9.23.2008

San Suu Kyi libera senza amnistia

La liberazione di Aung San Suu Kyi è condizione necessaria, ma di per se non sufficiente, perché si possa prendere in considerazione qualsiasi tipo di rapporto con la giunta militare birmana che, occorre sempre tenerlo ben presente, da quasi vent’anni governa un paese contro la legalità nazionale e internazionale tanto che occorrerebbe sospenderne la rappresentatività alle Nazioni unite come fu fatto alla Yugoslavia di Milosevic e alla Somalia negli anni Novanta.

Per quanto siano sicuramente buone notizie per gli interessati, il rilascio di prigionieri politici più o meno noti, non può equivalere alla valenza politica della liberazione della leader del movimento democratico birmano; senza questo atto, non si potrà avviare alcun processo di recupero di un minimo di legalità internazionale in Birmania. La giustizia e il rispetto dei diritti civili e politici dei birmani non possono essere sacrificati sull’altare della riconciliazione politica ed etnica di quel paese da perseguire col dialogo con la causa del problema.

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