6.21.2012

Ripresa della discussione del disegno di legge costituzionale

PRESIDENTE. Ricordo che il relatore, presidente Vizzini, ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1 e che il rappresentante del Governo si è rimesso all'Aula.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, in attesa della vostra riduzione dei parlamentari, visto che ci siamo, direi che possiamo utilizzare il tempo che rimane per affrontare alcune questioni.

Se mi si concede anche un commento alle due ore e tre quarti che ci hanno occupato dall'apertura di questa mattina, io spero per tutti voi, e anche noi a questo punto dato che siamo rimasti in silenzio perché i Regolamenti non ci concedevano di intervenire, che gli italiani fossero ancora a digerire la colazione e non abbiano assistito alla seduta. Infatti dieci persone, e dico dieci perché l'unica notizia che deve uscire da queste aule è la riduzione del numero dei Parlamentari e io penso che in meno di dieci sia impossibile fare una qualche legge, in due ore e tre quarti si sono trovate d'accordo sul fatto di non essere d'accordo sul rimettere in discussione decisioni prese dopo altre due ore di discussione ieri pomeriggio per rimandare in Commissione qualcosa che la settimana prossima sicuramente non avrà la concordia che non c'è stata oggi, cosa già avvenuta in almeno una decina di altri provvedimenti, per esempio la riforma della professione forense.

Dico questo per dimostrare che diminuire il numero dei parlamentari da una parte non garantisce l'efficienza dei lavori del Senato, perché dieci persone non sono riuscite a trovare un accordo in due ore e tre quarti, dall'altra non si riesce in nessun modo ad articolare, esclusivamente per la riduzione dei deputati e senatori, alcun argomento che possa avere una giustificazione politica se non la necessità di mettere la solita foglia di fico davanti allo scandalo che regna in Italia da cinque decenni e cioè la sistematica violazione delle norme da parte delle istituzioni stesse.

Qualcuno di voi forse ricorderà che la XIV Legislatura non ha avuto il plenum alla Camera perché la Giunta per le elezioni di allora non riuscì a proclamare 11 eletti in virtù di una legge elettorale, il cosiddetto Mattarellum, che aveva dei meccanismi perversi che mettevano insieme il peggio del maggioritario con il peggio del proporzionale, creando una redistribuzione dei resti togliendo al proporzionale ciò che era stato dato al maggioritario.

Che cosa fece quella Giunta dopo mesi di sciopero della fame e della sete (con bevuta di urine) di Marco Pannella? Decise di non decidere e quella legislatura, la XIV, finì in patente violazione della Costituzione, con 619 deputati al posto di 630. Queste cose, però, se si continua a diminuire il numero dei parlamentari per rendere più efficaci i lavori del Parlamento, è probabile che i poveri italiani non le vengano a sapere. Né verranno a sapere che l'unica notizia che deve uscire oggi sulla stampa come percezione dell'azione del Senato e che si è in effetti data un'accelerazione per la diminuzione dei parlamentari.

Abbiamo allora presentato una serie di emendamenti, che abbiamo già illustrato, e vorrei ora soffermarmi esclusivamente sull'emendamento 1.200, che vuole sopprimere tutto l'articolo 1.
Vorrei spiegare i motivi per i quali riteniamo che quella di diminuire il numero dei parlamentari sia una decisione scellerata. Ieri si è parlato di una riduzione del 20 per cento; ma perché non del 15, del 35 o del 50 per cento? La Lega chiede addirittura una riduzione del 50 per cento e noi, quando si parlerà del Senato, abbiamo detto di aumentare ancora questa percentuale, per vedere poi come si risponderà a questo tipo di esigenze, se il problema è veramente quello di ridurre il numero dei parlamentari. Si tratta di una campagna che trova sicuramente nel servizio radiotelevisivo, illegale e assente, un complice ben armato.

D'altra parte, il notevole sforzo di gruppi editoriali e imprenditoriali privati ha fatto sì che, da quattro anni a questa parte, senza che dalle massime cariche delle due Camere ci sia stato il minimo interessamento a rispondere all'attacco violento nei confronti dei parlamentari, che sono stati denominati casta, si sia fatto di tutto per arricchire le tasche dei cosiddetti opinionisti e dei loro editori, dando poi ulteriormente adito al pubblico, che non viene informato, di avvinghiarsi ancora di più sulla casta e di considerare qualsiasi passaggio all'interno di quest'Aula, indipendentemente dalla sua qualità, come uno sforzo per mantenerne i privilegi. (Applausi dai Gruppi PdL e CN:GS-SI-PID-IB-FI e della senatrice Serafini Anna Maria).

