Discussione e approvazione del disegno di legge:
(3304) Conversione
in legge del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 58, recante disposizioni
urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori
militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision
Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata
dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Relazione orale) (ore 10,05)
PRESIDENTE.
Colleghi, comunico che la lettura del calendario dei lavori avrà luogo
alle ore 11. Quindi, se qualcuno non è interessato alla discussione...
È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Quindi, garanzia di permanenza in Aula.
Signor Presidente, il disinteresse con cui
questo dibattito è stato accolto stamani è lo stesso disinteresse con il
quale la comunità internazionale si rivolge alla regione che è stata
ricordata dai nostri due relatori. In modo particolare, il disinteresse
si fa enorme quando si parla di Siria.
Ma quando si dice Siria si deve ricordare il
nome del partito Baath (che è lo stesso che ha generato Saddam Hussein e
Assad), si deve ricordare Hamas, Hezbollah, si deve ricordare la rivoluzione iraniana di Khomeini perché in Siria non si muove foglia che Teheran non voglia.
Sembra quasi che i problemi in Siria avvengano
per altra dislocazione: Israele, Libano, Teheran, ma mai per quello che
avviene in Siria.
Ebbene, se qualcuno non avesse seguito con il
consueto disinteresse, che è sempre un disinteresse interessato, ciò che
avviene in Siria si sarebbe accorto che da quasi mezzo secolo, proprio
come nella Libia che tanto vi piaceva, vige una dittatura totalitaria,
sicuramente laica ma che non concede a nessuno dei cittadini, di
qualsiasi etnia e religione esso sia, la possibilità di affermare sé
stesso in nessun ambito della propria vita.
Quello che c'è oggi e che anche ieri il ministro
degli affari esteri Terzi diceva essere qualcosa di molto vicino a una
guerra civile è un guerra civile. È un guerra civile che viene portata
avanti da quattro decenni.
Da qualche anno abbiamo codificato, insieme alle
Nazioni Unite, la responsabilità di proteggere i cittadini dai propri
governanti quando questi, sistematicamente, non soltanto violano i
diritti umani di milioni di persone ma iniziano anche a sterminarli.
Se qualcuno negli ultimi anni quarant'anni
avesse posto attenzione a che cosa avviene in Siria si sarebbe accorto
che anche lì sono centinaia di migliaia i morti per mano del regime di
Assad.
La distrazione è divenuta massima quando - e
questa è una vergogna nazionale che va cancellata immediatamente - a
gennaio del 2010 il presidente della Repubblica Napolitano ha insignito
Assad della massima onorificenza della nostra Repubblica! Quella è una
vergogna, che va cancellata...(Applausi del senatore Pedica)...ancor
prima di inviare i nostri dieci osservatori, perché non è possibile
conferire un'onorificenza a un assassino! Un assassino da quarant'anni
che ha ereditato le colpe del proprio padre e non ha cambiato di una
virgola la natura di quel regime! Quella è una vergogna! (Applausi dai Gruppi PdL e IdV).
PRESIDENTE. Senatore Perduca...
PERDUCA (PD). Mi assumo tutta la responsabilità...
PRESIDENTE. Lei si assume la responsabilità per
quanto la riguarda. Io, per quanto riguarda l'Aula, la invito ad
utilizzare espressioni più consone alla figura e al ruolo del Capo dello
Stato.
PERDUCA (PD). Ho soltanto ricordato quello che è avvenuto.
Detto questo, se ci fosse meno distrazione nei
confronti della politica internazionale, ci si ricorderebbe che nel 1995
a Dayton, negli Stati Uniti, è stata convocata una conferenza di pace
per ciò che stava avvenendo nella ex Jugoslavia. Furono invitati al
tavolo di quella conferenza di pace tutti coloro i quali, non soltanto
avevano scatenato la guerra ma proprio in quei giorni continuavano ad
ammazzare il proprio nemico vicino di casa. All'epoca Kofi Annan era un
funzionario delle Nazioni Uniti e di lì a poco sarebbe diventato
segretario generale dell'ONU.
Oggi Kofi Annan non è più funzionario, non è più
- fortunatamente - neanche segretario generale delle Nazioni Unite, ma è
la persona che ha messo insieme un cosiddetto piano di pace. Tra
l'altro il piano Annan porta male, dal punto di vista della
catalogazione, se vediamo quello che è successo (o meglio ciò che non è
avvenuto) a Cipro negli ultimi dieci anni.
Questo piano, ancora una volta, insiste per
coinvolgere la causa del male come possibile soluzione del male stesso.
Non è per fare della propaganda che dico queste cose. Vedo però che gli
osservatori che già si sono recati in Siria, proprio come gli
osservatori che erano nella ex Jugoslavia, vengono attaccati dalle
truppe siriane e da altri agenti che vengono chiamati terroristi
(proprio come Milosevic chiamava i resistenti kosovari), unica scusa per
la quale si chiede ancora di bilanciare le dichiarazioni di censura nei
confronti del regime con quelle di censura nei confronti degli altri
belligeranti.
Il problema è uno solo. Concordo con la
senatrice Pinotti quando afferma che è necessario ma non sufficiente.
Non vorrei però che inviando persone italiane, ma anche di altri Paesi,
le destiniamo a divenire vittime di alcune politiche che sono alla luce
del giorno del regime di Assad.
Se nelle prossime ore non dovesse essere
compiuto un passo in avanti nella direzione auspicata dal piano Annan di
riappacificazione delle parti in causa, credo che l'Italia si debba
assumere la responsabilità, assieme agli Stati membri dell'Unione
europea che sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza, di
tornare di fronte ad esso e di adottare una risoluzione in linea con
quella che fu adottata (la prima e anche la seconda) sulla Libia l'anno
scorso perché sono stati commessi crimini contro l'umanità e crimini di
guerra che vengono perpetrati. Esiste una Corte penale internazionale
che ha competenza su questo e di lì in poi, con l'aiuto - non
immediatamente - delle tecnologie della NATO, ci si dovrà assumere le
responsabilità di ritenere che chi è causa del male non può essere
coinvolto nella ricerca di una soluzione. (Applausi dal Gruppo PdL e del senatore Scanu).
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