12.08.2010

IL CASO WIKILEAKS GLI USA NON SONO L`IMPERO DEL MALE

RISPOSTA  A PINO ARLACCHI


Marco Perduca SENATORE RADICALE






Nella severa analisi dell`affair WikiLeaks, pubblicata dall`Unita il primo dicembre, Pino Arlacchi sostiene che «l`unico strumento che sembra rimasto nelle mani degli Usa è la delinquenza dei loro apparati di intelligence e l`impronta del loro potere militare» e che i «sentimenti che le animano significano veramente che siamo entranti nell`era post-americana». Arlacchi parla in quanto «vittima» dello spionaggio delle amministrazioni Clinton e Bush quando era direttore dell`Agenzia Onu sulla droga e il crimine; spionaggio dettato, a detta dell`interessato, dalla disobbedienza ai diktat di Washington.


L`analisi di Arlacchi conclude che da un parte c`è il complesso militare industriale Usa mentre dall`altra vi sarebbero le «grandi forze della distensione e della pace». Che Bush abbia, di concerto con Blair e Berlusconi, evitato la pace possibile in Iraq sfruttando i servigi di Gheddafi per boicottare l`ormai certo esilio di Saddam è uno scenario che Pannella documenta dal gennaio 2003, ma che «Cina, India, Brasile, Ue e la stessa Russia» come sostiene Arlacchi, siano il nuovo e buono che avanza contro il «Grande Fratello» pare una lettura piuttosto sbrigativa delle relazioni internazionali - lettura smentita il primo dicembre dall`Herald Tribune che ha dimostrato come Obama stia modificando l`atteggiamento bushiano del cosiddetto hard power.


Arlacchi si sofferma sulle scelte belliche Usa relative all`Afghanistan del 20011 scelte che avrebbero potuto essere evitate se Washington avesse ordinato ai propri alleati del Golfo di cessare i finanziamenti ai talebani. Le cronache di quegli anni raccontano però che Arlacchi era intento a dialogare coi mullah afghani per concordare una jihad per l`eradicazione dell`oppio. A una prima ricerca nella Rete non risulta che vi siano tracce dell`operato di Arlacchi nei documenti di WikiLeaks, mentre la storia della sua reggenza a Vienna è scritta con documenti ufficiali Onu che hanno fatto sì che, per la prima volta nella storia dell`Agenzia, non vi sia stata la conferma del suo direttore.

Replica dell'Onorevole Pino Arlacchi
Ogni lettore del mio pezzo su Wikileaks può verificare come l `unico stravolgimento dei fatti è quello compiuto da Perduca quando ne riassume i contenuti. Proprio questo pezzo, tra l`altro, è citato da «The Nation» online, e non certo negativamente. Per il resto, è la solita diffamazione radicale sul mio lavoro all'Onu. Il fatto che duri da 13 anni non la trasforma in verità. La mia trattativa con i mullah afghani non è mai esistita, a differenza di quella in corso tra lorsignori e Berlusconi. Se fossero vere tutte le balle che il Partito radicale racconta contro di me, la Commissione sulle droghe, riunita a Vienna l`anno scorso per valutare i risultati della mia strategia a 10 anni dalla sua approvazione all `unanimità dall `Assemblea Generale dell'Onu, non l`avrebbe riconfermata per altri 10 anni. PINO ARLACCHI






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