8.31.2008

L'UE privilegi diritto internazionale e diritti umani

L'Unione europea, convocata straordinariamente per la crisi caucasica, piuttosto che cadere nella tentazione di praticare il motto "a' la guerre comme a' la guerre", sia che si tratti di guerra fredda o combattuta, recuperi lo spirito dei propri padri fondatori che nel momento in cui iniziava la guerra fredda risposero ponendo al centro della loro azione politica la ricerca della pace attraverso la protezione e promozione delle liberta' individuali da garantire con l'affermazione del diritto internazionale. Quella visione politica strategica del 1956-7 rappresenta ancora oggi un possibile antidoto ai venti di guerra dell'agosto 2008.

Se va chiesto tanto a Mosca quanto a Tiblisi di sottoporsi alle indagini indipendenti delle competenti istituzioni sovranazionali con giurisdizioni sulle violazione dei dritti umani e del diritto della guerra, l'UE si deve pero' chiaramente caratterizzare per porre la questione, tanto a se stessa quanto ai russi e agli americani, dei diritti di cittadinanza per milioni di persone che vivono nella regione trans-caucasica svincolandoli dalla sovranita' assoluta nazionale che ha dimostrato, ancora una volta, di essere letale. Evidenziare solo la necessita' di garantire sicurezza e stabilita' non fara' avanzare di un millimetro verso una vera tregua il debolissimo cessate il fuoco di ferragosto.

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