11.30.2011

Sulla giustizia, per affrontare problemi alla radice occorre trovarla. Amnistia come prima riforma necessaria e urgente non solo per le carceri

Nell'annunciare il voto favorevole al governo Monti, Emma Bonino aveva premesso che il contributo dei Radicali sarebbe stato quello di aiutare un governo di "tecnici" a capire quale era il contesto politico-istituzionale in cui si trovava a operare. Le parole della Ministro confermano la necessita' di perseguire questa strada perche' non prendono minimamente in considerazione l'illegalita' costituzionale del nostro paese ne' hanno minimamente fatto cenno alle condanne quotidiane della corte europea dei diritti umani sia per le condizioni carcerarie che pei temi della giustizia.
La Ministra ha affermato a chiare lettere che vuole "affrontare i problemi alla radice" un ottimo proposito posto che sia individuato quale sia questa radice. 

Oltre sei milioni di processi tra penali e civili della durata media di sette anni, oltre 150mila prescrizioni l'anno - un'amnistia illegale e di classe - non possono sfuggire a un tecnico che sia chiamato a promuovere misure che vadano alla radice del problema. Con queste premesse i Radicali saranno quindi sostenitori del governo molto vigili perche' avviare delle "riforme" facendo l'economia di questa flagranza di violazione di leggi non potra' contribuire al rilancio economico del paese ne' alla ricostruzione dell'immagine dell'Italia nel mondo. Per far tutto cio' occorre la certezza del rispetto delle leggi e uno Stato di Diritto funzionante, quindi amnistia come prima riforma.

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