Invece, all'interno delle nostre Aule avvengono anche dibattiti approfonditi, che affrontano le questioni a 360 gradi, ma non si prende la minima decisione per renderli obbligatoriamente fruibili all'esterno sia per quanto riguarda le strutture di comunicazione che attengono al nostro Senato sia con un minimo di pressione sul servizio radiotelevisivo pubblico, che in quella trasmissione risibile che è "GR Parlamento", in cinque minuti, affronta lo scibile umano e lo dà in pasto, all'alba o a notte fonda, a 500.000 italiani. Se dovessimo andare a ridurre i parlamentari del 20 per cento, poiché nella superficialità della statistica si dice che c'è sempre il paradigma "80-20" (si ritiene che l'80 per cento, la maggioranza, la pensi in un certo modo e che vi sia un 20 per cento che invece dissente), andremmo a togliere, per l'appunto, quel 20 per cento di dissenzienti. Non sappiamo poi se tale riduzione sarebbe collegata a una redistribuzione del nostro territorio tra circoscrizioni e collegi e sicuramente non sappiamo con quale sistema elettorale si andranno poi a rappresentare queste circoscrizioni e questi collegi all'interno del Parlamento.

Ritorno sulla questione e anche sul concetto di collegio. Si parla tanto del territorio e dei parlamentari collegati al territorio. Ecco, il dissesto idrogeologico dell'Italia, frutto anche di un dissesto ideologico, ha fatto si che i partiti si siano sostituiti al popolo e che questa sia diventata ormai una partitocrazia patentemente antidemocratica, piuttosto che un luogo dove, appunto, la Repubblica è governata dal popolo stesso e deve poter essere rappresentato all'interno delle Camere sia per quanto riguarda i temi e le esigenze dei popoli o delle popolazioni - indipendentemente da come le si voglia chiamare - residenti di quelle zone sia anche tenendo presenti le specificità naturali, animali, vegetali e minerali del luogo da cui si proviene.

Chiaramente chi conosce il Carso saprà rappresentarne le relative all'interno delle nostre Aule, non chi viene paracadutato nel Carso. Porterà con sé tutto ciò che avviene, ivi compresi i fenomeni dei fiumi carsici che sicuramente, in virtù della diminuzione del numero dei parlamentari, non potranno mai più tornare in superficie. Se le cose rimanessero però come sono oggi un domani potrebbe esserci la speranza che, tenendo la folla che ci vuole impiccare tutti a distanza, si possa riuscire a recuperare la forza della politica all'interno delle nostre Aule e, quindi, si dia la possibilità a chi viene eletto direttamente dai territorio di poterlo rappresentare all'interno del nostro Parlamento.

Nel dibattito generale e anche nei quintali di inchiostro che sono stati utilizzati per giustificare la diminuzione del numero dei parlamentari non è stato riportato un solo esempio, uno, di un Parlamento di un altro Paese dove si è deciso di diminuire il numero dei parlamentari per rendere più efficiente il lavoro del Parlamento stesso. Non è stato riportato un solo esempio.

L'Italia, che quotidianamente è d'esempio all'interno del Consiglio d'Europa in quanto a violazione dei diritti umani dei propri cittadini e di chi si trova in Italia, si assume la responsabilità di approvare questa «riforma delle riforme» per rendere più efficace e efficienti le Camere diminuendo il numero dei parlamentari.

Abbiamo deciso ieri - così pensavo di avere capito - che oltre ai quattro emendamenti, che la Lega spero adesso difenderà a spada tratta, avremmo accantonato tutto l'articolo 1.
Ma oggi si è deciso che siccome ieri abbiamo mandato in galera il povero Lusi senza diminuire il numero dei parlamentari si deve raddoppiare la bontà del nostro agire in Parlamento diminuendo anche il numero dei parlamenti, senza però sapere se i prossimi che saranno eletti non andranno in galera.

PRESIDENTE. Concluda, senatore Perduca.

PERDUCA (PD). Concludo, signor Presidente.

Invito tutti i parlamentari, ricordando loro che non c'è vincolo di mandato, a votare l'emendamento 1.200 che cancella, sopprime l'articolo 1 di questo scellerato disegno di legge che prevede, tra le tante altre nefandezze, di diminuire anche il numero della rappresentanze dei cittadini italiani all'interno delle Camere. (Applausi della senatrice Poretti).

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