PRESIDENTE.
Ricordo che il relatore, presidente Vizzini, ha espresso parere
contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1 e che il
rappresentante del Governo si è rimesso all'Aula.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200.
PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, in
attesa della vostra riduzione dei parlamentari, visto che ci siamo,
direi che possiamo utilizzare il tempo che rimane per affrontare alcune
questioni.
Se mi si concede anche un commento alle due ore e
tre quarti che ci hanno occupato dall'apertura di questa mattina, io
spero per tutti voi, e anche noi a questo punto dato che siamo rimasti
in silenzio perché i Regolamenti non ci concedevano di intervenire, che
gli italiani fossero ancora a digerire la colazione e non abbiano
assistito alla seduta. Infatti dieci persone, e dico dieci perché
l'unica notizia che deve uscire da queste aule è la riduzione del numero
dei Parlamentari e io penso che in meno di dieci sia impossibile fare
una qualche legge, in due ore e tre quarti si sono trovate d'accordo sul
fatto di non essere d'accordo sul rimettere in discussione decisioni
prese dopo altre due ore di discussione ieri pomeriggio per rimandare in
Commissione qualcosa che la settimana prossima sicuramente non avrà la
concordia che non c'è stata oggi, cosa già avvenuta in almeno una decina
di altri provvedimenti, per esempio la riforma della professione
forense.
Dico questo per dimostrare che diminuire il
numero dei parlamentari da una parte non garantisce l'efficienza dei
lavori del Senato, perché dieci persone non sono riuscite a trovare un
accordo in due ore e tre quarti, dall'altra non si riesce in nessun modo
ad articolare, esclusivamente per la riduzione dei deputati e senatori,
alcun argomento che possa avere una giustificazione politica se non la
necessità di mettere la solita foglia di fico davanti allo scandalo che
regna in Italia da cinque decenni e cioè la sistematica violazione delle
norme da parte delle istituzioni stesse.
Qualcuno di voi forse ricorderà che la XIV Legislatura non ha avuto il plenum
alla Camera perché la Giunta per le elezioni di allora non riuscì a
proclamare 11 eletti in virtù di una legge elettorale, il cosiddetto Mattarellum,
che aveva dei meccanismi perversi che mettevano insieme il peggio del
maggioritario con il peggio del proporzionale, creando una
redistribuzione dei resti togliendo al proporzionale ciò che era stato
dato al maggioritario.
Che cosa fece quella Giunta dopo mesi di
sciopero della fame e della sete (con bevuta di urine) di Marco
Pannella? Decise di non decidere e quella legislatura, la XIV, finì in
patente violazione della Costituzione, con 619 deputati al posto di 630.
Queste cose, però, se si continua a diminuire il numero dei
parlamentari per rendere più efficaci i lavori del Parlamento, è
probabile che i poveri italiani non le vengano a sapere. Né verranno a
sapere che l'unica notizia che deve uscire oggi sulla stampa come
percezione dell'azione del Senato e che si è in effetti data
un'accelerazione per la diminuzione dei parlamentari.
Abbiamo allora presentato una serie di
emendamenti, che abbiamo già illustrato, e vorrei ora soffermarmi
esclusivamente sull'emendamento 1.200, che vuole sopprimere tutto
l'articolo 1.
Vorrei spiegare i motivi per i quali riteniamo
che quella di diminuire il numero dei parlamentari sia una decisione
scellerata. Ieri si è parlato di una riduzione del 20 per cento; ma
perché non del 15, del 35 o del 50 per cento? La Lega chiede addirittura
una riduzione del 50 per cento e noi, quando si parlerà del Senato,
abbiamo detto di aumentare ancora questa percentuale, per vedere poi
come si risponderà a questo tipo di esigenze, se il problema è veramente
quello di ridurre il numero dei parlamentari. Si tratta di una campagna
che trova sicuramente nel servizio radiotelevisivo, illegale e assente,
un complice ben armato.
D'altra parte, il notevole sforzo di gruppi
editoriali e imprenditoriali privati ha fatto sì che, da quattro anni a
questa parte, senza che dalle massime cariche delle due Camere ci sia
stato il minimo interessamento a rispondere all'attacco violento nei
confronti dei parlamentari, che sono stati denominati casta, si sia
fatto di tutto per arricchire le tasche dei cosiddetti opinionisti e dei
loro editori, dando poi ulteriormente adito al pubblico, che non viene
informato, di avvinghiarsi ancora di più sulla casta e di considerare
qualsiasi passaggio all'interno di quest'Aula, indipendentemente dalla
sua qualità, come uno sforzo per mantenerne i privilegi. (Applausi dai Gruppi PdL e CN:GS-SI-PID-IB-FI e della senatrice Serafini Anna Maria).
Invece, all'interno delle nostre Aule avvengono
anche dibattiti approfonditi, che affrontano le questioni a 360 gradi,
ma non si prende la minima decisione per renderli obbligatoriamente
fruibili all'esterno sia per quanto riguarda le strutture di
comunicazione che attengono al nostro Senato sia con un minimo di
pressione sul servizio radiotelevisivo pubblico, che in quella
trasmissione risibile che è "GR Parlamento", in cinque minuti, affronta
lo scibile umano e lo dà in pasto, all'alba o a notte fonda, a 500.000
italiani. Se dovessimo andare a ridurre i parlamentari del 20 per cento,
poiché nella superficialità della statistica si dice che c'è sempre il
paradigma "80-20" (si ritiene che l'80 per cento, la maggioranza, la
pensi in un certo modo e che vi sia un 20 per cento che invece
dissente), andremmo a togliere, per l'appunto, quel 20 per cento di
dissenzienti. Non sappiamo poi se tale riduzione sarebbe collegata a una
redistribuzione del nostro territorio tra circoscrizioni e collegi e
sicuramente non sappiamo con quale sistema elettorale si andranno poi a
rappresentare queste circoscrizioni e questi collegi all'interno del
Parlamento.
Ritorno sulla questione e anche sul concetto di
collegio. Si parla tanto del territorio e dei parlamentari collegati al
territorio. Ecco, il dissesto idrogeologico dell'Italia, frutto anche di
un dissesto ideologico, ha fatto si che i partiti si siano sostituiti
al popolo e che questa sia diventata ormai una partitocrazia
patentemente antidemocratica, piuttosto che un luogo dove, appunto, la
Repubblica è governata dal popolo stesso e deve poter essere
rappresentato all'interno delle Camere sia per quanto riguarda i temi e
le esigenze dei popoli o delle popolazioni - indipendentemente da come
le si voglia chiamare - residenti di quelle zone sia anche tenendo
presenti le specificità naturali, animali, vegetali e minerali del luogo
da cui si proviene.
Chiaramente chi conosce il Carso saprà
rappresentarne le relative all'interno delle nostre Aule, non chi viene
paracadutato nel Carso. Porterà con sé tutto ciò che avviene, ivi
compresi i fenomeni dei fiumi carsici che sicuramente, in virtù della
diminuzione del numero dei parlamentari, non potranno mai più tornare in
superficie. Se le cose rimanessero però come sono oggi un domani
potrebbe esserci la speranza che, tenendo la folla che ci vuole
impiccare tutti a distanza, si possa riuscire a recuperare la forza
della politica all'interno delle nostre Aule e, quindi, si dia la
possibilità a chi viene eletto direttamente dai territorio di poterlo
rappresentare all'interno del nostro Parlamento.
Nel dibattito generale e anche nei quintali di
inchiostro che sono stati utilizzati per giustificare la diminuzione del
numero dei parlamentari non è stato riportato un solo esempio, uno, di
un Parlamento di un altro Paese dove si è deciso di diminuire il numero
dei parlamentari per rendere più efficiente il lavoro del Parlamento
stesso. Non è stato riportato un solo esempio.
L'Italia, che quotidianamente è d'esempio
all'interno del Consiglio d'Europa in quanto a violazione dei diritti
umani dei propri cittadini e di chi si trova in Italia, si assume la
responsabilità di approvare questa «riforma delle riforme» per rendere
più efficace e efficienti le Camere diminuendo il numero dei
parlamentari.
Abbiamo deciso ieri - così pensavo di avere
capito - che oltre ai quattro emendamenti, che la Lega spero adesso
difenderà a spada tratta, avremmo accantonato tutto l'articolo 1.
Ma oggi si è deciso che siccome ieri abbiamo
mandato in galera il povero Lusi senza diminuire il numero dei
parlamentari si deve raddoppiare la bontà del nostro agire in Parlamento
diminuendo anche il numero dei parlamenti, senza però sapere se i
prossimi che saranno eletti non andranno in galera.
PRESIDENTE. Concluda, senatore Perduca.
PERDUCA (PD). Concludo, signor Presidente.
Invito tutti i parlamentari, ricordando loro che
non c'è vincolo di mandato, a votare l'emendamento 1.200 che cancella,
sopprime l'articolo 1 di questo scellerato disegno di legge che prevede,
tra le tante altre nefandezze, di diminuire anche il numero della
rappresentanze dei cittadini italiani all'interno delle Camere. (Applausi della senatrice Poretti).
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