Si e' conclusa nella sera del 24 dicembre la missione a Nouakchott del Partito Radicale Nonviolento guidata da Marco Pannella. Per quattro giorni la delegazione, che comprendeva anche i parlamentari co-vicepresidenti del senato del Partito Matteo Mecacci, Rapporteur sui diritti umani dell'assemblea parlamentare dell'OSCE (venuto direttamente da Minsk all'indomani delle contestate elezioni bielorusse) e Marco Perduca, segretario della commissione speciale dei diritti umani del Senato italiano e Stefano Marrella per Radio Radicale, ha incontrato le autorita' locali, le ong che si battono contro la schiavitu', l copro diplomatico e la stampa per promuovere due delle piu' importanti campagne in corso del Partito, quella sulla Moratoria Universale della pena di morte, portata avanti con Nessuno tocchi caino, e quella contro le mutilazioni genitali femminili condotta con Non c'e' pace senza giustizia, ma anche per seguire da vicini la vicende dell'iscritto Radicale Biram Dah Abeid arrestato il 13 dicembre scorso a Nouakchott.
La missione si svolgeva anche nel quadro della campagna di NTC volta ad allargare l sostegno alla risoluzione all'Onu sulla Moratoria delle esecuzioni e promuoverne l'applicazione a livello locale. Nel lungo e cordiale incontro colla Ministra degli esteri la capa della diplomazia mauritana ha tenuto a sottolineare come sia stato per loro molto importante esser riusciti a confermare la propria astensione perche' nel paese, che dall'indipendenza e' una repubblica islamica, convivono differenti religioni ma anche differenti letture del corano che rendono complessa la convivenza tra la tradizione legale dell'ex colonia e la sharia. La ministra ha sottolineato comunque l'approccio laico alla materia, anche perche' da oltre 25 anni non vengono eseguite le condanne emesse, e detta pronta a partecipare personalmente e con una delegazione parlamentare alla conferenza sub-regionale che Nessuno tocchi caino intende organizzare per i paesi africani prevalentemente musulmani l'anno prossimo, ricordando come pero', la minaccia di cellule terroristiche di al Qaeda, li obblighi per ora al mantenimento della pena capitale.
La Ministra ha invece sottolineato come la Mauritania sia pronta a giocare un ruolo di guida per la campagna contro le mutilazioni genitali femminili, e che dara' immediatamente le istruzioni al Rapprasentante permanente all'Onu del suo paese perche' si coordini coi diplomatici italiani affinche' il testo venga presentato quanto prima. Infine la singora Mint, si e' adoperata affinche' la delegazione, in assenza del Ministro della giustizia, potesse incontrare Biram.
Prima di potersi recare al carcere di Nouakchott, Pannella, Mecacci, Perduca e Marrella, hanno incontrato il Segretario generale della sicurezza nazionale per avere informazioni circa luogo e modalita' dell'incontro nonche' per udire la versione del commissario del quartiere di Arafat dove sarebbero avvenuti I fatti dai quali sarebbe sgorgato il tumulto che settimana scorsa aveva fatto arrestare una dozzina di militanti anti-schiavisti. Il generale ha tenuto a sottolineare che la Mauritania e' probabilmente il "paese arabo" dove le liberta' civili vengono garantite a tutti, ma occorre che le organizzazioni siano riconosciute. Questo era uno degli argomenti sui quali molte delle Ong incontrare a Nouakchott reclamavano risposte chiare dal governo, infatti 4 dei 6 gruppi del Flere, Fronte per la liberazione dalla schiavitu e dal razzismo, ancora oggi non hanno ricevuto alcuna risposta dal ministero degli interni circa la loro domanda di iscrizione nel registro delle Ong. Il generale, che in realta' non era competente in materia, ha ipotizzato problemi circa le indagini sulla "moralita'" delle organizzazioni (a quanto pare gia' concluse e positivamente) e che comunque si informera'. Al di la' degli aspetti formali pur sempre importanti, il capo della sicurezza nazionale mauritana ha comunque voluto ricordare che "Biram e i suoi" fino a quel giorno avevano potuto dire, scrivere e manifestare "liberamente" tutto quello che volevano, ma che chiaramente alla "violenza non si puo' soprassedere". A testimonianza delle presunte violenze il generale ha tenuto a che i Radicali sentissero dirattamente dalla bocca del commissario del quartiere di Arafat la quanto accaduto. Secondo il poliziotto, che si e' presentato in divisa, il giorno 13 dicembre si son presentati al suo commissariato un gruppo di militanti dei diritti umani per denunciare lo stato di schiavitu' in cui erano tenute da parte di una funzionaria della Banca nazionale due bambine di 7 e 13 anni. Al momento dell'interrogatorio sarebbe stato impedito a Biram Dah Abeid di assistere e da li' ne sarebbe nato un alterco che avrebbe portato alla "aggressione" dei militanti ai danni dei poliziotti presenti. Al contempo, secondo il commissario, un altro gruppo di militanti che aspettava fuori avrebbe preso d'assalto l'edificio con lancio di pietre (in un quartiere dove non ce ne sarebbero). La collutazione tra i gruppi ha avuto un grave crescendo tanto che il commissario stesso e' stato ferito alla tibia destra.
