3.20.2007

Polito laico? no solo un ex-comunista

Il Senatore Polito, sul Foglio del 20 marzo ritorna sul dietrofront dell'Independent salutandolo come il segnale della laicità tipica della perfida albione. Egli, in virtuù del suo valoroso passato non s'è accorto che questi non hanno fatto altro che applicare, scusandosi, la regola aurea di chi sta a sinistra: l’autocritica.

Ammesso e non concesso che Polito abbia colto il problema sollevato dall’Independent, che mai, per esempio s’era sognato, ahimé in piena tradizione progressista , di liberalizzare le droghe, ma eventualmente di riclassificare i derivati della cannabis, e posto anche che mai un quotidiano in Italia si sia azzardato a lanciare campagne simili, occorrerebbe capirsi sul significato delle parole per poter avere un dibattito, per l’appunto, laico, magari proprio sugli stupefacenti.

Frequentando quel “laicone” che è Marco Pannella, unico antiproibizionista in giro di questi tempi, credo di aver imparato almeno un paio di cose a proposito:

1) raramente chi si definisce laico (o antiproibizionista) in realtà lo è;

2) è avversario della laicità (dello Stato come del vivere) tutto ciò che fa chierico, cioè tutto ciò che ha bisogno del ricorso ai garbugli da esperti, tecnocrati e burocrati per essere compreso e applicato.

La ricerca scientifica, scomodata da Polito nel suo pezzo, è da proibire solo quanto reca danno a terzi ma non può essere limitata in quanto tale, eventualmente i suoi risolutati devono essere regolati dalla politica in modo tale da contenere i possibili danni che i vari fenomeni possono provocare sugli individui.

Ora, sapendo, anche perché lo documentano le Nazioni unite, che in oltre 40 anni il proibizionismo non è riuscito a controllare o contenere la presenza delle droghe nella nostra vita, come si può arrivare ad affermare che è del laico rivedere le proprie posizioni (laiche? Proibizioniste? Antiproibizioniste? Punizioniste? Agnostiche?) di fronte alla notizia, e capirai che notizia, della creazione di una sostanza 25 volte più potente?

Non sarà mica che il permissivismo, anch'esso denunciato da Polito, alla fin fine viene applicato al rigore argomentativo invece che ai comportamenti anti-sociali?

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