5.22.2007

Vite parallele

In quei contentinori di colori, odori e suoni sconosciuti che sono gli autobus di Roma, stamani mi son trovato a studiacchiare la mia grammatica russa accanto a un cingalese, più giovane di me, che stava sfogliando "l'italiano moderno" per arricchire il suo vocabolario (sicuramente più affilato del mio ryssky). Tanto la mia grammatica (è del 1944!) quanto il suo libro (a giudicare dalla grafica della copertina) sono stati scritti in un periodo storico in cui mai si sarebbe ipotizzato tanto la caduta della cortina di ferro quanto un'ondata di migrazioni est-oveste e sud-nord simile a quella che ha carattarizzato l'avvio del terzo millennio.

Nel rimandare a mente le parole che stavamo imparando tra una curva e un semaforo, ci siamo guardati, quasi complici ma forse pensando a dove saremmo oggi se un migliaio di anni fa le cose fossero andate in modo differente e oggi fosse lui a indossare la cravatta di seta e io i sandali rotti.

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