6.20.2009

Il perché di tre NO

Un referendum totalmente abrogativo creerebbe un vuoto di legge obbligando quindi il parlamento ad affrontare la questione con nuove norme. Non è il caso del Guzzettellum, qualora infatti dovessero vincere i "si" il giorno dopo avremmo una legge applicabile al 100%. Quindi vanno respinte al mittente gli argomenti tipo quelli del "referendum stimolo" che invece vengono utilizzati spesso dal Guzzetta stesso. Con questa premessa, e tenendo presente il contesto per come esposto nel Libro giallo scritto collettivamente dalla Galassia Radicale pubblicato a pasqua e non vedendo con le modifiche proposte da Guzzetta alcuna riduzione del danno già inferto alla democrazia dal Porcellum ecco il perché di 3 no:

I primi due quesiti cancellarebbero la possibilità di partecipare alle elezioni con coalizioni. Si avrebbe quindi una uniformazione della soglia di sbarramento verso cifre che forse, a oggi, solo tre partiti potrebbero superare. Non intaccando in altre parte del porcellum si andrebbe a imporre per legge quello che oggi è soltanto una possibile scelta politica (in parte già praticata dal Pd alle scorse elezioni con l'annuncio di partecipazione solitaria salvo poi aprire solo a Di Pietro).

Considerato il contesto generale non si tratta quindi di una riduzione del danno, anzi! Malgrado il Porcellum, nel 2006, grazie a grande mobilitazione e possibilità di generare entusiasmo, si è riusciti a far sì che una forza del 2,4, come la Rosa nel Pugno, assente alle elezioni precedenti, rendesse possibile un'alternanza tra centrodestra e centrosinistra, alternanza che di per se non è sicuramente un elemento positivo, ma che offre un minimo di iniziativa politica per costruire anche altre schieramenti possibili contro il Regime, oppure di fare politica anche all'interno del Parlamento.

Voto NO perché cancellare la possibilità di partecipazione in coalizione non solo cancella alcune, minimissime me ne rendo conto, possibilità di aggregazioni tra diversi. Altro motivo è sgominare la truffa, la legge parla infatti di "lista" e non di partiti. Infatti, salvo modifiche dei regolamenti di Camera e Senato, sempre possibili, se 10 senatori e/o 20 deputati eletti con la lista X o Y o Z decidono di creare un gruppo indipendente H lo possono fare.

Il terzo quesito è pura demagogia e ancora una volta va a limitare quelle minimissime possibilità di fare politica anche solo di bandiera consentite dalla legge attuale. Supponiamo che una lista decida di candidarsi per una campagna tutta politica contro il Regime che, tra le altre cose si caratterizza anche per la sistematica violazione del diritto ad esser informati per farsi un'opinione su chi partecipi alle elezioni, candidando un premio Nobel che concorda con la denuncia di contesto, in virtù del terzo NO potrebbe candidare quel simbolo - che magari per la prima volta farebbe politica - solo in un collegio e non dappertutto vietando la “nazionalizzazione” della denuncia. In un contesto in cui non v'è accesso ai mezzi di informazione di massa, il Dalai Lama candidato

per i Radicali non potrebbe divenire egli stesso il simbolo vivente di quella lista perché lo potrebbero conoscere, e quindi magari votare, solo gli elettori di una circoscrizione. Stesso dicasi per la presentazione di blocchi di persone che vogliano caratterizzare la loro candidatura di servizio in tutto il paese concedendo il nome anche solo come ultimi della lista. Il terzo NO proibirebbe anche la caratterizzazione di presenze di altri partiti all’interno della lista unica, un conto sarebbe infatti avere Bonino o Pannella dappertutto per dare un segnale di presenza Radicale magari piazzando il Radicale ignoto immediatamente dopo il nome di quello visibile. La motivazione pro "uninominale" è risibile, perché sappiamo che a nome unico può essere solo un collegio che esprima uno e un solo parlamentare per camera.

2 comments:

mildareveno said...

Io sui primi due mi asterrò, mentre sul terzo voterò sì.

Se sul terzo quesito i sì vincessero, i Radicali potrebbero dire che i cittadini vogliono che, come avviene coll'uninominale, gli eletti siano espressione di un particolare territorio. Certo, nell'uninominale l'eletto che rappresenta il collegio è uno solo e non tanti, però sarebbe comunque un piccolo segnale in quella direzione.

E poi non mi sembra una cosa positiva che degli eletti abbiano potere di scelta post-elettorale su altri candidati del loro stesso partito.

mildareveno said...

Per errore usato il futuro, ma in realtà ho già votato.