3.14.2012

Immigrazione: dal cinema la denuncia della responsabilità politiche e penali di Maroni


Domani sera si terrà al cinema Farnese la prima di Mare Chiuso di Stefano Liberti e Andrea Segre (presentato in anteprima stamani alla stampa estera) che racconta la vicenda di alcuni cittadini eritrei e somali respinti nella primavera di tre anni fa dall'Italia verso la Libia - alcuni dei protagonisti sono al centro della recente sentenza della Corte europea dei diritti umani del mese scorso che ha condannato l'italia anche al risarcimento di 15mila euro a persona. Nel film si capisce chiaramente che nel giro di poco tempo, durante un'operazione di salvataggio di un barcone in alto mare con a bordo anche donne e bambini, arriva un ordine telefonico da Roma che impone la restituzione dei fuggiaschi alla Libia dalla quale scappavano dopo aver subito maltrattamenti e umiliazione di tutti i tipi.


Sul sito Fainotizia.it di Radio Radicale è stato pubblicato (http://www.fainotizia.it/inchiesta/12-03-2012/shousha-profughi-nel-deserto-tunisino) Shousha un filmato di Laura Verduci, Enrico Montalbano, Judith Gleitze che documenta dove e come vivano ancora oggi nel campo profughi tunisino di Shousha, finanziato anche dall'Italia, centiania di altri migranti respinti illegalmente nei mesi scorsi.





In entrambi i casi emergono le gravissime responsabilità politiche e, credo, penali del Ministro degli interni che, ancora pochi giorni fa, ripeteva di esser pronto a rifare tutto quello che ha fatto quando dirigeva il Viminale. Occorre capire se, proprio come vorrebbe anche la Lega, la responsabilità nell'espletamento della proprie funzioni debba essere diretta, e se del caso si prefiguri anche una responsabilità penale nei confronti dell'ex ministro Maroni in virtù delle torture subite da migliaia di migranti respinti e le centiaia di morti identificati e da identificare.

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