1.15.2011

Gravissimo silenzio italiano su tutta la vicenda. Elezioni senza democrazia portano a contesti gattopardeschi. No a Gheddafi mediatore

Pare che il Colonnello Gheddafi si appresti a candidarsi a mediatore per la crisi tunisina che, secondo i sopravvissuti al regime di Ben Ali, tutti con lui fino a ieri, dovrebbe traghettare il paese verso la democrazia. Per i tunisini non potrebbe esserci prospettiva peggiore che quella di avere un feroce dittatore come garante della loro richiesta di libertà e democrazia. Ma forse la candidatura libica è il frutto del solito silenzioso lavoro diplomatico dietro le quinte della Farnesina?

Per quanto necessaria e sicuramente urgente, la convocazione delle elezioni tra 60 giorni non potrà da sola garantire la loro tenuta secondo gli standard internazionali. Un paese che per 23 anni ha conosciuto solo il silenziamento quotidiano del dissenso, la progressiva erosione dei diritti umani, la penetrazione del parastato in tutti gli aspetti della vita civile, sociale ed economica deve abituarsi al nuovo contesto; dubito che da sola la Tunisia ce la possa fare. Occorre non lasciarla in balia dei vicini ma aiutarla, in questa fase tanto UE quanto l'Onu devono essere presenti perché si consenta a tutti i tunisini di essere informati su cosa implichino elezioni realmente libere e democratiche e chi siano, da dove vengano e soprattutto cosa propongano i nuovi politici tunisini. C'è il forte rischio che tutto cambi perché niente cambi...

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