L'incontro con Biram e' potuto avvenire negli uffici amministrativi della casa circondariale di Nouakchott, uno dei carceri piu' piccoli del paese dove erano presenti una 40ina di detenuti, tutti in attesa di giudizio e molti coll'accusa di terrorismo. Biram, visibilmente commosso della presenza di Pannella e dei compagni Radicali, ha mostrato la ferita al capo, ormai cicatrizzata dopo 10 giorni, lamentato forti dolori al ginocchio sinistro. A seguito dell'arresto e dei maltrattamenti della polizia (percosse, isolamento in condizioni igieniche terribili, privazione di medicine e denudamento) a Biram non son state ancora fatte radiografie per capire la gravita' dell'accaduto.
Sebbene il trasferimento in carcere dopo tre giorni di cella in commissariato abbia migliorato le condizioni di detenzione, Biram, che ha ripreso a prendere delle medicine ma che ancora dorme male per via dei dolori alla testa e alla gamba, ritiene che sia indegno il modo con cui gli venga fatta vedere la moglie in un parlatoio con sbarre, e iI ritardo con cui gli e' stato consentito di vedere l proprio avvocato (solo il 23 dicembre). Pannella ha ricordato a Biram che non solo I presenti che erano accorsi a Nouakchott, ma anche tutto il Partito, e in particolare coloro che l'avevano conosciuto, avevano inviato messaggi di solidarieta' e vicinanza, come Sam Rainsy, presidente del principale partito di opposizione cambogiana; l'avvocato maliano Demba Traore', che non si era potuto unire alla delegazione perche' in viaggio in Senegal; o la militante senegalese anti-mgf Kady Khoita. A Biram e' stato anche detto che le delegazioni Radicali al parlamento italiano e l'eurodeputato Provera avevano presentato delle interrogazioni urgenti sul suo caso. Anche facendosi forte della reazione internazionale a seguito degli arresti, con lui in carcere restano altri 5 dei 12 arrestati, ha deciso di insistere pel processo perche' ritiene uno scandalo che a tre anni dall'adozione della legge contro la schiavitu' non vi sia stato un caso portato a termine. L'udienza preliminare e' prevista per mercoledi' 29 dicembre. Come previsto dal regolamento non si e' potuto affrontare il caso nei dettagli ne', ma qui il regolamento non era per niente chiaro, fare una foto col detenuto.
La visita si e' conclusa con un'ultima riunione coi difensori dei diritti umani, con delle bambine schiave recentemente liberate e coll'incontro nella residenza del presidente dell'Assemblea nazionale, leader storico del monvimento anti-schiavitu' che per primo aveva fatto dichiarazioni nette contro l'arresto di Biram. Pannella ha invitato il Presidente tanto al congresso del Partito quanto alla conferenza di Nessuno tocchi caino, mentre Mecacci ha annunciato che fara' invitare una delegazione parlamentare mauritana alla riunione annuale che l'Osce tiene coi paesi nordafricani su questioni che attengono alla sicurezzia regionale piu' ampiamente intesa che include il traffico di esseri umani.
Tra gli incontrati si e' iscritto al Partito Radicale Nonviolento, annunciando ulteriori adesioni, il Senatore Youssouf Sylla, recentemente sospeso dal partito della ministra degli esteri perche' WikiLeaks lo dava come "vicino a Israele".
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