10.08.2008

Sull'Afghanistan dialogo sotto il sole purché non sia quello di Ryadh

Da più parti, anche in Italia, continuano ad alzarsi appelli al dialogo in Afghanistan; oggi la BBC rende noto che uno dei fratelli del Presidente Karzai, Qayum (un altro sembrerebbe implicato nel traffico di oppio nel sud del paese), avrebbe partecipato a dei colloqui preliminari con alcuni esponenti talebani in Arabia Saudita. Posto che coinvolgere la causa del problema nella risoluzione dello stesso non abbia mai dato in passato risultati duraturi nella ricerca della pace, occorrerebbe almeno che, se proprio non si vuol affrontare il fatto oppio come elemento destabilizzante dell'Afghanistan, questi contatti avvenissero in un territorio neutro dove sia consentita la libera circolazione delle idee, quindi non in un regime come quello saudita.

I Radicali lo hanno denunciato da anni al Parlamento italiano a quello europeo nonché alle Nazioni Unite, se si vuole dare una possibilità agli afgani di costruire un futuro di segno diametralmente opposto agli ultimi due decenni della loro storia, occorre passare alla regolamentazione dell'utilizzo del papavero per fini medici, legalizzando la metà dell'economia del paese e creando così le condizione per l'indebolimento dei signori della droga, della guerra e dei talebani, chiunque essi siano.

No comments: