7.09.2009

Sulla condizione della minoranza Uigura in Cina

Sulla condizione della minoranza Uigura in Cina

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, visto e considerato che è stato deciso mesi fa di far intervenire sull'ordine dei lavori a fine seduta ed oggi addirittura si sospende la seduta per far uscire tutti, magari anche i membri del Governo ai quali ci si voleva appellare per ricordare alcune interrogazioni parlamentari, io non so che dire: eravamo la serie B e adesso siamo diventati addirittura la serie C. Non si riesce a capire come mai, visto e considerato che poi tutti restano in Aula a parlare di questioni che vanno sicuramente a toccare i nodi fondamentali del nostro lavoro parlamentare, si debba addirittura sospendere per cinque minuti i lavori prima di iniziare questa fase.

Non mi ero iscritto naturalmente a parlare per questo, ma in merito al G8... (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, quelli che non hanno intenzione di rimanere escano dall'Aula come è stato chiesto dal Presidente.

PERDUCA (PD). Stavo dicendo che volevo intervenire in merito al G8... (Brusìo).

PRESIDENTE. Aspetti un secondo, senatore Perduca, vediamo se i senatori escono, dal momento che è stata sospesa la seduta per consentire questo facciamolo.

PERDUCA (PD). Ma, siccome non accade mai, si dovrebbe secondo me favorire la partecipazione vocale dell'oratore per suscitare un minimo di curiosità in chi resta o si avvia a uscire relativamente alle questioni che devono essere affrontate.

Alla fine del G8 il presidente cinese Hu Jintao è tornato di corsa a casa propria perché la situazione nello Xinjiang, nel Turkestan orientale, è peggiorata.

Noi radicali da sempre (io ho iniziato la legislatura sedendo in presidenza quando abbiamo eletto il nostro Presidente, i vice Presidenti e le altre cariche del Senato) abbiamo portato all'attenzione del pubblico italiano e dei politici italiani la causa degli uiguri (io, per l'appunto, sedevo in presidenza con la spilletta della bandiera uigura) perché sappiamo fin troppo bene il tipo di persecuzioni violente che devono subire otto milioni di persone che appartengono ad un gruppo etnico completamente diverso, che sono di origine turchica, che professano la religione islamica e che hanno tradizioni popolari e culturali completamente diverse.

Ieri, grazie all'onorevole Colombo, presidente del Comitato permanente sui Diritto umani della Camera dei deputati, è stato audito uno dei leader storici della comunità uigura che si chiama Erkin Alptekin il quale poi, sempre presso la Camera, ha tenuto una conferenza stampa denunciando il numero delle vittime che ormai, secondo fonti interne, si aggira intorno alle 800. Quindi, mentre ufficialmente ne sono riconosciute 150, si ritiene che ormai il numero di morti e feriti a causa degli scontri si attesti intorno alle 1.000 unità.

Da ieri il i deputati Mecacci, Zamparutti, Bernardini, Farina Coscioni, Turco, Giachetti ed io siamo in sciopero della fame per chiedere al G8 che lanci un messaggio alla Cina che vuole diventare membro del prossimo G20, affinché apra la regione al monitoraggio internazionale, sia attraverso le organizzazioni internazionali (a partire dall'ONU), sia a mezzo della stampa internazionale, perché gli inviati non vengano portati in «visita guidata» nelle zone dove si riesce a percepire solo la violenza degli uiguri contro i cinesi e non la repressione dei cinesi contro gli uiguri e perché si avvii un cammino di riconciliazione fatto di proposte politiche e non soltanto di risposte militari a quella animosità generata negli ultimi 50 anni dal partito comunista cinese nei confronti degli uiguri.

No comments: