2.16.2011

Sulle Missioni italiane all'estero

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.



PERDUCA (PD). E' di pochi minuti fa un lancio della «Agence France Presse» che dice che 14 persone sono rimaste ferite negli scontri che si sono verificati ieri sera a Bengasi, in Libia tra manifestanti cosiddetti sabotatori e le loro forze dell'ordine. Lo riferisce un giornale libico.


Se andiamo all'articolo 4, comma 23, del decreto "missioni" scopriamo che «8.297.164 euro sono destinati a garantire la manutenzione ordinaria e l'efficienza dell'unità navali cedute dal Governo italiano a quello libico, in esecuzione degli accordi di cooperazione sottoscritti dall'Italia e la grande Grande Giamahiria araba libica, per fronteggiare il fenomeno d'immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani».


Voglio sperare che nelle iniziative di oggi e molto di più forse in quelle di domani, quando dovrebbero essere convocate ulteriori manifestazioni, a Tripoli non venga utilizzata uno di questi euro che sono stati destinati ormai da due anni a questa parte al regime del colonnello Gheddafi che silenzia quotidianamente il dissenso e lo fa manu militari, magari armata coi soldi dei contribuenti italiani.


Questo è uno degli esempi che sconfessano l'introduzione del nostro dibattito odierno, fatto dal senatore Bettamio, il quale ha detto, senza citare però le percentuali che sono state elencate in maniera puntuale e precisa dal senatore Pegorer che l'Italia ha eletto le missioni militari come suo pilastro - lui dice - importante - io direi esclusivo e fondamentale - della nostra politica estera, salvo poi destinare il 3 per cento dei soldi che vengono riservati a questo tipo di iniziative di cooperazione e sviluppo.
Peraltro, queste iniziative di cooperazione e sviluppo, andando a studiare per bene il provvedimento, vengono presentate in modo del tutto inintellegibile. Sono destinati 14,3 milioni di euro per la stabilizzazione dell'Iraq e dello Yemen (ci è stato detto che cosa viene fatto in Iraq, ma non in Yemen, quindi spero che anche in quel caso i soldi non vadano alla polizia yemenita), mentre altri soldi sono destinati alla cosiddetta Unione per il Mediterraneo, che non ha fatto niente dal momento della sua fondazione e che, se fosse effettivamente un forum dove si prendono in considerazione le realtà del Mediterraneo, magari sarebbe riuscita a fare avere in tempo utile e opportuno un minimo di apprezzamento delle realtà tunisina, egiziana, sudanese e algerina.


Non parliamo poi di quello che potrebbe avvenire di qui a domani o dopodomani in Libano, un altro luogo dove siamo presenti e - ci è stato detto - forse neanche più come contingente militare, ma con uno strano atteggiamento di polizia, che deve in qualche modo evitare un conflitto, ormai paralizzato, ma che non può (dato che il mandato delle Nazioni Unite non lo prevede) avere niente a che fare con i problemi di politica interna, relativamente alla composizione del Governo. Certo, fortunatamente sono stati destinati degli stanziamenti al tribunale speciale per il Libano, ma questo sicuramente non aiuta a gestire la questione fondamentale, che occorre cioè anteporre la politica alla necessità di dover rispondere alle crisi e alle emergenze con la presenza militare.


Abbiamo inoltre destinato ulteriori soldi al finanziamento - che sta crescendo in maniera preoccupante - dei servizi segreti: siamo partiti con un milione di euro e siamo arrivati a 5 milioni di euro. Ci sarebbe se non altro da auspicare che i nostri servizi segreti lavorassero, oltre che per raccogliere informazioni, per garantire la sicurezza delle nostre truppe. Se si dovesse valutare quel che è successo soprattutto in Afghanistan ai nostri militari, direi che questi soldi potrebbero essere spesi in maniera differente, anche perché non è in alcun modo possibile sapere come questi fondi vengono in realtà spesi, dal momento che i membri del Comitato per la sicurezza della Repubblica lavorano a porte chiuse.


Anche tali informazioni avrebbero potuto essere utilmente inviate alla Farnesina, per evitare che debba tacere tutte le volte che avviene qualcosa di nuovo o non previsto o che dica cose che la sconfessano come possibile attore politico nella regione. Infatti, se all'indomani delle manifestazioni tunisine auspichiamo che tutto il Medio Oriente assuma il modello Gheddafi per garantire la stabilità, è chiaro che poi possiamo mandare i nostri militari in giro per il mondo senza portare a casa un solo risultato in termini di stabilità e di sviluppo.


Tralascio altre questioni che verranno affrontate magari in maniera più puntuale quando si arriverà ad esaminare gli emendamenti, perché voglio tornare sulla questione dell'Afghanistan. È stata letta, poco fa, una parte sostanziale della risoluzione adottata nel dicembre scorso dal Parlamento europeo, nel quale purtroppo non sono presenti eurodeputati radicali. Se questi fossero stati presenti, infatti, non sarebbe stato dato all'eurodeputato Pino Arlacchi, parte in causa dei problemi che abbiamo ancora oggi in Afghanistan, il mandato per redigere i rapporti che provengono da quel Paese. E poi, oltre che lamentarsi di cose su cui ci siamo tutti ampiamente intrattenuti nel passato, si sarebbe arrivati anche alla parte propositiva, che non può necessariamente chiamare un cessate il fuoco tra chi spara, ma avrebbe preso in considerazione quello che per noi resta il problema fondamentale: in quel Paese, fino a quando si manterrà un regime militare di proibizione per l'industrializzazione a fini medici e scientifici dell'oppio, si continuerà a legalizzare il finanziamento alle reti terroristiche o agli insorgenti. Persistere nella direzione in cui continuate ad andare voi (che senza porvi alcun dubbio rifiutate di fare una minima valutazione dei fallimenti del passato) vuol dire essere conniventi con l'insorgenza. (Applausi del senatore Scanu).






4 comments:

Anonymous said...

Salve sig. Perduca.

Volevo ringraziarla per non aver partecipato al voto del rifinanziamento, come ho notato in http://www.disarmo.org/rete/a/33384.html.

Sono un elettore del PD ma non condivido per nulla queste votazioni che alimentano il folle uso militare dei soldi di tutti. Bisognerebbe utilizzare gran parte delle spese militari per fini educativo-scolastici.

Buona giornata.
Un elettore PD.

perdukistan said...

la ringrazio del messaggio. io sono un radicale eletto nelle liste del pd, se fosse un elettore della regione toscana magari sono in parlamento grazie anche al suo voto. detto questo i soldi per le missioni sono sicuramente un bruscolino in relazione agli investimenti necessari per la nostra scuola o il sistema educativo in generale, ma anche quando si stratta di "bruscolini" (intorno ai 750milioni di euro a semestre) si riesce a non anteporre mai una decisione politica che sia una. per quanto mi riguarda, posto che in alcune zone del mondo purtroppo la presenza militare resta a tutt'oggi necessaria, il fatto che non si valuti mai invece il tipo di progresso politico, per non parlare della alternative alla presena militare, e' uno dei motivi per cui continuo a non partecipare al voto. a presto.

marco.rizzinelli said...
This comment has been removed by the author.
Anonymous said...

Grazie per la risposta e buon lavoro.