10.16.2008

Malvino vs Capezzone

Mi segnalano, che su Malvino, che non leggo, chiedo scusa all'interessato, qualche tempo fa è apparso questo post a proposito di Daniele Capezzone. Di Capezzone non m'interesso (più) e sicuramente non lo schifo, se avessi tempo (e voglia) potrei anche andare a recuperare cose dette da Malvino quando Capezzone lo nominò in direzione di Radicali italiani, non lo farò. Leggetevi Malvino nella sua critica che però non è diventata AUTOcritica...

“Oggi al Quirinale c’è Giorgio Napolitano, in precedenza ci sono stati Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro, persone che hanno fatto il bene del Paese. È un luogo dove devono esserci figure che garantiscano la Costituzione, conoscano le regole del gioco, rispettino le opinioni di tutti, accettino il dissenso. Tutto ciò che Berlusconi non è”

Walter Veltroni, 2.10.2008


“Ferma restando la stima e la gratitudine che tutti abbiamo per come il Presidente Napolitano sta svolgendo il suo ruolo, e la grande fiducia per come adempierà ai suoi compiti fino al termine del suo mandato, l’intervista di Walter Veltroni all’Espresso in cui spara a zero contro una ipotetica candidatura al Quirinale di Silvio Berlusconi appare l’ennesima prova di debolezza da parte del segretario del Pd. Veltroni dimentica che lui non è in condizione di porre alcun veto, né su questo né su altro. Pensi piuttosto, se ci riesce, a fare il segretario del Pd. E magari, sull’argomento Quirinale, si metta d’accordo con D’Alema, che a Bruno Vespa, a proposito della legittimazione di una eventuale presidenza Berlusconi, ha detto esattamente il contrario”

Daniele Capezzone, 3.10.2008



Quando la politica è degradata a lotta per bande, gli uomini politici sono degradati a delinquenti e a ciascuno spetta un ruolo. Troppo cagasotto per poter fare i lavoretti pericolosi e troppo fesso per poter fare quelli sofisticati, al povero Daniele Capezzone ne è toccato uno infame, da delinquentello. Non fosse che appartiene ad una banda di un certo livello, lo diresti un teppista da due soldi: più disordine che danno, più voce grossa che midollo.
Gli hanno dato una cravatta, una giacca e un paio di pantaloni un po’ più decenti di quelli che indossava prima, gli hanno messo in bocca una mentina e la qualifica ufficiale sarebbe quella di portavoce. In realtà, deve stare tutto il giorno a battibeccare con le dichiarazioni degli avversari politici che gli scorrono davanti, sullo schermo di un pc. Provocando, possibilmente. Insultando, quando sulla destra dello stomaco sente di avere un po’ di fegato. Poi, ogni tanto, un incaricato del boss lo chiama e gli passa le consegne. Una vita di merda, via. Ma Dio è misericordioso e ha fatto in modo che Daniele Capezzone non possa accorgersene: l’ha creato a immagine e somiglianza di un inconsapevole ciuffo di indivia belga.
Concetti? Zero, non ce n’è bisogno. Basta il solito campionario di trovatine argute e di cazzatine aciduzze, sempre le stesse da almeno dieci anni, e ogni tanto un semicupio d’indignazione, però con le ginocchia sempre fuori dall’acqua, contro le quali vanno a sbattere le paperelle. Non fosse per due o tre blogger che l’hanno promosso ad antonomasia del giovane-nato-vecchio, non se lo cagherebbe nessuno, forse lo stesso Berlusconi si scorderebbe della sua esistenza, giacché il mastrino del libro-paga lo tiene qualche suo luogotenente. Ringraziaci, Danie’: non fosse per noi che ti schifiamo, manco ti sentiresti vivo.

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