Secondo quanto comunicato al Partito Radicale dal segretario generale dell'Internazionale Liberale, il nuovo Governo di unità nazionale tunisino sembrerebbe aperto esclusivamente ai partiti esistenti nonché ai gruppi extra-parlamentari tunisini purché di orientamento socialista.
Dalla nuova compagine sarebbero rimasti fuori i partiti di orientamento liberale, come il Partito Social-liberale e anche tutti coloro che negli ultimi anni da posizioni e lotte liberali hanno contribuito a rafforzare la dissidenza nella e della diaspora nonché quella interna promuovendo tra l'altro, assieme all'associazione radicale non c'è pace senza giustizia, la nonviolenza come metodo di resistenza al regime di Ben Ali.
Se questa è l'alba della nuova Tunisia occorre che tramonti presto e che l'Unione europea, piuttosto che annunciare la propria disponibilità, rompa gli indugi e inizi a cooperare pienamente anche contro i silenzi di Roma e Parigi perché vengano rispettati i più alti standard dei diritti umani.
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