3.15.2007

Ex Unione Sovietica

Di ritorno dal Kazakistan, magari quando avro' un po' di tempo ne scrivero', mi son (ri)posto la stessa domanda che ha accompagnato gli anni della mia adolescenza: come un "occidentale" possa sostenere l'Unione sovietica.

Piu' che il sonno della ragione, sono stati una misciela di ideologia e ignoranza che hanno generato il mostro che ha condannato a un'esistenza indegna milioni di persone per oltre 70 anni. Non e' poco... no, non e' proprio poco e quei "danni" o crimini a seconda dei gusti, non credo che potranno mai essere recuperati.

3 comments:

Anonymous said...

Sicuramente occorre riconoscere che il sostegno all’Unione sovietica sia stato dovuto al “sonno della ragione” e ad una “miscela di ideologia e ignoranza”. Beato te che, già nella tua adolescenza, sei riuscito a capire la “mostruosità” dell’Unione sovietica. Ma tantissima gente, assieme al sonno della ragione e all’ignoranza, aveva un sincero desiderio di por fine alle tante ingiustizie, alle tante disuguaglianze, all’enorme povertà visibili nell’occidente e sognava di costruire un mondo diverso dove nessuno fosse condannato a un’esistenza indegna e perciò ha “creduto” e ha sostenuto l’Unione sovietica.
Il sonno della ragione, l’ignoranza e forse la difficoltà o la paura di liberarsi di una credenza politica per creare da solo un’altro atteggiamento politico che davvero potesse condurre alla realizzazione di quelli desideri e sogni, durante molto tempo, non hanno permesso che tantissima gente (e naturalmente mi sono inclusa tra questa gente) rivolgesse il suo sguardo verso le chiarissimi segni della “mostruosità” dell’Unione sovietica.
Se i danni non possono essere recuperati, speriamo almeno che il riconoscimento della “mostruosità” dell’Unione sovietica, anche se tardivo, così come il riconoscimento di tante altre “mostruosità” che ugualmente condannano, anche all’occidente, altre milioni di persone a un’esistenza indegna (basta pensare all’Africa), possa servire alla formulazione di idee e di politiche che, partendo da un vincolo con la libertà e con tutti gli altri diritti fondamentali dell’individuo, trovi nuovi cammini che permettano arrivare a un mondo dove siano garantiti a tutte le persone l’esistenza degna, il benessere e la possibilità di essere felice.

perdukistan said...

l'ignoranza non mi pare una scusa plausibile. bastava solo non voler vedere o ascoltare chi parlava delle purghe di stalin per non parlare dell'invio dei carri armati in ungheria, polonia e cecoslovacchia. certo si tratta di questioni europee che, forse, agli europei erano più vicine, ma le immagini dei giovani che si opponevano ai carri armati sovietici erano tanto eloquenti quanto i racconti dei dissidenti che riuscivano a scappare. per non parlare delle immagini di berlino est. 70 anni in questo modo non sono recuperabili, e infatti si vede quanto patiscono le ex repubbliche sovietiche a liberarsi di quel passato...

Anonymous said...

Non voler vedere è una forma di coltivare l’ignoranza. Non mi pare che fosse un problema di distanza da vicende europee. Infatti, il problema è che non si voleva vedere niente. I crimini di Stalin erano attribuiti soltanto a lui, come se fossero una devianza personale. E i movimenti in Ungheria o più tardi in Praga erano visti come se fossero un tentativo reazionario o riformista (ed il riformismo era visto come qualcosa quasi reazionaria...) che poteva distruggere il socialismo. So che ormai questa visione sembra, a dir poco, ridicola. Ma, allora, c’era e prevaleva tra la gente di “sinistra”. E mi pare che c’era e prevaleva perché, come ho detto prima, è molto difficile riconoscere che una credenza, un desiderio o un sogno sono sbagliati e/o dannosi. Infatti, era molto difficile riconoscere che i desideri o i sogni di costruire un mondo più giusto, in realtà si erano trasformati in una politica che condannava le persone che si voleva “salvare” ad una vita oppressiva ed indegna.
Per quanto mi riguarda, soltanto verso gli anni ’90 ho cominciato a mettere in dubbio le mie antiche credenze. E soltanto molto recentemente sono riuscita a vedere tutte le mostruosità del socialismo reale ed a imparare che essere di “sinistra” non è una garanzia di essere “buono”; anzi, ho imparato che la storia della “sinistra”, tanto quanto la storia della “destra”, è piena di avvenimenti dannosi, dolorosi, vergognosi e che quello che importa è riacquistare le idee che hanno creato i valori della libertà e di tutti gli altri diritti fondamentali per cercare i mezzi appropriati per fargli diventare concreti e per conseguentemente poter costruire un mondo più giusto e delle vite più degne e più felici