Allo sciopero della fame e della sete del 14 agosto hanno aderito 2.098 persone. Tra loro parlamentari, dirigenti e direttori penitenziari e persone che a vario titolo si occupano di carcere: agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, infermieri, personale amministrativo, volontari, cappellani, rappresentanti delle istituzioni o del mondo dell’associazionismo, ma anche tanti detenuti “ignoti” insieme alle loro famiglie e tanti comuni cittadini che continuano a credere nella Costituzione e nello Stato di diritto.
Di ora in ora crescevano le adesioni alla giornata di sciopero totale della fame e della sete per chiedere la convocazione straordinaria del Parlamento. Si intendeva chiedere di dare seguito alle parole del Presidente della Repubblica che, in occasione del recente convegno al Senato “Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano”, ha definito quella della giustizia e delle carceri “una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile”.
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