E nessuno lo sa meglio degli americani. Mentre continua il coro di coloro che si lagnano di quest'Italia che scivola sempre più in basso e vicino a regimi da socialismo reale, mentre altri ormai pronti al "governo nazional-populista" si ergono a tribuni della plebe, si legge in prima pagina di Repubblica.it qualche interessante dato ripreso dal Wall Street Journal: "[...] L'annuncio del ritiro dell'offerta, ha trascinato al ribasso i titoli riconducibili a Marco Tronchetti Provera nelle contrattazioni after hours. Poco dopo le 19.30, Pirelli e Telecom Italia, dalle fasi iniziali vicine al pareggio, perdono rispettivamente il 2,62 e l'1,99 per cento. A Wall Street, invece, AT&T sta facendo segnare un +1,16% dopo la decisione di ritirarsi dalla corsa per Telecom Italia. " Veramente molto interessante, e meraviglia che i nostri fini analisti ne abbiano fatto economia, perché il Financial Times all'inizio del mese aveva informato i suoi lettori del fatto che l'ex monopolista USA, che resta la più potente e presente compagnia telefonica del mondo, con buona pace della concorrenza e del libero mercato, detiene l'8% di América Mòvil.
Ora, anche io che non leggo romanzi gialli, ci arrivo a ricostruire il movimenti (o le ammuine) e a fare un paio di conti. Due soci "stranieri", ma alleati tra di loro, fanno un'offerta iniziale che va ben oltre il valore reale delle azioni di Telecom Italia, dando quindi l'immagine di essere ben intenzionati praticanti del libero mercato vivamente interessati in un baraccone che per quanto non gestito brillantemente ha ingenti entrate in contati. A questo punto del romanzo però andrebbe dedicato un capitolo a Marco Tronchetti Provera, da dove viene, con chi viene e soprattutto dove non vuole andare, nonché uno per far conoscere tutta la storia di chi siano questi due soci stranieri e di come siano arrivati ad essere quel che sono - il signor Slim di AM rappresenta circa il 7% del PIL messicano... - tanto per recuperae un minimo di ricerca di verità per capire se e quanto sia libero il mercato globale.
Uno dei due soci d'oltreoceano, che comunque non sono conosciti dal "grande pubblico" per essere intimamente legati, viene da un paese col quale il Governo del paese della compagnia telefonica oggetto dell'acquisto non gode, al momento, di una buona immagine. Anche in virtù di ciò immediatamente si scatenano quindi due cordate di contrari: quelli che non vogliono che l'italianità subisca sfregi e quelli che, da sempre, son contrari a tutto quello che è a stelle e strisce (c'è poi una terza frangia, quella a favore del "libero mercato", ma la lasciamo per ora da parte perché o non ha carte in mano o ha, per ora, l'asso ben nascosto nella manica). A seguito di tutta quest'agitazione si alza un bel polverone che fa sì che l'ostilità proiettata nei confronti dello straniero - quello provienente dal paese meno gradito - lo "costringa" a ritirarsi dal take over ostile.
Rileggetevi adesso quanto scrive il Wall Street Journal e fatevi un paio di conti e intonate con me "there's no business like show business!".
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