3.22.2007

Taliban 2.0

Dunque si diceva che i Talebani, con una trentina d'anni di ritardo, stanno applicando in Afghanistan il situazionismo a quella che gli "esperti" chiamano "guerra assimetrica" ma che, invece, assomiglia in modo impressionante a uno spettacolo multi-mediale e sempre piu' para-bellico.

Il programma dell'Internazionale Situazionista prevedeva creare situazioni, definite come "momenti di vita concretamente e deliberatamente costruiti mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di eventi. Le situazioni vanno create tramite l'Urbanismo Unitario, un nuovo ambiente spaziale di attività dove l’arte integrale ed una nuova architettura possano finalmente realizzarsi. I situazionisti si propongono di inventare giochi di una nuova essenza, ampliando la parte non-mediocre della vita, diminuendone, per quanto possibile i momenti nulli".

Ecco, diminuire i momenti nulli (di una vita mediocre tanto di qua quanto di là dell'Eurasia), specie durante il rigido inverno afgano, e' quello che i "talebani" hanno imparato a fare. E, con l'aiuto di qualcuno che sicuramente non ha studiato all'università di Kabul, li hanno diminuiti lavorando alla creazione di una reputazione di pericolosità crescente. Non avendo una struttura organizzata, non godendo di finanziamenti ingenti (i "signori della droga" afgani sono solo l'ultima ruota del carro del narco-traffico mondiale in mano alle mafie russe e cinesi alleate con quella pachistana, iraniana e delle ex-repubbliche sovietiche in sinergia con la mafia, camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita), e avendo perso anche la visibilità mondiale dovuta alle frequentazioni di al Qaeda, i "talebani" hanno deciso di avvalersi di una serie di espedienti per magnificare quel poco che facevano, e vedevano accadere intorno a loro, andando incontro anche agli interessi di chi, comunque, ritiene che la presenza internazionale in Afghanistan abbia un senso solo se carattarizzata in primis dal dispiegamento della forza militare.

Sono settimane che si legge che la primavera avrebbe portato la grande offensiva talebana, specie nelle province del sud del paese, e che, in preparazione di ciò, la NATO stesse lanciando una possente controffensiva. I talebani, consci della loro inconsistenza, ma anche al corrente delle problematiche legate alle regole d'ingaggio degli invasori stranieri, sono corsi ai ripari: da una parte hanno messo il cappello, pardon il turbante, su una serie di attentati estemporanei, dall'altra hanno tentato il colpo grosso in proprio col rapimento di un giornalista di un paese per il quale la presenza in Afghanistan rappresenta un elemento di grande fibrillazione di politica interna - ma anche uno dei pochi fiori all'occhiello di efficacia di intervento "umanitario".

I "momenti di vita" creati dai talebani, con la complicità delle grandi multinazionali dell'informazione, riguardano la vita nelle madrasse, la vita nei campi di esercitazione e la vita per strada fatta di canti contro l'impero americano. E sono momenti che servono a mantenere alta la sensazione di malcoltento, rabbia, odio nei confronti degli "occidentali". Tutto questo pericolo imminente gioca però anche a favore degli internazionali che hanno da un lato bisogno di distogliere l'attenzione dall'Iraq dove quotidianamente le cose si complicano, e dall'altra devono giustificare una presenza, pur scarsa nei numeri, ma comunque significativa politicamente parlando, in un paese dove col beneplacito della comunita' internazionale si doveva portare liberta' e democrazia (ma dove purtroppo s'è contribuito alla creazione di una repubblica islamica...).

A questo Taliban 2.0 concorrono quindi le bande che tendono imboscate, banditi che rapinano, disperati che si fanno saltare in aria, "qaedisti" (che non capiscono una lingua di quelle parlate in Afghanistan) che hanno perso la bussola e i protettori, i "signori della droga", i "signori della guerra", e le immagini di CNN, BBC, Reuters, AP, Repubblica, la RAI eccetera che rappresentano una vita "medievale" in Afghanistan che contribuisce a tingere di romantico, ma anche di partigiano, il "teatro di guerra". Ultime, ma per questo meno importanti, le cancellerie di una decina scarsa di paesi e, naturalmente, il Web.

Il situazionismo talebano è però a "fine di bene", nel senso che facendoli abbaiare a volontà in prime time television non li si faranno mordere. In questo gioco di eventi occorrerebbe però sapersi infilare con altrettanta creatività. La carta straniante sarebbe una ressurezione di buon senso e legalizzargli l'oppio a pasqua...

In attesa godiamoci lo scioglimento delle nevi.

2 comments:

gabbianourlante said...

mah io credo che mireranno a rapire degli italiani: se rapiscono altri sanno che quelli interverranno a suon di M60 ... mica con i contractors di emergency! ciao

perdukistan said...

no, questa stragegia funziona solo se si scelgono con dovizia le proprie "vittime", gli italiani sono per un po' sputtanati, quindi bisognera' che altri stiano particolarmente attenti. adesso pero' per un po' non credo che ve ne saranno. mai essere scontati nel situazionismo