Per i Radicali, e non da ieri, la possibile soluzione del cosiddetto conflitto israelo-palestinese passa per l’ampliamento anche a quella regione del Mediterraneo delle norme e trattati che hanno consentito oltre mezzo secolo fa la nascita della Comunità europea e che hanno progressivamente ridotto la sovranità nazionale assoluta degli stati coinvolti nel processo di “unione” promovendo pace, libertà e prosperità. Il primo punto dell’appello del Riformista invece fonda la ricerca della pace tra israeliani e palestinesi sul principio del “due popoli due stati” cancellando quanto, dal Manifesto di Ventotene in poi, ha invece costituito l’elemento qualificante delle relazioni civili, politiche ed economiche di una regione del mondo che in pochi anni aveva lanciato due guerre mondiali.
Quale è l’analisi politica che porta gli amici del Riformista a riconoscere, ancora una volta, questo potere salvifico allo stato nazione piuttosto che auspicare il progresso verso, almeno, il “due popoli una democrazia”?
Non capisco poi come si possano far convivere i punti 2 e 3 dell’appello in cui si afferma il sostegno alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu con il rispetto per la sovranità della Repubblica Islamica dell’Iran. Con quali strumenti si impone una decisione delle Nazioni unite se non forzando la sovranità di un membro? Infine, Occorre ampliare ulteriormente la denuncia delle politiche del regime iraniano, un regime che, oltre che perseguire gruppi politici e religiosi fonda la propria esistenza sull’apartheid - mai ricordata da nessuno - di una minoranza di persiani nei confronti degli azeri, assiri, ahwazi, baluci, ebrei, kurdi e turcomanni che costituiscono oltre il 50% della popolazione di quel paese.
Arricchire la critica potrebbe aiutarci a individuare una proposta di governo di una situazione esplosiva. Quindi, NO al benvenuto ad Ahmadinejad, ma anche NO a vecchi e fallimentari schemi che ci fanno solo correre il rischio di perpetrare l’approccio “sovranista” da realpolitik che ha concorso a produrre ciò contro cui oggi dobbiamo invece schierarci agendo per rispetto dello stato di diritto a livello transnazionale.
18 comments:
Israele - nessuno lo ricorda - fonda il suo stesso esistere sull'apartheid. Ma al genio perdukiano questo sta bene, tanto da auspicare uno stato con due popoli, capirete bene chi servo e chi padrone.
Israele - nessuno lo ricorda, l'ha fatto recentemente solo Jimmy Carter - dispone di oltre 150 bombe atomiche. Però le verginelle di casa nostra, ligi allo zio Sam, sbraitano solo perché l'Iran non faccia neppure quelle centrali nucleari con cui vorrebbero riempire l'italia.
Perché non vanno invece a protestare contro l'arsenale nucleare israeliano?
Mah.
Misteri della sudditanza.
Blogspot, non mi pare che Israele fondi il suo stesso esistere sull'apartheid, anzi, un quinto della sua popolazione è araba e musulmana e gode di diritti umani, civili e politici purtroppo davvero esclusivi nell'area.
E il nucleare israeliano non ha mai minacciato nessuno. Non mi pare che Olmert evochi la scomparsa di uno Stato dal mappamondo... anzi, fosse dipeso da lui, o dal suo partito, Israele si sarebbe ritirato anche dalla Cisgiordania. Certo dopo quello che è successo a Gaza...
avy lascialo berciare, uno che scambia "democrazia" con "stato" ha altro a cui pensare nella vita che star qui a discutere
Uno che passa da alleato di Berlusca a Veltroni invece ha molto credito nella vita...
Avy, sei sicura di tutto quel che godono i palestinesi?
Muri, posti di blocco, repressione continua...
C'è davvero un regime di apartheid.
Per di più in casa loro, usurpati della loro terra.
Dai Perdukistan, solo due cose prima di andare a dormire...
Blogspot, mi riferivo ai cittadini d'Israele arabi & musulmani come il ministro per la Scienza, la Tecnologia, la Cultura e lo Sport Raleb Majadele, e che in tutto sono oltre un milione.
I palestinesi, che ebbero uno Stato riconosciuto da Israele nel '48 ma che purtroppo venne subito occupato dai paesi arabi (la Giordania si prese la Cisgiordania, l'Egitto occupò Gaza), dovrebbero prendersela con le proprie classi dirigenti che investono in armi, o in belle macchine, invece che in serre e accordi di pace. Muri e posti di blocco servono a Israele per difendersi, le repressioni sono reazioni al terrorismo e ai lanci di razzi.
basta che non me li costruiate nel perdukistan i muri, siete i benvenuti a chiacchierare di tutto quello che volete
allora abbattiamo anche quello israeliano.
se avanzi ti seguiamo volentieri
Avy, premesso che di fronte a tutti i bambini che gli israeliani massacrano (o non è vero?) è quantomeno singolare il suggerimento di contare le macchine arabe, ti consiglierei di andare un po' a vedere dov'è che ha investito Olmert i soldini (americani) del recentissimo scandalo.
Desmond Tutu: ho pianto davanti a Gaza in rovina
«Quello in atto da mesi e mesi a Gaza è un assedio illegale; il blocco costituisce una violazione flagrante dei diritti umani ed è contrario agli insegnamenti delle sacre scritture, cristiane ed ebraiche e della tradizione ebraica di adoperarsi per i più deboli. Faccio davvero fatica a trovare le parole adatte per descrivere ciò che abbiamo visto e inteso. Di certo, tutto ciò è inaccettabile. La cosa più inconcepibile e mai giustificabile, è quello che si sta facendo ad un popolo per garantire la propria sicurezza (di Israele). Ciò che ho visto mi ricorda molto quello che accadeva a noi neri in Sudafrica, durante l’apartheid. Non mi riferisco solo a Gaza. Ricordo ancora un mio precedente viaggio in Terra Santa. Ricordo come se fosse oggi l’umiliazione dei palestinesi ai check points e ai blocchi stradali, soffrivano come noi quando i giovani poliziotti bianchi ci impedivano di circolare».
PAGINONE DI OGGI SU L'UNITA', GIORNALE DEL PARTITO CHE VI HA COMPRATO.
Grazie Perdukistan, gentilissimo.
Blogspot, il bello è che come investe i soldi Olmert fa scandalo, come i palestinesi impiegano i soldi della comunità internazionale… no.
Fu Arafat nel 2000 a rifiutare uno Stato Palestinese (con capitale a Gerusalemme) e a rilanciare la violenza. Se i dirigenti palestinesi fossero pronti alla pace, e a riconoscere lo Stato di Israele che occupa solo lo 0,3 % del M.O., non ci sarebbe più bisogno né di muri/barriere difensive, né di blocchi, né di massacri di bambini palestinesi o israeliani.
Ma finché Hamas lancia razzi e organizza l'odio, l'alternativa all'assedio di Gaza sarebbe purtroppo un ritorno dell'occupazione israeliana. Mica un liberi tutti…
P.s. L'analisi di Desmond Tutu mi pare più emotiva che razionale (Israele è un paese terrorizzato, non razzista), dovrebbe fare un giro nei campi Rom in Italia.
Avy, che percentuale del territorio della Palestina occupa Israele?
Avy, che percentuale della Palestina occupa Israele?
Inoltre ti sbagli: Barak e Arafat erano già d'accordo su tutto, era fatta. Fu Sharon che con la famosa provocatoria passeggiata sulla spianata delle moschee fece saltare tutto, e lo fece proprio con l'intenzione di far saltare tutto. Ricordi?
Blogspot, meno di un decimo giacché la Palestina originaria, quando era ancora una provincia turca (cioè fino al 1918) comprendeva l'attuale Israele, Cisgiordania, Giordania, Libano e parte della Siria. La Giordania è uno Stato Palestinese, ed è grande oltre 4 volte Israele.
E su Camp David mi sa che ti sbagli te: Arafat rifiutò per la questione dei profughi e tornando a casa fece il segno di vittoria con le dita, Sharon era all'opposizione (quindi all'epoca valeva come un Veltroni, o un Di Pietro) e la sua passeggiata era stata organizzata d'accordo con la polizia palestinese (che infatti nelle foto l'accompagna) e come disse il ministro dell'informazione di Arafat, fu solo un pretesto, giacché la seconda intifada era stata pianificata militarmente sin dalla primavera precedente.
Ma anche se fosse vera la questione di Sharon e della Spianata, ti pare che sarebbe stata una buona ragione per scatenare la violenza che abbiamo visto in questi anni?
Oltre 6000 morti (di entrambe le parti) per una passeggiata?!?
Se si ragiona di medio oriente con la testa e le categorie da europei, se non si capisce il peso e il valore simbolico (che diventa estremamente concreto) di certi gesti in quei contesti non si avrà mai una percezione reale della situazione e degli avvenimenti.
Se si ragiona trattando i palestinesi come povere bestie...
Infatti. Vallo a dire ai macellai israeliani...
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