esordito PERDUCA - il provvedimento in prima lettura
fu approvato in sede deliberante per l'urgenza di presentare la
candidatura dell'Italia a Euro 2016 (che si svolgerà in Francia; ndr).
Tale urgenza è dunque venuta meno, anzi: accelerare i tempi non consente
di dare la risposta migliore alle numerose esigenze in campo.
Piuttosto,
consentiamo la costruzione o ristrutturazione di impianti sportivi solo
a quelle società che presentino bilanci in pareggio".
Inoltre, ha
aggiunto il senatore RADICALE, sono stati tolti "troppi vincoli per la
costruzione dei complessi sportivi, tanto più che il testo riguarda ora
anche impianti di dimensioni medio-piccole, senza porre la dovuta
attenzione a tematiche di rilievo come la capacità di sopportare un
regolare aumento delle presenze".
LA RISPOSTA DI RUSCONI (PD)
Per il Pd, invece, "è importantissimo concludere al più presto l'esame
del provvedimento". "La mancanza di una legislazione di settore sugli
impianti sportivi - ha detto in commissione Antonio Rusconi -
contraddice infatti l'enorme interesse che il calcio riscuote nel
Paese".
"Le modifiche apportate da Montecitorio - ha ricordato il
senatore del Pd - consistono nell'aver fatto ricorso alla conferenza dei
servizi anziché all'accordo di programma con una procedura più lunga ma
senz'altro più garantista, nell'aver soppresso l'articolo sui diritti
televisivi e nell'aver imposto vincoli più restrittivi sul piano
ambientale, come giustamente richiesto dal ministero per i Beni e le
attività culturali".
"Qualunque modifica - ha avvertito - avrebbe
però la conseguenza di affossare la legge, visto lo scarso tempo a
disposizione prima della conclusione della legislatura.
Dunque
meglio il testo attuale che l'assenza di qualsiasi normativa: si tratta
di una legge in fin dei conti abbastanza buona perché obbliga comunque i
vari soggetti istituzionali a un confronto produttivo dal quale devono
uscire adeguate risposte agli operatori di settore".
"Al tempo
stesso - ha concluso - le società di calcio non potranno più addurre la
mancanza di strumenti normativi a giustificazione della loro inerzia".
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