12.31.2010

La nuova condanna a morte contro una uigura conferma le pratiche cinesi. Impossibile cancellare embargo sulle armi a uno stato assassino

Dopo l'esecuzione a gennaio della ventenne Hayrinsa Sawut, accusata di omicidio durante i moti del luglio 2009, e la condanna all'ergastolo di Gulmire Imin per il ruolo di organizzatrice delle manifestazioni della scorsa estate, Radio Free Asia informa oggi che una terza ragazza uigura Pezilet Ekber e' stata condannata a morte per quanto accaduto nel 2009.

La lunga marcia verso la modernità' cinese resta incardinata sulla negazione dei diritti umani, a partire da quello alla vita. La Baronessa Ashoton, che proprio in questi giorni sta invitando l'Ue a cancellare l'embargo sulle armi che gli europei si imposero all'indomani di Tien An Men si interroghi se questa limitazione "commerciale" non sia invece uno dei rari sprazzi di decisioni politiche prese dall'Unione europea. La diffusione delle armi non ha mai portato maggiore sicurezza ne' tantomeno migliori rapporti politico-economici, ha solo favorito il loro uso e, se e' vero che le democrazie non si fanno le guerre tra di loro, gli stati autoritari non esitano a ricorrere alla violenza ogni qualvolta si sentono minacciati dall'interno o dall'esterno. Basta leggere le reazioni di Pechino a tutto ciò' che attiene al Tibet, Turkestan orientale, Taiwan, ma anche Corea e Giappone o Vietnam per capire che le occasioni per usare la forza non mancano. La Ashton mediti.

1 comment:

Anonymous said...

Perche non:)