9.05.2011

l'Italia guidi la presenza umanitaria in Libia e storni prozione beni scongelati a protezione rifugiati

Per spezzare quel filo, ma forse si dovrebbe parlare più di catena, che lega i governi italiani degli ultimi 15 anni al regime libico, occorre che l'Italia si assuma la responsabilità di essere primo partner della Libia anche nella protezione e promozione dei diritti umani. Da giorni giungono notizie, confermate anche dall'Alto Commissario Onu pei Rifugiati, che gli africani che ancora si trovano in Libia, sia perché braccianti, migranti oppure presunti mercenari, siano vittime di atti di violenza indiscriminata in virtù del colore della loro pelle.

Mantenere la sicurezza in Libia in queste ore, e ancor di più quando Gheddafi verrà catturato, diverrà opera complessa e difficile che non dovrà derogare dagli obblighi internazionale di tutela dei diritti umani anche per chi viene ritenuto colpevole di orrendi crimini. A questa preoccupazione va aggiunto il decennale problema dello sfruttamento schiavista di migliaia di migranti sub-sahariani che oggi sono doppiamente vittime perché ritenuti anche assimilati ai "mercenari" in virtù del colore della pelle. L'Italia, che fino a un decenni fa era tra i primi contributori dell'UNHCR dedichi alcuni dei milioni di euro libici scongelati al sostegno delle agenzie dell'Onu pei migranti e i rifugiati.

No comments: